domenica, luglio 08, 2012

Maxa build log

Ho ricevuto da poco una voluminosa cassa proveniente dall'Ucraina. All'interno c'era il Maxa, il nuovo modello di Vladimir Gavrilko progettato da Joe Wurts. Vladimir mi ha fatto omaggio di un Maxa perché potessi usare i miei strumenti per la messa a punto e verificare così se una serie di previsioni numeriche, che su sua richiesta avevo nei mesi scorsi elaborato con XFLR5, avessero un buon riscontro con la realtà.
Il modello mi è arrivato completo di due set di tip, per raggiungere un'apertura alare di 3.5 e 4 metri, e del nuovo elevatore che risulta avere un 20% di superficie in più rispetto a quello usato nella produzione iniziale. Come già era per il Supra, il modello comprende una fusoliera composta da un bulbo frontale in kevlar e un tubo di coda in carbonio biassiale, che devono essere uniti in fase di montaggio. A differenza del Supra, il Maxa ha però la deriva già installata in modo permanente, perché l'elevatore non è in "tandem" ma incastrato nella deriva, che quindi deve ospitare i leveraggi di comando.
L'ala è ripartita nei tre tradizionali segmenti, il centrale e le due tip. Questo è il Maxa in versione "hard", con centrale full-carbon e tip carbon-kevlar/glass. Il carbonio usato è il famoso spread-tow non-tessuto di Gavrilko, un materiale biassiale senza scavalcamenti, tenuto insieme (credo) solo da un tipo particolare di appretto; permette un laminato molto leggero a parità di resistenza, e viene usato con "bias" differenziati (+30 / -30 gradi opppure +45 / -45 gradi) a seconda delle caratteristiche di direzionalità desiderate.
Come per il Supra, la costruzione inizia incollando insieme pod e boom. Per trovare l'allineamento ci sono diversi modi, io ho usato uno scaletto che Denis ha progettato e realizzato con la sua fresa CNC. La precisione è sufficiente, e per l'incollaggio basta dell'adesivo epossidico 30 minuti appena addensato.
Il vero problema della fusoliera è però l'allestimento interno. Vladimir suggerisce di usare una batteria LiFePO4 e due servi JR DS378, ma nessuna delle due soluzioni mi ha convinto. Per cominciare, conosco troppo poco la chimica LiFe rispetto a quella NiMH, per cui rischierei di non sapere mai quando la batteria ha ancora carica sufficiente; inoltre ci vuole un regolatore se i servi non sono del tipo HV (e io volevo montare i famosi servi MKS che non reggono più di 6 V). I servi DS378, inoltre, non mi hanno convinto sui flap del Supra e del Pike Perfect Electro: potenti e veloci, è vero, ma non sufficientemente precisi e con un doppio zero decisamente evidente.
Grazie alle prove già fatte da Max, e con qualche esperimento personale, sono riuscito ad allestire il pod con 4 celle Eneloop AA, un servo Futaba S9550 per l'elevatore e un Graupner DES488 per il direzionale, la ricevente Futaba 6208 e un tester per le batterie, lasciando comunque lo spazio per l'inserimento del ballast. Con questo "arredamento" ho raggiunto il baricentro che avevo mesi fa calcolato con soli 5 grammi di piombo aggiunto!
Nelle ali ho usato servi MKS: due 6125 ai flap, due 6125-mini agli alettoni delle tip da 4 metri, e due 6100 agli alettoni delle tip corte. Per i 6125 e i 6125-mini ho usato i telai portaservo proposti dalla MKS stessa, incollati in ala insieme al servo protetto dal domopak, in modo da garantire una "seduta" ideale. Tutti i servi sono stati comunque resi solidali anche alla pelle inferiore dell'ala, secondo la ricetta JW che già avevo usato per il Supra, usando scampoli di balsa, compensato e carbonio. In questo allestimento, non particolarmente leggero, il modello mi è venuto a pesare 1680 grammi nella versione 3.5 (lo stesso peso del mio Supra) e 1790 grammi nella versione da 4 metri.

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