martedì, ottobre 25, 2005

Il Gabbiano trainato

In uno scambio di e-mail con Vittorio Givone, la scorsa settimana, ho ricevuto da lui un invito a provare l'esperienza del volo in pianura con lancio al verricello. Domenica mi sono perciò unito alla squadra F3B/F3J che frequenta il campo di Crivelle, in provincia di Asti. C'erano Carlo e Maurizio, che già conoscevo per averli più volte incontrati sulla pista in Asti, Franco e naturalmente Vittorio stesso.
Il modello prescelto per la prova è stato il Superblade, che aveva già avuto trascorsi F3J con Rover Mersecchi, il precedente proprietario. Vittorio mi aveva preannunciato la possibilità di provare il traino con verricello elettrico da F3B e anche con la fionda elastica che usa per i suoi modelli da F3J. Tutte cose nuove per me, che perciò ho passato la settimana scorsa a raccogliere indicazioni e consigli su come centrare e regolare il modello per il traino. Mi sono così formato due specifiche paure: la prima, di avere il modello centrato troppo avanti (sto infatti ancora facendo pratica con questo modello) perché il gomito del gancio di traino, anche nella sua posizione più avanzata, si trova solo due o tre millimetri avanti al baricentro; la seconda, di "tirare" troppo la salita sotto trazione, sovraccaricando l'ala fino al limite di rottura. Ho allora programmato sulla radio una fase di volo "start" con un deciso trim a picchiare, nella speranza di contrastare il temuto effetto "a impennare" e contemporaneamente limitare la resistenza del modello alla trazione.
Ovviamente, giunto sul campo, ho sottopostto le mie regolazioni agli esperti che mi circondavano e che le hanno giudicate troppo prudenti. Fidandomi completamente dei loro consigli ho anche deciso di provare il primo lancio direttamente al verricello, che con la sua trazione costante e la quota di sgancio alta è più sicuro rispetto alla fionda. Verricello F3BLe uniche concessioni alla mia inesperienza sono state il profilo neutro (di solito per il lancio è flappato) e il piede di Maurizio per controllare la potenza del verricello. Prima Carlo mi ha mostrato un lancio con il suo F3B, per mostrarmi la tecnica di sgancio, e poi è venuto il mio turno. Maurizio ha agganciato il paracadute al Superblade, ha messo in tensione il cavo, ha atteso che mi posizionassi alle sue spalle e poi ha mollato la presa. Il modello ha cominciato a salire dritto e senza nessuna brutta tendenza, richiedendo solo poche correzioni. Dai commenti ho capito che la traiettoria di salita era tutt'altro che ottimale e che la manovra di sgancio ("bunt") era anche peggio, ma dopo pochi secondi il Superblade stava già veleggiando a 80-90 metri di quota senza incidenti. Il volo non è stato altro che una lunga planata mentre cercavo il trim giusto per la pianura e il centraggio scelto. Non ho prestato la minima attenzione ai segnali di termica, limitandomi a lasciarlo correre sotto l'effetto della mia adrenalina e a curare un atterraggio decoroso in pista.
Nel giro di qualche minuto ho ripetuto l'esperimento, questa volta con 5 gradi di flap in positivo, ottenendo una salita più ripida ma con qualche accenno di tip-stall perché non avevo tenuto conto del fatto che Maurizio stava limitando la velocità del verricello per proteggermi le ali. Il guadagno di quota non è quindi stato rilevante rispetto al primo tentativo; ho però notato che le ali non sembrano flettere particolarmente durante la trazione (mentre flettono durante il bunt) quindi forse ci sono margini per aumentare la velocità.
Il terzo esperimento della giornata è stato un traino con la fionda elastica di Vittorio. Dopo avermi mostrato la tecnica con un paio di lanci del suo modello ed avermi istruito per un traino veloce e non troppo tirato abbiamo agganciato il Superblade e Vittorio lo ha lanciato per me. La salita è stata regolare e lo sgancio assolutamente tranquillo, senza necessità di bunt: ho semplicemente visto il paracadute scendere verso terra e ho capito che il modello era libero. Da una quota di circa 40 metri ho cominciato a esplorare l'aria trovando un po' di termica diffusa che sicuramente non ho saputo sfruttare a dovere perché dopo tre minuti ero già al suolo.
Che dire? l'esperienza mi è piaciuta molto e la ripeterò sicuramente, anche perché Vittorio e Carlo hanno rinnovato la loro disponibilità ad aiutarmi. La fionda, se da un lato non ha la capacità di lanciare il modello alla quota raggiungibile dal verricello, mi è parsa un ottimo sistema per sfruttare il Superblade in pianura limitando il ricorso ad attrezzature costose. Magari per allenarmi in vista, in futuro, della formula F3J... chissà!

martedì, ottobre 18, 2005

Si può fare...

Ciao a tutti,
sono completamente d'accordo su quanto dice Frank in merito alla sicurezza. La sicurezza è un fattore su cui sono assolutamente intransigente. Per quanto mi riguarda e senza andare su inutili elucubrazioni, io utilizzo il seguente metodo: Prima del volo: tipicamente prima dell'accensione della radio URLO la frequenza/canale così "si sa" e attendo eventualmente se qualcuno dice che ha la stessa frequenza, poi ho un cartellino Frequenza/Canale/Nome; se appeso già da solo fornisce utili informazioni in merito, se non bastasse sotto la radio ho stampato su etichetta adesiva Nome Canale e Frequenza. Immediatamente prima del lancio: controllo le superfici mobili e la loro corretta deflessione e lancio senza intralciare il volo degli altri o quanto meno verifico che non vi siano modelli in volo in prossimità del punto di lancio. La fase del volo va da sè. Prima di atterrare: annuncio sempre la mia intenzione -PRIMA-. L'assicurazione meriterebbe una ben più ampia analisi: ricordo che comunque, se non si può fare diversamente e se uno si accontenta, quella cosidetta "del Capofamiglia" può andare bene se ha le estensioni corrette per l'aeromodellismo... ma non garantisco... io ho quella della FIAM. Inoltre, aggiungo che il rigore di volare in sicurezza lo si dovrebbe avere innanzitutto da soli se poi si è in gruppo dovrebbe aumentare, ma tutto non si può avere, talvolta... per alcuni tutto questo pare troppo (pazienza).

Volare in sicurezza, per favore!

Grande folla, domenica scorsa, sul pendio del Faiallo. Tanti amici, famiglie, gitanti, modellisti, tutti a godersi l'ultimo scampolo di stagione.
L'affollamento del sito di volo abituale dovrebbe spingere tutti a aumentare gli sforzi per volare in sicurezza, per sé ma soprattutto per gli altri che magari non sono modellisti e si stanno solo godendo una passeggiata. Devo invece stigmatizzare come più gente significa purtroppo meno sicurezza, o almeno questo è quanto ho visto domenica. Non parlo di condotte di volo spericolate o audaci, ma di semplici e forse istintivi comportamenti che, se accettabili quando si vola da soli, sono fonte di rischio inutile se si vola con altri. Parlo di accendere la trasmittente senza avere verificato le frequenze degli altri in volo. Parlo di atterrare con un 4 metri a pochi metri dalla schiena di un altro modellista che sta recuperando il proprio modello. Parlo di volare con lo stesso 4 metri senza una idonea assicurazione.
Il pendio, almeno il nostro, non è un campo volo: nessuno può impedire a nessun altro di andarci, di volare. Ho sempre apprezzato tutto questo. Occorre perciò il massimo senso di responsabilità per continuare a fruirne nel rispetto degli altri. Per favore, non dimentichiamolo a casa!

domenica, ottobre 09, 2005

"La famigghia... è una cosa importante"

(La famiglia dei Blade, ovviamente, non quella di Don Vito Corleone...)
Approfittando di una giornata di bel tempo che ha fatto seguito ad una settimana pessima, oggi ho portato il nuovo Superblade sul pendio del Faiallo per il collaudo. Arrivo contemporaneamente a Roberto sul sito di volo, dove già ci attendono Stefano, Valter e Giancarlo. Il vento soffia da Nord a circa 25 km/h. Monto velocemente i due Blade e faccio le prove radio: per il Superblade tutto OK, ma il Blade da 1.9 metri mostra qualche problema di ricezione. Rivedo davanti agli occhi il film del sabato precedente, e decido di provare a spostare l'antenna all'esterno della fusoliera; putroppo nel Blade c'è pochissimo spazio e per estrarre l'antenna devo estrarre la radio e per questo devo staccare tutte le spinette dei servi. Francesco e il Superblade in posa al FaialloIn poche parole ci vuole quasi mezz'ora, ma dopo l'intervento i disturbi sono completamente spariti: che i guai radio di sabato scorso fossero un problema locale al mio ricevitore? Certo è vero che anche Roberto ha avuto qualche disturbo di troppo, e che è ormai da un pezzo che volo con l'antenna in fusoliera... il caso non è chiaro ed è ancora aperto.
Mentre ritorno dalla prova radio Roberto mi sollecita al collaudo del Superblade, perché il vento è diminuito di intensità e soprattutto è diventato molto laminare. Affido dunque il modello a Roberto per il lancio, provo tutti i comandi e... via! Il modello è un po' cabrato e tende a rallentare troppo, metto giù un po' di tacche di trim e la traiettoria si stabilizza. Lascio che il modello vada per conto suo per impararne il comportamento, e vedo che pur essendo stabile tende a sentire molto ogni movimento dell'aria. Sale in termica che è una bellezza, ma il carico alare è basso (paragonabile a quello del Blade piccolo) e perciò velocità e capacità di tenere l'energia non sono all'altezza. Ci vorrà sicuramente qualche etto di ballast.
Dopo una ventina di minuti di volo faccio qualche prova con il butterfly per trovare la giusta compensazione e inizio a provare i circuiti di atterraggio. Il Superblade non vuole scendere, occorre arrivare molto basso e dispiegare completamente il butterfly per riuscire a posarlo sul terreno. Collaudo positivo e primo volo concluso a 22 minuti!
Mentre mi riprendo dalla tensione (non avevo mai portato un modello oltre i 2 m e non mi aspettavo la risposta "lenta" ai comandi favorita anche dalla bassa velocità), vedo uscire Roberto con l'ASW 24 di Stefano, che ha bisogno di trim, e poi con il Merlin. L'opinione di Roberto, confermata da Valter e Giancarlo, è che le condizioni stiano indebolendosi al punto da non riuscire a stare in aria. L'anemometro segna circa 22 km/h orizzontali e 10 verticali... non molto ma neanche troppo poco per il Blade. Me lo faccio lanciare da Stefano perché si tratta di collaudare le riparazioni fatte in settimana e preferisco avere le mani sui comandi, ma non ce n'è bisogno: il modello fila via dritto e tranquillo come al solito, non ha preso cattive abitudini. Non c'è la minima traccia di problema radio (ma non mi fido a provare il DS... troppo pericoloso visto che la causa dei disturbi non è ancora chiarita). In confronto al Superblade scarico, il Blade normale vola come su un binario, senza tentennamenti dovuti all'aria che attraversa. Certo non sale come il fratello maggiore, ma vedo con piacere che è rimasto lo stesso anche dopo i miei interventi con resina, tessuto di vetro e stucco.
Riportato a terra il Blade, mi faccio lanciare di nuovo il Superblade per un secondo volo. Le condizioni di vento sono più laminari di quanto non fossero prima, e mi godo veramente il volo. Il Super è davvero efficientissimo, e quando lo avrò caricato a dovere sono certo che si metterà anche a correre come piace a me.

sabato, ottobre 08, 2005

Superblade

Superblade 1Grazie ad un'occasione fortunata ho acquistato il modello che spero mi potrà dare soddisfazioni nella prossima stagione. Si tratta del Superblade della X-Models, il fratello maggiore da 3 metri e 15 del Blade che già ho e che tanto mi soddisfa. Se saprà offirmi il livello di prestazioni a cui il modello da 1.9 metri mi ha abituato, ci sarà da divertirsi.
Per ora ho terminato l'allestimento del modello e oggi ho provato, sul campo di Asti, un lancio a mano per farmi un'idea del centraggio. Domani, visto che il tempo sembra ben intenzionato, potrebbe essere la volta del collaudo in volo. Vento da Sud, per favore!

domenica, ottobre 02, 2005

Paura!

La giornata di ieri al Faiallo è stata la più spaventosa che ricordi su quel pendio.
Nel primo pomeriggio giungo sul sito insieme a Valter e ad un suo amico di Ovada. Il cielo è coperto ma non fa troppo freddo, e in più il vento è proprio quello adatto.
Diamo inizio ai voli e subito cominciamo a divertirci; faccio un paio di uscite con il Fredy e una con il Blade, provo anche il DS ma la direzione del vento, in rotazione verso Est, non è delle più favorevoli.
Arriva anche Stefano con il Trendy e il nuovo ASW 24. Iniziamo un volo a tre ma a un certo punto Stefano ed io ci accorgiamo che qualcosa non va, i modelli sembrano pigri al comando. Il Blade perde addirittura il contatto radio per alcuni istanti: si sente il cercamodeli che entra in funzione. Atterriamo per investigare le cause... dal momento che Stefano ed io abbiamo volato insieme già tante volte, e che Valter è sui 72 MHz, diamo la colpa al mio telefono cellulare che avevo dimenticato, acceso, nella tasca del giubbotto.
Ripongo il telefono nello zaino e esco con il Fredy: c'è qualche sballottamento ma potrebbe essere il vento. Esce anche Stefano e, benché io non noti differenze evidenti, la sua sensibilità al modello lo porta a dire che non si comporta nella solita maniera. A quel punto lancio il Blade e raggiungo in volo Stefano e Valter. Per un bel po' tutto va nel migliore dei modi, ma ad un certo punto mentre il modello si sta allontanando da me mi accorgo che non risponde più ai comandi pur non essendo ancora particolarmente lontano. La ricevente a microprocessore mantiene l'ultimo comando valido, quindi il modello non precipita ma continua pericolosamente ad allontanarsi. Il problema perdura alcuni secondi: vedendomelo già veleggiare verso Voltri inizio a correre per ridurre la distanza (ingenuamente: il Blade è ben più veloce di me in corsa), e finalmente recupero il controllo. Viro subito per riportare il modello verso l'atterraggio: apro i freni, sottovento, base, virata in finale e in quel momento perdo nuovamente il controllo! Il Blade dà "giù di muso" verso il terreno da 7-8 metri, e l'impatto è inevitabile.
Scendo insieme a Stefano per vedere che cosa è accaduto, preparandomi a trovare un disastro. Invece, per fortuna troviamo la fusoliera piantata di naso nel terreno morbido, e l'ala posata a lato, in un solo pezzo. Le viti di nylon hanno agito da fusibile, spezzandosi e assorbendo parte dell'impatto. L'ala ha solo un'ammaccatura a un flap e una cricca su un terminale alare; la fusoliera una crepa superficiale sul trave di coda: un ringraziamento va a Marco Berti che costruisce modelli decisamente robusti.
Mentre recuperiamo, i disturbi radio proseguono: sentiamo il cercamodelli che si attiva e inizia a suonare, smette, ricomincia. E' a quel punto chiaro che si tratta di un problema radio, e che quindi è necessario capire da dove provenga. Iniziamo una "passeggiata" con i modelli per cercare se ci sono punti in cui il disturbo è maggiore, ma senza successo: i disturbi si ripetono, ma in modo che non sembra avere nessuna correlazione con il luogo. Ci sembra di rilevare invece una correlazione con la presenza del cellulare acceso di Valter (dopo averlo spento i disturbi non si sono più riprodotti), ma è tardi, diventa buio e ce ne andiamo senza elementi conclusivi.
Al momento non riesco a capire se si sia trattato di disturbi radio o di problemi al ricevitore. Il ricevitore (Schulze Alpha 8) è ormai ampiamente collaudato e non ha mai dato problemi; è vero che i problemi si sono presentati sempre in condizioni in cui il cellulare di Valter si trovava sulla "linea di mira" tra la trasmittente e il modello, ed è vero che l'andamento intermittente dei disturbi può ricordare il periodico "handshaking" del cellulare con la la stazione base, ma mi sembra incredibile che un trasmettitore su frequenze così lontane dalle nostre possa dare problemi. Resta il sospetto che qualche radioamatore stesse trasmettendo fuori dalla sua banda: i radioamatori sono persone serie e competenti, ma magari un'antenna non accordata può essere sfuggita ai controlli... non so proprio dire.