giovedì, giugno 29, 2006

E' sempre "Lui"

Fortunatamente la mia riparazione sulla semiala dell'Apache non ha dato problemi durante la prova di volo.
Stabilità, precisione e reattività sono le solite e non posso che essere soddisfatto!
Ora mi rimangono solo da fare dei piccoli aggiustamenti per trovare il centraggio ottimale e migliorare la risposta delle superfici mobili.
Buon volo a tutti.

mercoledì, giugno 28, 2006

Ali d'aliante

Domenica anche io ho partecipato insieme a Stefano "doctorwind" allo stage di volo a vela dell'AVM presso l'aeroporto di Rivanazzano. Pur essendo grato a Roberto per averci procurato una simile occasione, ci sono andato con un po' di apprensione perché non ero mai stato in aliante e perché non sapevo quale tipo di accoglienza mi sarei dovuto attendere, da aeromodellista occupante "abusivo" dell'aria, da parte dei "veri" piloti.
Per fortuna, le persone che ci hanno accolto a Rivanazzano hanno fatto subito piazza pulita dei dubbi, creando un clima amichevole, assolutamente non intidimidatorio, fornendoci senza supponenza le informazioni che ci avrebbero permesso di prendere posto sull'aliante non da semplici passeggeri ma già da allievi pilota.
Così, dopo averci persino coinvolti nella preparazione e movimentazione dei mezzi (il che, personalmente, ho apprezzato molto perché ha contribuito a cancellare il mio timore di aeromodellista nei confronti del mezzo aereo full-scale), mi trovo con un paracadute sulle spalle a infilarmi nel posto dell'allievo del Twin Astir. Giusto il tempo di farmi spiegare dall'istruttore la collocazione dei comandi e degli strumenti e il cavo di traino è già teso. Dai racconti di altri amici mi aspettavo di soffrire di mal d'aria, ma se così è stato sono stato troppo eccitato per accorgermene. Osservando il trainatore vedevo in anticipo quale aria avremmo incontrato, e mi sorprendo ad attendere con impazienza i movimenti e le accelerazioni che mi fanno capire di essere realmente in volo. Nel frattempo l'istruttore mi invita a provare io stesso i comandi, e giunti alla quota giusta mi dà istruzioni per a sganciare il cavo. Liberi! "E' tuo, prova a virare a sinistra". Porto la barra a sinistra e il filo di lana schizza a destra: certo... l'imbardata inversa! Provo a dare di piede, ma non basta. "Piede e barra, e piede a fondo" mi dice tranquillo l'istruttore. "Guarda dove va il naso se non dai di pedale. Ora riprova, a destra": cerco di coordinare il comando e la virata riesce un po'meglio. Qualche altra manovra mentre ogni tanto guardo l'anemometro per conservare la velocità all'aria sopra i 100 km/h, e l'aliante è ormai sceso a 200 metri: sento l'istruttore che comunica a terra l'inizio della manovra di atterraggio, e subito dopo mi dice "vai per 340 e comincia a sbloccare i diruttori. Ora provali". Eseguo. Guardo verso l'estremità dell'ala sinistra fino a vedere la testata della pista, e chiedo "Comincio a virare in base?" "Ancora un attimo... adesso! vai per 250 e apri un po' i diruttori". L'aliante aumenta la pendenza di discesa, e intanto io guardo la pista che comincia a sfilare verso l'ala. "Ora vira a sinistra per 160", e io eseguo. "Apri ancora un po' e lascialo scendere". "Tieniti allineato". Eseguo un comando dopo l'altro, senza nemmeno pensarci. I controlli sono morbidi, l'istruttore mi sorveglia con molta discrezione. Siamo sopra l'asfalto. "Tienilo su, tienilo ancora, ancora un po'... ecco!". La ruota tocca terra, l'aliante non è perfettamente allineato e dopo una cinquantina di metri di corsa facciamo una breve escursione nell'erba a sinistra della pista. Sento l'istruttore che dà piede a destra, e mi dice "Ho visto che non eri del tutto allineato, ma ho preferito non correggerti". Al che capisco che mi ha lasciato fare, comprendo la sua bravura nel farmi portare l'aliante al suolo, rimanendo sempre di guardia ma dandomi la possibilità di mettermi alla prova! Sono al settimo cielo ma quando esco dall'aliante mi sento quasi goffo, di nuovo a terra.

A bordo del Twin Astir

Domenica è stata una giornata fantastica!
Come gruppo aeromodellistico del Gabbiano RC avevamo in programma uno stage all' Aeroclub Volovelistico Milanese di Voghera per provare il volo silenzioso a bordo di un aliante della società.
Il programma prevedeva una parte teorica e un primo volo al mattino e poi un secondo volo pomeridiano.
Le persone che ci hanno accolto sono state splendide e hanno fatto di tutto per metterci a nostro agio; e ci sono riusciti nel migliore dei modi!
Sinceramente sono ancora "provato" dall'esperienza che per me è stata fantastica.
Non ho parole per descrivere le emozioni avute durante questi due voli e più passano i giorni e più apprezzo ogni piccola sensazione.
Sicuramente è un’esperienza da ripetere al più presto e spero in compagnia anche di Roberto visto che è stato lui ad avvicinarmi a questo fantastico sport!
Un domani chissà, anche un brevetto non ci starebbe male, certo l'impegno sarebbe notevole, ma visto com'è andata la giornata penso che un pensierino si possa fare!


martedì, giugno 27, 2006

Riparazione Apache

Riparazione ala ApacheArmato di infinita pazienza ho messo mano alla semiala dell’Apache.
Per prima cosa ho rifilato i pezzi di oracover strappati in modo che la sovrapposizione con il nuovo fosse visivamente decente.
Visto e considerato, poi, che non avevo a disposizione un bordo di entrata della misura corretta, ho utilizzato un quadrello di balsa che opportunamente sagomato ho incollato verso la parte centrale dell’ala; facendo molta attenzione, una volta asciugata la 5 minuti, l'ho piegato verso l'estremità ed ho incollato anche il secondo punto.
Nel frattempo ho ricostruito le centine andate distrutte (seguendo il profilo RG15 originale) e con queste ho dato poi la curvatura ottimale al bordo di entrata.
Riparazione Ala Apache 2La parte "interessante" è stata quella di lavorare il quadrello per dargli il corretto profilo; per fare questo ho realizzato una sesta che con l'utilizzo di carta vetro e molta pazienza mi ha permesso di realizzare un buon lavoro... ad essere sincero non è stato neanche troppo noioso!
Una volta verificata la corretta planarità del pannello sono passato alla ricopertura con oracover e il solito ferro da stiro della mamma (se mi scopre mi disereda...).
Ora non resta che il collaudo... vi saprò dire.
Buon volo... a me!

domenica, giugno 25, 2006

Tristi notizie

Nella notte scorsa la moglie dell'amico beyondthesky ha perso il suo papà, che anche io avevo avuto la possibilità di conoscere. Amici, vi siamo vicini in questo momento.
Le mie condoglianze vanno anche all'amico Roberto di Tuttala.it, a cui è mancato il papà.
Vorrei inoltre ricordare Marco Donati, anche lui ora vola più in alto di tutti noi.

sabato, giugno 24, 2006

Low-end DS

Per sfuggire alla pesante cappa di afa che grava sul Piemonte, oggi sono salito al Faiallo in compagnia dell'amico Claudio, che mi aveva fatto conoscere proprio quel pendio tre anni or sono. Arrivati verso l'una e mezza, non abbiamo purtroppo trovato il fresco ristoratore che speravamo: trenta gradi anche lì con assenza quasi totale di vento. Per non dichiararci subito sconfitti abbiamo proseguito lungo la provinciale fino all'area pic-nic attrezzata, dove abbiamo pranzato e atteso per un'ora circa che la situazione si chiarisse.
Attorno alle tre ci siamo riportati sotto il pendio del Geremia, trovando una dinamica migliorata che rendeva sopportabile la canicola. Mi sono messo in spalla la sacca dei modelli e siamo saliti al sito di volo, dove ho velocemente praparato il Blade al lancio. La dinamica, pur non esuberante (circa 17 km/h di vento), permetteva di volare senza preoccupazioni e così ho fatto per circa tre quarti d'ora, prima con il Blade e subito dopo con il Superblade.
Quando è venuto il turno del Fredy, dopo averlo trimmmato a dovere (non è ancora a posto, devo rivedere il diedro longitudinale) mi sono detto che sarebbe valsa la pena di provare un giro o due di DS anche con un vento così debole. Ho faticosamente raggranellato un po' di quota e ho lanciato il modello sul lato Nord del pendio: il superamento della zona di taglio è stato molto netto, e chiudendo la traiettoria mi sono accorto che il volo richiedeva ben poche correzioni, permettendomi di far seguire subito altri due giri in accelerazione. Confortato dall'esperimento ho riprovato, trovando una traiettoria in cui il modello accelerava bene senza avvertire scossoni e senza richiedere correzioni avide di energia. Cinque giri, poi dieci, senza la minima difficoltà. Certo, la velocità di punta non è stata alta, ma la pulizia della traiettoria era qualcosa da ammirare.
Dopo aver portato il Fredy all'atterraggio ho lanciato subito il Blade, portandolo immediatamente sul lato Nord per assaggiare le condizioni. Il modello ha mantenuto fede alla sua fama, accelerando in modo molto marcato e deliziandoci con il suo fischio. Anche in questo caso non era velocissimo (150 km/h, ad occhio) ma assolutamente pulito nella linea di volo. Adrenalinico e divertentissimo!
Per il futuro non sottovaluterò più le possibilità del dynamic soaring con condizioni deboli!

mercoledì, giugno 21, 2006

Non fatelo mai!

Apache incidentatoAssicuratevi sempre dello stato di carica delle batterie della vostra Rx prima di lanciare il modello e se siete in dubbio non rischiate, non fate come me!

lunedì, giugno 19, 2006

Juracup 2006

Foto di gruppo ad Arbois
Finalmente trovo il tempo di scrivere qualche riga sulla gara di Eurotour F3J ad Arbois. È stata una esperienza bellissima, sono molto contento di averla fatta. Fisicamente provante (avrò fatto 25-30 traini in due giorni e mezzo), impegnativa come condizioni di volo ma estremamente istruttiva. Innanzi tutto per l'esperienza del traino a mano, che avevo bisogno di sperimentare in vista del mio impegno come trainatore ai campionati del mondo in Slovacchia a fine luglio, ma anche per l'esperienza di pilotaggio e di tattica di gara.
Il sito di volo, l'aerodromo del club di volo a vela di Arbois, si trova in una conca circondata da colline di boschi e vigneti, che a volte regalavano una utile dinamica di pendio ma che in altre occasioni generavano riccioli e discendenze che era indispensabile superare per non ritrovarsi schiacciati a terra. Ho visto volare come non avevo mai visto prima. Io stesso non ho mai volato così lontano e alto come in questi giorni: durante la spirale perdevo di vista il modello nei tratti di "taglio" e dovevo proseguire a stima fino a quando non tornava in un assetto visibile. Carlo Rosso lancia il modello di Alberto GalliziaLe condizioni peraltro cambiavano in modo radicale nel giro di pochi minuti, quindi ci sono state alcune manche facili, altre spaventose in cui nessuno riusciva a fare tutto il tempo operativo in volo. In queste condizioni ho potuto apprezzare quanto pilotavano bene i miei compagni di squadra (eravamo in 12 italiani distribuiti in due squadre): Carlo, Vittorio, Thomas, Marco, i Gallizia, i Generali, Alex, Massimo, tutti piloti da cui ho solo da imparare. Ben tre di loro sono entrati nei fly-off, concludendo la gara al quarto posto (Marco Salvigni), all'ottavo (Carlo Rosso) e al decimo (Thomas Truffo). La gara è stata vinta dal francese Lionel Fournier che ha preceduto lo strepitoso Lammlein. Io ovviamente sono rimasto nelle parti molto basse della classifica: 57esimo su 75 partecipanti. Sono comunque contentissimo, lo rifarei subito. Ho visto che devo migliorare moltissimo ma per fortuna credo di avere tratto qualche indizio su come cominciare a farlo. Perciò alla prossima!

domenica, giugno 18, 2006

Oltre

Si, non è vero che sono solo un "aeromodellista" alla fine realizzo e dico: "non è solo far volare modellini". Lo "stato delle cose" è questo: mi rendo conto che far volare i veleggatori radiocomandati è forse, solo, un pretesto per "stare" con gli Amici, nella natura che più preferisco, per osservare, per compiacermi di piccole cose, che mi fanno stare bene e non solo... anche oggi è stata così, grazie a tutti voi!

giovedì, giugno 15, 2006

F3J Juracup 2006

Domani parto per Arbois, Francia, dove parteciperò alla mia prima gara di Eurotour F3J, la Juracup 2006.

Atterra in una mano...

Apache preso al voloL'Apache si è rivelato un modello molto preciso considerato l’estremo nervosimo che gli abbiamo attribuito dotandolo del massimo comando disponibile sulle superfici mobili. Inoltre dimostra un'alta stabilità e un recupero incredibile nelle situazioni difficili. Queste caratteristiche consentono di poterlo prendere in mano al volo...come ogni F3K che si rispetti!

martedì, giugno 13, 2006

Apache airborne

L'idea di acquistare questo modello nasce da Stefano il quale mi convince aprenderne uno anche per me. E' stato un buon consiglio ed è giunto finalmente il momento di provare questo interessante modello.
In verità la settimana scorsa ad Asti avevo già avuto occasione di saggiare le sue qualità, ma vuoi un po' per la condizione e vuoi anche che era il primo volo non si è potuto capire la vera "indole".
Così sabato il buon Stefano ha offerto l'opportunità a Francesco e a me di visitare un nuovo pendio nell'entroterra ligure. E così è stato. Giunti sul pendio (a circa 1150 m) la condizione si rivelava debole e termodinamica. Nulla di meglio che lanciare il Silent Dream per esplorare la nuova zona. Se all'inizio la condizione era debole (e il Silent Dream mi ha regalato sensazioni favolose) con il passare del tempo la situazione migliorava e il pendio rivelava sempre di più il suo carattere termico.
Il momento era propizio per il lancio dell'Apache. Il modello (classe F3K) HLG/DLG con profilo RG15 apertura di 1,5 m è stato magistralmente realizzato da Stefano che non finirò di ringraziare. Un modello eccellente in volo, come vedremo, ma privo di istruzioni dettagliate e realizzato con materiale che non si può certo chiamare di prima scelta, peccato perchè sarebbe perfetto; questo ha richiesto a Stefano (ahilui) non poche acrobazie per assemblare a dovere tutti i componenti. Ancora una volta (e poi bon se no si "monta" la testa) si è rivelato un eccellente costruttore. Il modello vola benissimo con baricentro molto arretrato. Il campo di vento in cui vola è praticamente totale da 0 a oltre 30 km/h, ottima penetrazione in aria turbolenta, atterra in un fazzoletto. Le velocità a seconda di come lo si pilota sono da un prestallo ad affondate rapidissime e l'autorità sui 3 assi rimane fino allo stallo. Buona conservazione dell'energia che gli permette di risalire a quote elevate "senza troppa fatica" unita ad una eccellente manovrabilità ne fanno un modello divertente e molto dinamico in ogni situazione e, ultimo ma non ultimo, con ottima sensibilità alle termiche.
Domenica invece sul Faiallo lo abbiamo testato con un vento di Tramontana/Grecale N NNE a raffiche e discretamente turbolento nei bassi strati. Tutto l'inviluppo di volo, viti comprese, è stato esplorato e si è confermato un modello sincero prevedibile in ogni assetto di volo. La stagione e nuovi pendii sono davanti a noi, ci sarà da divertisi.

mercoledì, giugno 07, 2006

Panorama

Panorama a San Nazario di Montechiaro (AT)
A complemento del post di Doctorwind, mi pare giusto mettere una foto dello splendido panorama in cui si sono svolti i voli collinari sabato scorso.

Asti Asti Asti

Stork al lancioSabato 3 Giugno è stata una giornata molto "piena". Siccome non ci ero mai andato, mi sono recato ad Asti con Roberto e Francesco per passare un pomeriggio di volo in loro compagnia.
Inizialmente siamo andati al campo di volo visto che Francesco era ansioso di mostrarci la sua nuova creatura da F3J e il lancio con il verricello; dopo "lunghi" preparativi con punta e mazzetta da "mazzacane" ci ha mostrato la potenza del lancio che si è rivelato davvero molto emozionante! Lo Stork ha una altissima sensibilità alle termiche e una stabilità di volo notevole, davvero un bel modello! La rastremazione dell’ala mi ricorda però un... (ndr privata). Eh bravo Francesco! Ora non ce ne sarà più per nessuno…
Nel frattempo sono arrivati altri soci simpatici e disponibili che hanno dato al campo un'atmosfera molto familiare; tra tutti i modelli in volo ne ho visto uno che... "Voi umani"... il disco volante! Bello bello bello; da tenere in considerazione per il prossimo kit!
Finalmente giunge il momento di collaudare l’Apache (amichevolmente detto Apacci) di Roberto che ho terminato giusto in tempo per oggi.
È un modello di Valenta per l’F3K ma il profilo RG15 e il carico alare di ben 20 g/dm² lo rendono più adatto ad un uso "fun" anche in pendio con condizioni ventose.
Con Roberto ai comandi Francesco si esibisce in lanci a disco piroettando come una trottola e, lancio dopo lancio, la quota iniziale aumenta sempre di più! È indubbiamente un modello molto divertente e si dimostra molto sensibile anche alle piccole termiche vicine al terreno, ma in quanto a qualità dei materiali...
Tutto sommato il collaudo è positivo e piace molto a tutti; per fortuna anche Roberto è soddisfatto del mio lavoro... meno male; a questo punto decidiamo di spostarci in collina per cercare anche un po' di dinamica e sinceramente non vedevo l’ora visto che non avevo ancora volato.
Trovato un posto interessante, Roberto esce subito con l’Apacci ma dopo un paio di lanci è costretto a terra da una piccola rottura, non si scoraggia, prepara il Trendy elettrico ed è subito su "saturno"! Nella parte pianeggiante sottostante il pendio ci sono delle ascendenze molto forti che invitano in volo anche dei rapaci che danzano con il modello.
Finalmente è il mio turno e posso apprezzare il volo del mio Apache in uno scenario davvero incantevole tra mille termiche che mi regalano a fine serata un volo di quasi venti minuti; davvero emozionante e divertentissimo non c’è che dire. Il mio era quasi un collaudo visto che dopo il primo volo avevo effettuato molte modifiche di alleggerimento e in particolare avevo modificato il diedro longitudinale visto che il collaudo iniziale non era stato per nulla soddisfacente!
Anche Francesco dopo averlo provato è rimasto piacevolmente impressionato e dice di volerne acquistare uno... ormai è contagiato anche lui!
La serata è poi proseguita nel migliore dei modi con pizza e gelato in centro ma soprattutto sempre in ottima compagnia dei miei amici e della famiglia di Roberto.
Buoni voli a tutti.

venerdì, giugno 02, 2006

Collaudo Stork

Da qualche tempo mi sono reso conto che se intendo fare progressi in F3J mi devo procurare un modello più leggero e in grado di sfruttare le condizioni deboli meglio di quanto non riesca a fare il Superblade. Nella gara di Lodi questo è risultato con tutta evidenza. Per fortuna l'amico Franco mi aveva da poco offerto un suo Stork II usato, e dopo avere visto dal vivo le perfette condizioni in cui lo ha tenuto ho deciso di acquistarlo.
Lo Stork II è un modello da F3J con un'apertura alare di poco più di 3 metri e 20 cm, superficie alare di circa 65 decimetri quadrati e profilo HN354. L'ala è in tre Lo Stork dopo il collaudopezzi, con un centrale in carbonio e due terminali in fibra di vetro, uniti da baionette in fibra di carbonio. La fusoliera è in kevlar e, nella mia versione, supporta un impennaggio di coda a V.
Nel corso della passata settimana ho allestito il modello, il che ha significato semplicemente inserire una ricevente Schulze Alpha 840 (che presto sostituirò con una Multiplex a sintesi di frequenza), fare il bilanciamento, caricare le batterie e impostare il programma radio. Oggi, sul campo di Asti, ho avuto il piacere di collaudare lo Stork.
I primi lanci a mano, fatti grazie all'aiuto dell'amico Leonardo, hanno mostrato che trimmaggi e bilanciamenti erano accettabili per cominciare. Sono così passato al verricello, impostando la radio per una fase di salita molto tranquilla: lo Stork è salito in modo non certo ottimale ma senza comportamenti preoccupanti, quindi mi sono liberato dal cavo e ho cominciato a sondare l'aria. Già nel primo volo ho trovato tre potenti termiche, che hanno fatto salire il modello così da permettermi di regolare i freni aerodinamici con tutta tranquillità, e terminare con un atterraggio regolare e ben controllabile.
Il secondo volo, effettuato con un programma di salita un po' più aggressivo, con quasi 50 g di piombo in meno nel naso e con una aumentata autorità degli alettoni, mi ha permesso di provare un po' meglio le qualità di termicatore dello Stork. Il modello segnala benissimo le ascendenze, e ci gira dentro senza problemi solo con il direzionale; il rateo di discesa è modesto, e la velocità non eccessiva: con tre termiche ho subito fatto più che il "pieno", toccando terra 11 minuti e mezzo dopo lo sgancio.
Il terzo lancio è stata tutt'altra storia. Ho fatto l'errore di lanciare con l'elevatore a corsa piena (senza dimezzatore), il che mi ha indotto a fare una picchiata di fine salita troppo pronunciata: lo Stork ha superato il paracadute che è rimasto impigliato nella coda. Il modello è immediatamente impazzito: per fortuna ho subito riconosciuto che cosa era successo (avevo letto di questo tipo di incidenti in un articolo scritto da Rover Mersecchi su Modellismo qualche anno fa), quindi ho smesso di azionare il verricello, ho aperto i freni e in qualche modo sono riuscito a riportare lo Stork a terra, pur impigliato nel cavo, senza danni.
Dopo un controllo di tutte le parti strutturali e mobili del modello, ho deciso di chiudere la giornata con un quarto lancio per sconfiggere la paura accumulata. Ho naturalmente optato per uno sgancio quasi in piano, naturalmente con i dimezzatori inseriti, e il volo è filato liscio senza alcun problema. In conclusione, lo Stork si è dimostrato un buon termicatore e un modello facile da pilotare: credo che abbia un ottimo potenziale e spero di riuscire quanto prima a metterlo a punto per poterlo schierare nelle prossime gare.