Durante la gita al Faiallo di inizio dicembre avevo avuto modo di chiacchierare a lungo con Antonio Andreis circa la diversità di prestazioni che ottenevo dai miei alianti. La mia ipotesi, confermata da Antonio, era che non tutti i modelli avessero il giusto diedro longitudinale; tuttavia non sapevo come regolarlo meglio non avendo uno strumento per misurare il diedro dei modelli con coda a V. Antonio mi ha allora descritto come funziona un incidenziometro della Graupner in grado di funzionare su code a V. La sua descrizione è stata talmente precisa che nel giro di qualche giorno avevo completato un progetto di massima e individuato il materiale necessario alla realizzazione; le ferie di Natale, poi, mi hanno fornito il tempo per reperire il materiale e per affrontare la costruzione vera e propria.
In un normale incidenziometro ci sono di solito due cavalierini di misura che si applicano ai bordi di entrata e uscita dell'ala. I due cavalierini scorrono su una barra rigida, la cui inclinazione rispetto all'orizzontale può essere controllata con una livella a bolla d'aria o un filo a piombo. Per una misura precisa, i cavalierini devono essere posizionati ai bordi di entrata e uscita della stessa corda alare. Finché si ha a che fare con ali con poco diedro trasversale o piani di coda orizzontali, un errore di posizionamento anche abbastanza grande non ha ripercussioni sull'angolo di incidenza misurato. Nel caso di una coda a V, però, il diedro trasversale non è affatto trascurabile: da 90 a 120 gradi, di solito. In queste condizioni, se i due cavalierini non sono allineati con la stessa corda del pianetto si falsa la misura di parecchio: occorre perciò un sistema per garantire che la misura avvenga su una sola corda alare.
Il sistema suggeritomi da Antonio prevede di costruire due gruppi di cavalierini e barre, in pratica due incidenziometri, collegandoli insieme per mezzo di cerniere in modo che, aprendole, possano stringersi contemporaneamente su entrambi i pianetti di una coda a V. Se si fa in modo che i due semi-incidenziometro siano ben uguali l'uno all'altro, che le barre di scorrimento dell'uno siano parallele a quelle dell'altro e alla linea di cardine delle cerniere, ci sarà un unico modo per posizionare l'incidenziometro in modo che tutti e quattro i cavalierini "tocchino", e per costruzione questo modo sarà tale per cui ogni semi-incidenziometro misurerà una sola corda alare. Lo stesso strumento potrà essere usato anche su un'ala o un piano orizzontale semplicemente "chiudendo" i due semi-incidenziometro l'uno sull'altro.
Sin dall'inizio mi è risultato evidente che il buon funzionamento dello strumento avrebbe richiesto una elevata precisione nella realizzazione. Occorreva in particolare che lo scorrimento dei cavalierini sulle barre di collegamento fosse senza giochi: perciò ho scelto come barre quattro tubi in fibra di carbonio da 4mm, due per ogni semi-incidenziometro in modo da formare un binario, e ho laminato sopra questi un tubo in fibra di vetro, usando della cera da candele come distaccante (metodo suggerito sul sito di Pierre Rondel). Il tubo è stato diviso in otto spezzoni che sono poi stati infilati dentro dei fori passanti da 5 mm praticati nei cavalierini, in balsa da 12 mm, in modo che fossero tutti ben paralleli tra loro; poi queste guaine in fibra sono state incollate all'interno dei fori dopo aver controllato il perfetto parallelismo delle barre di scorrimento.
Un altro aspetto critico in cui occorre molta precisione è il posizionamento delle cerniere. Il perno del cardine deve essere assolutamente parallelo alle barre, la distanza del perno dalla barra del semi-incidenziometro di destra deve essere uguale a quella dalla barra del semi-incidenziometro di sinistra, e deve essere uguale alle omologhe distanze sull'altra coppia di cavalierini. In questo modo i due cardini si troveranno sul medesimo asse, e questo garantirà che ogni semi-incidenziometro sia posizionato su una sola corda alare.
Per completare il mio incidenziometro ho costruito una tavola in balsa da 12 mm su cui ho applicato un filo a piombo e una scala graduata con una precisione di mezzo grado, realizzata al CAD. Anche in questa tavola ho praticato un foro passante in cui ho inserito le guaine in vetro, che poi ho applicato a una delle barre di carbonio dell'incidenziometro. Il filo a piombo e la scala permettono di leggere l'incidenza del piano che passa per le "V" dei quattro cavalierini: non è indispensabile che lo strumento segni zero quando questo piano è orizzontale, perché tanto le misure sono sempe relative (incidenza dell'ala rispetto al piano di coda).
Per collaudare lo strumento ho misurato i diedri longitudinali dei miei alianti. Ho così scoperto che il Blade 1.9 ha un diedro di circa 1°, il Fredy ha solo mezzo grado e il Superblade addirittura 2,5°! Queste misure spiegano come mai la stabilità del Fredy è così ridotta, rispetto al Blade, e come mai il Superblade tende a delfinare se non applico una buona dose di trim a picchiare.
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