domenica, marzo 20, 2005

Termiche da p(i)a(n)ura!

Stamattina la speranza era quella di aprire la stagione in pendio, ma le informazioni meteo dicevano che il cielo sul sito di volo era nuvoloso e il vento assente.
Dovendo rinunciare al pendio, decido di recarmi al campo di volo locale. Più per vedere chi c'è che per volare davvero. Alle 16 sembra che sia già sera, l'aria è fosca e di un colore dorato in tutta la metà di cielo attorno al sole. C'è anche un po' di vento, circa 15 km/h continui.
Carico le batterie dell'aliante elettrico e lancio. La visibilità è cattiva: dico al mio collega a fianco che vola a scoppio: "incredibile, c'è persino un po' di foschia". Il modello diventa più difficile da vedere e tolgo motore. Decido di fare come suggerito nell'articolo "Il Fiume d'Aria" su Ventus: porto il modello sopravento e inizio a fare delle traverse a 90° rispetto alla direzione del vento, bordeggiando in modo da "sentire" sempre aria nuova. Flappo il profilo e il modello sale, sale, sale. Al punto che devo riportare il profilo "liscio" per fermare la salita, perché il modello è troppo alto e lo perdo di vista nelle virate. Scherzo con l'uomo-FIAM locale: "Sono in contravvenzione secondo te?" "Eh, guarda che dovresti rimanere SOTTO i 400 piedi!"
Intanto il vento rinforza improvvisamente... e io penso: "se l'articolo ha ragione questo rinforzo può essere dovuto ad una bolla che si è staccata dietro di me. E' aria in cui sono già passato ma una bolla può sempre capitare". Alzo i flap e mi dirigo velocemente sottovento per sentire cosa c'è. E la trovo! Riesco a starci dentro per un po', guadagno una quarantina di metri e poi mi scarica. La scoperta mi ha galvanizzato: faccio due acrobazie per scaricare la tensione e poi ridò motore puntando sopravento. Di nuovo ad un certo punto sembra di essere finito dietro ad un velo di foschia. Salgo ancora un poco e spengo. E di nuovo aggancio, o meglio: è talmente diffusa e grande che basta fare traversoni per salire.
Sono di nuovo al limite della vista, faccio un'affondata e mi riporto sottovento. Stavolta non trovo niente (ma non avevo più sentito il vento cambiare, a dire il vero), ma mi accorgo che il contrasto con il fondo cielo quasi non c'è più, è ora di scendere. Chiedo ad un amico vicino di leggermi i timer. "55 secondi su uno e 18 sull'altro". Rimangono ancora 55 secondi dei 2 minuti e 15 iniziali di motore e sono già a 18 minuti (già, non erano secondi) di volo. Riaccendo il motore, risalgo oltre il velo di foschia e faccio altri otto minuti di termica. Poi scendo, con ancora 10 secondi di motore prima che l'allarme della radio suoni, atterraggio perfetto a 26 minuti e 34 secondi.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Che modello usi,leggo che adoperi i flap,dovrebbe essere di una certa importanza,che configurazione elettrica adotti e che celle usi,comunque 26 minuti di volo con 135 secondi di motore mi sembra un'eccellente risultato,complimenti.

Franz ha detto...

Il modello di cui racconto in questo post è il Falcon della X-Models (vedi anche il post "Buon Compleanno" e la relativa foto). E' un 2m tutto fibra, con alettoni quasi a tutta apertura che impiego anche come flapperoni usando il comando per profilo variabile della mia radio.
Il mio Falcon è motorizzato con un brushless Jeti Phasor 30-3, elica Graupner 12x8, 9 celle 1200 2/3SC. Il peso in ordine di volo è di 1600 grammi, e con questa motorizzazione fa in media quattro salite a circa 150 metri con una buona pendenza.