Vedo che il blog è fermo da quasi due mesi. Eppure Il Gabbiano R/C non è andato in letargo, né è stato colpito dall'influenza aviaria. Naturalmente, il tempo degli ultimi due mesi ci ha impedito di andare in pendio (con qualche lodevole eccezione, vero Stefano?) ma non per questo i nostri alianti sono rimasti tranquilli a svernare. Per quanto mi riguarda, sono riuscito ad alternare i tipici lavori di manutenzione invernali con qualche soddisfacente occasione di volo in pianura. Tanto per cominciare, dopo la costruzione dell'incidenziometro di cui parlavo nell'ultimo post ho provveduto a regolare i diedri longitudinali del Fredy (che era troppo piccolo) e del Superblade (troppo grande) nella speranza di ottenere migliori prestazioni; le prove effettuate con quest'ultimo al traino mi hanno molto confortato, ma ne parlerò in seguito. Secondariamente, ho messo mano al Dremel per riparare l'estremità alare del Fredy che era rimasta danneggiata durante l'ultima uscita, usando la consueta tecnica svizzera. La rifinitura di questo lavoro mi ha poi offerto l'occasione di rifinire anche la riparazione di un analogo problema capitato al Blade: ho così provato a usare uno stucco da carrozzeria che, benché un po' pesante, è molto fluido e spatolabile in strati molto fini per riempire ottimamente i forellini del tessuto di vetrro; ho sperimentato anche un primer acrilico spray per la finitura di superficie con cui si riesce a ottenere un lavoro davvero buono.
Il volo di pianura. Dopo la correzione del diedro longitudinale del Superblade, portato ora a meno di 1,5 gradi, il modello ha molto migliorato le sue caratteristiche. Ho potuto arretrare ulteriormente il CG ottenendo la caratteristica di volo che cercavo, vale a dire la capacità di continuare nell'assetto in cui lo metto senza apprezzabili effetti di auto-stabilizzazione. Il ragionamento che ci sta dietro è presto detto: se il modello "di suo" vola senza autostabilizzarsi, significa che ogni disturbo dovuto all'aria diventerà rapidamente evidente sulla linea di volo; spero così di avere un aiuto nell'individuare le zone di aria buona e di aria cattiva.
Su questo, però, le mie capacità sono ancora molto scarse. Domenica ho fatto qualche volo al verricello, e con grande soddisfazione sono riuscito nelle ore più calde della giornata ad agganciare alcune potenti termiche, che mi hanno tenuto in aria ben oltre il tempo del "pieno". Erano talmente belle e generose che non ho nemmeno voluto scendere per conquistare l'atterraggio allo scadere del tempo, ma ho preferito continuare a godermele fino a raddoppiare il tempo di volo previsto. Dopo un po', però, le condizioni sono cambiate, al punto che i tempi di volo sono precipitati nella zona maledetta tra i tre e i quattro minuti. Carlo, con cui mi stavo allenando, mi ha allora suggerito una strategia per le condizioni deboli: lasciare che il modello vada per conto suo, portandolo lontano in un cerchio molto ampio, senza disturbarlo inutilmente per cercare termiche illusorie. Detto e fatto: il Superblade "radiodisturbato" ha continuato a volare quasi da solo, con solo qualche correzione sugli alettoni per tenerlo nella traiettoria circolare, per sei minuti e mezzo pur senza agganciare nulla! Insomma, il modello vola molto meglio di quanto io non piloti!
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