giovedì, novembre 25, 2010

Sesta prova Autonomy F5J 2010 a Molinella

Nel weekend del 14 novembre sono andato con Thomas a Bologna per partecipare all'ultima gara di Autonomy del 2010. Le previsioni del tempo non erano incoraggianti, ma non volevo mancare all'appuntamento anche perché era ancora in palio il secondo posto nel campionato 2010, per cui ho rischiato considerando che, nel peggiore dei casi, avrei passato un fine settimana mangiando bene in compagnia di amici. Col senno di poi ho preso la decisione giusta, perché il meteo ci ha regalato in realtà la gara forse più interessante dell'anno.
La domenica mattina prima dell'inizio della gara, la pianura attorno a Molinella era avvolta nella foschia, che diventava vera nebbia al di sopra di una trentina di metri, nascondendo la punta dei tralicci degli elettrodotti maggiori. Allo scattare del tempo operativo, però, Max Verardi non perde tempo e lancia: porta il modello fino al limite dello strato di nebbia più densa, e inizia a spiralare. E il modello sale, o alla peggio mantiene l'altezza permettendogli di completare a dispetto del mio stupore il primo lancio. Credo che per Max guardare l'incredulità delle nostre facce in quel momento sia stato un piacere unico. Comunque l'incredulità non ha impedito a Thomas e a me di lanciare subito dietro, e cominciare a staccare i cartellini dei voli completati sempre rimanendo sul limite della non-visibilità, facendo a volte mezzo giro in totale invisibilità sperando di non incontrare un altro aliante, o azionando il butterfly per riportare il modello sotto lo strato peggiore. Di queste condizioni ha fatto purtroppo le spese Paolo Dapporto, che ha perso di vista il suo modello per poi ritrovarlo, gravemente danneggiato, nel campo a fianco.
Le condizioni "grasse" non sono durate molto: dopo la prima mezz'ora la diffusa che Max aveva correttamente identificato è sparita, lasciando il posto ad aria abbastanza immobile, con qualche buca e qualche termica. Sono così giunto alla pausa pranzo voluta dal padrone di casa Dapporto con 17 voli nel carniere, sempre uno in meno di Max.
La ripresa dopo la pausa è stata difficile. Senza nessuno a leggere l'aria, e con meno di quattro minuti di energia rimasti nelle batterie, lanciare era un azzardo considerevole. Ho fatto il pollo e ho aspettato Max, seguendolo poi per quattro voli fino a quando prima Thomas e poi lui non hanno esaurito la carica della batteria. A quel punto, a sorpresa, dalla batteria che mi aveva prestato Max è uscito ancora un volo che ho trasformato in un "pieno" seguendo una termica lontana sottovento, e un "non pieno" di oltre due minuti. Questo è bastato, tuttavia, per superare Max ed aggiudicarmi la mia prima vittoria in Autonomy, e il secondo posto in classifica generale del campionato 2010. Al secondo posto Max (già matematicamente campione 2010 sin dalla gara di Torino), al terzo Thomas con il Pike prestato da Eugenio. In classe "S" ha vinto Bolelli con 18 voli, un distacco molto ridotto rispetto alla "L", complimenti.

martedì, ottobre 26, 2010

Altezza = Energia

Domenica scorsa a Molinella ho fatto, testimone Bruno Giacomin, un esperimento che avevo in mente da qualche tempo. Da qualche tempo sto infatti gingillandomi con l'idea che si possa usare il limitatore di energia incorporato nell'UniLog per limitare in modo efficace l'altezza raggiungibile con una salita sotto motore, anzi in un modo ancora più efficace di quello ottenuto con i limitatori barometrici, in quanto teoricamente impossibile da ingannare con le manovre di "zoom" che tolgono il sonno a tanti modellisti. Siccome l'energia necessaria a sollevare un oggetto ad una certa altezza è direttamente proporzionale all'altezza voluta e alla massa dell'oggetto, un limite di energia basato sulla massa dei modelli porterebbe "automaticamente" anche modelli diversi ad avere lo stesso potenziale di salita; fare o meno lo zoom a quel punto non avrebbe conseguenze pratiche sull'altezza raggiungibile, sarebbe semplicemente un diverso "mix" in una somma di energia cinetica e potenziale gravitazionale che è comunque limitata dal plafond assegnato.
Naturalmente, siccome sto parlando di un limite di energia elettrica che passa dalle batterie all'impianto di propulsione, non è pensabile che tutta l'energia misurata diventi energia meccanica e quindi salita. La catena di propulsione avrà un suo rendimento, e questo lascia al modellista il compito creativo di trovare la combinazione più efficiente per assicurare il migliore risultato.
Per farmi un'idea del rendimento dei miei impianti, sono andato a riprendermi il log di una passata Autonomy: 1690 metri di salita totale, con un consumo di energia di 91 kJoule. Per far salire di 1690 metri un modello di 2,45 kg "basterebbero" 40 kJ, quindi il rendimento della mia catena di propulsione è circa il 44%.
A questo punto, l'esperimento: ho preso il modello che avevo con me a Molinella, pesante 2570 grammi, ho collegato l'UniLog in configurazione limiter e ho attivato la limitazione a 150 Watt*minuto. Tenendo conto della massa del modello e del rendimento, i miei calcoli prevedevano una salita di 157 metri. Il risultato effettivo è quello che si vede a fianco: pronostico rispettato con grande precisione. E sembra in effetti che il limiter non si sia fatto ingannare dall'inerzia che il modello possedeva nel momento in cui il motore si è fermato (rende inutile lo zoom, insomma). Ci vorranno altre prove, ma sono ottimista.

lunedì, ottobre 25, 2010

Gara FXJ a Molinella

Ieri sono stato a Bologna alla seconda gara FXJ. Ho partecipato con il mio Pike Perfect elettrico, usando una batteria LiPo 4S da 2250 mAh che avevo acquistato tre settimane fa sulla strada per Nervesa. Solo 8 concorrenti in classe Open, tra cui un buon numero di Toscani, e ho rischiato seriamente di chiudere in ultima posizione!
Purtroppo ho pagato caro l'avere affrontato qusta gara con approssimazione. Prima di tutto ho acquistato e usato una batteria esageratamente pesante per questo compito, e per di più l'ho montata su un modello già di per sé piuttosto carico. Le condizioni a Molinella erano di planata pura, si è vista una sola termica in 6 lanci, e purtroppo il mio modello scendeva più velocemente degli altri. Non si è trattato di scelte tattiche sbagliate, ho volato col gruppo: avevo semplicemente preso la cosa sottogamba e il modello non aveva un setup adeguato. Peccato, terrò presente per la prossima volta.
Ha vinto meritatamente Max Verardi, seguito per pochissimo da Bruno Giacomin che ha a sua volta preceduto Paolo Dapporto.

venerdì, ottobre 15, 2010

Gara Autonomy F5J a Torino

10-10-10: data cabalistica per la quinta prova di campionato Autonomy a Torino, presso il campo del gruppo The Eagles. Giornata uggiosa canavesana, ma che ci ha regalato belle termiche e reso divertente una gara che sulla carta sembrava molto difficile.
Comincio col dire che ha vinto anche stavolta, conquistando così il terzo 1000 che gli assicura il titolo di campione, Massimo Verardi. Max per l'occasione si è fatto aiutare dalla moglie Angela, che più che helper è stata un coach inflessibile che lo ha costretto ad un ritmo serrato: vola - atterra - rilancia praticamente senza interruzioni. Max ha così completato la bellezza di 26 voli pieni (e nessun "non pieno"!) nel tempo operativo, salendo nuovamente sopra quota 10000. Al secondo posto sono arrivato io, con 22 pieni e un non pieno: distacco abissale, ma sono contento perché il modello ha volato benissimo con l'ala nuova, permettendomi grandi soddisfazioni come il recupero da 10 metri che il log raffigura.

lunedì, ottobre 11, 2010

Terza prova C.I. F3J 2010

A Nervesa della Battaglia, il 3 ottobre, si è disputata l'ultima prova di campionato italiano F3J. Venivo da una settimana di trasferta a San Marino con i modelli al seguito, e sono arrivato al campo piuttosto "cotto", forse troppo per poter apprezzare come merita lo splendido "scrigno" dell'aviosuperficie del gruppo Jonathan, e soprattutto il suo contenuto di aerei storici. Un Fokker DR1 e un De Havilland Tiger Moth sul campo, un P-51, un Morelli M100 e soprattutto un Wright Flyer nell'hangar... qualcosa che meritava di essere visto con più calma e la mente meno stanca.
La tranquillità ha continuato a mancarmi anche il giorno seguente, complice l'irritazione per matrici non tanto "randomiche". Primo lancio brutto, al secondo mi sono addirittura dato il modello sugli stinchi. Ho dovuto aspettare il terzo lancio per rimettermi in carreggiata, con un bel 1000. Dopo un fortunoso cambio di matrici al quarto lancio ho bissato il 1000, addirittura contro Marco Salvigni grazie ad un migliore punteggio di atterraggio. Poi di nuovo non bene al quinto e sesto lancio, in condizioni in cui bisognava volare in pendio sul Montello e resistere il più a lungo possibile senza termiche apprezzabili.
Ho finito la gara in ventesima posizione, e sul podio sono saliti Thomas, vincitore, Marco Salvigni, secondo, e Giovanni Gallizia, terzo. Marco Salvigni è campione italiano 2010, seguito da Marco Generali e Fulvio Salvigni. I conti hanno poi rivelato che la coppia di testa di questa gara è anche riuscita nell'impresa di occupare i primi due posti della classifica di formazione della squadra, evitando così i trial che invece sono appannaggio di Marco Generali, Federico Montanini e ben 4 Gallizia: Filippo, Giuseppe, Alberto e Giovanni.

sabato, settembre 25, 2010

Nuovo Pike Perfect

Ho appena collaudato il nuovo modello che ho acquistato dai Vostrel a Bovec. E' un Pike Perfect 3.55 con centrale C68 e tip C80 ST. Ala bianca, fusoliera leggera in sandwich rossa. L'ho equipaggiato con due servi JR DS3401 ai flap, due JR DS361 agli alettoni, un Futaba S9550 all'elevatore e un JR DS362 al direzionale, centine attorno ai pozzetti dei servi, sembra adeguatamente rigido, peso in ordine di volo 2100 grammi circa. Vola piuttosto bene, lo metterò alla prova domenica prossima a Nervesa.

mercoledì, settembre 22, 2010

Eurotour F3J Bovec

Nel weekend del 18 e 19 settembre si è chiuso anche per quest'anno il circuito Eurotour F3J con la gara di Bovec.
Purtroppo quest'anno il meteo non è stato dalla nostra parte: venerdì pioveva già, e sabato pioveva ancora. La direzione di gara, ascoltato il parere dei piloti, decideva di rimandare tutto al giorno dopo, nella speranza che il tempo migliorasse e permettesse di effettuare almeno i tre lanci necessari alla convalida della competizione.
Sabato sera il servizio meteoblue prevedeva un netto miglioramento per il giorno dopo, accompagnato però (sorpresa!) da un rinforzo del vento fino a 8-10 m/s. E in effetti non sbagliavano: domenica mattina non pioveva più, ma le betulle nel cortile dell'hotel erano scosse non solo da un vento sostenuto, ma rafficato.
Visto il meteo, la direzione di gara ha deciso di dare inizio ai lanci, per i 45 piloti rimasti, attorno alle 9,30: 4 lanci meteo permettendo, seguiti da due fly-off. I quattro round preliminari sono stati pesantemente condizionati dal vento, molto turbolento, e da una notevole mancanza di termiche: nella maggior parte dei lanci il "1000" è stato ottenuto con tempi ben al di sotto del limite di 10 minuti. Anche le strutture dei modelli sono state messe alla prova: ho personalmente visto piloti i cui modelli si rifiutavano di cabrare allo zoom nonostante lo stick a fondo corsa, e addirittura servocomandi "espulsi" dalle ali andate in flutter. Una gara ad eliminazione, insomma, che ha portato ad una classifica sgranatissima, con distacchi enormi tra i piloti. Marco Salvigni è entrato nei fly-off con 890 millesimi; secondo degli italiani e 22esimo in classifica generale è arrivato Alex Galtarossa con 673 punti, subito dietro io con 671 punti.
Giusto il tempo di effettuare la pausa pranzo e preparare i fly-off e il meteo è cambiato radicalmente: il vento si è calmato ed è uscito il sole. I fly-off sono così diventati quasi una classica gara di atterraggi, ma comunque molto emozionanti per me che facevo da secondo helper al nostro Marco impegnato a volare. Due voli perfetti, coronati da atterraggi altrettanto perfetti, tiratissimi fino al limite contro gli altri piloti del calibro di Philip Kolb, Karl Hinsch, Jo Grini, Andreas Bohlen.
Al termine dei fly-off ho avuto il piacere di essere il primo a leggere la classifica finale appena affissa. Non potevo crederci: al primo posto c'era Marco, aveva vinto con due 1000. Sono andato di corsa ad annunciarglielo, e la sua espressione mi ha ripagato della delusione del lungo viaggio per fare solo mezza giornata di volo e prendere tanta pioggia. Per la quarta volta un pilota italiano ha vinto una Eurotour F3J ai fly-off!

giovedì, settembre 09, 2010

Gara FXJ a Bologna

Nel weekend del 4-5 settembre sono andato a Molinella per fare un po' di allenamento con Max Verardi e partecipare alla prima gara di FXJ in Italia.
La FXJ è una categoria già sperimentata in paesi come il Regno Unito e la Slovenia, ma ancora agli inizi nel nostro Paese, basata su un task di durata che segue una fase di salita a motore elettrico. Il task di durata richiede di volare 10 minuti, un po' come la F3J, ma la salita a motore elettrico è limitata da un lato dalla massima durata temporale (60 secondi nella prova di domenica 5) e dall'altro dalla massima altezza raggiungibile (150 metri), il tutto controllato grazie ad un circuito con altimetro installato tra ricevente e regolatore di giri. In questo modo, entro limiti di potenza elettrica installata ragionevoli (non c'è infatti vantaggio a salire veloci, anche perché il dispositivo di controllo dovrebbe includere algoritmi anti-zoom), tutti iniziano il task alla medesima altezza, e quindi "ad armi pari".
Per questa prova ho utilizzato il mio Pike Perfect Electro con motorizzazione da Autonomy, potenziata però con una cella in più ed un'elica leggermente più grande, entrambe prese in prestito da Max. Il rateo di salita risultante, circa 5 m/s, può sembrare eccessivo ma dà la tranquillità di poter sfruttare tutta l'altezza possibile anche in caso di lancio in "buca".
Il giorno della gara, a Molinella abbiamo trovato vento tra i 5 e i 6 m/s, per fortuna abbastanza laminare. Le termiche c'erano, ma abbastanza spaziate, e con il vento i modelli grandi e maneggevoli hanno avuto la meglio. Abbiamo disputato solo 4 lanci prima che il meteo peggiorasse (tromba d'aria!) al punto da richiedere la chiusura anticipata sia della FXJ sia della 2M ElectroJ che si svolgeva contemporaneamente. Ammetto che il modello ha fatto meglio di me, volando molto bene mentre io commettevo un errore tattico dopo l'altro. Ciò nonostante, a causa di un errore di Max Verardi mi sono ritrovato in cima alla classifica e ho così vinto la prima gara italiana di questa nuova categoria.

martedì, luglio 20, 2010

sabato, luglio 17, 2010

Ritorno all'Alpe di Siusi

Dal momento che in ciascuno degli ultimi due anni ho passato ben UN giorno in pendio, ho deciso che quest'anno avrei sopperito in qualità ciò che mi manca in quantità. Ho così appena terminato una settimana di vacanza all'Alpe di Siusi, luogo che ho naturalmente scelto per via del famoso pendio dello Spitzbühl, che già avevo visitato nel 2005 ma in una giornata priva di condizioni adatte e di modellisti.
Quest'anno la musica è stata diversa. Per cominciare ho prenotato un albergo a Compatsch, quindi già sull'Alpe, in maniera da non essere legato agli orari di transitabilità della strada o a quelli della cabinovia. Inoltre ho cercato e trovato il consiglio di un frequentatore abituale, il gentilissimo Matteo "teobeer" che mi ha accompagnato insieme ad altri modellisti.
Il sito di volo era esattamente quello dove ero stato cinque anni or sono: un balcone erboso sopra un pendio molto scosceso ricoperto di conifere, davanti alla mole maestosa dello Sciliar e con l'Alpe di Siusi che si stende a lato.
Quello che all'epoca non avevo capito è che lo Spitzbühl non è un pendio di dinamica ma di termica, per cui non bisogna lasciarsi spaventare dal poco vento, ma lanciare ugualmente per raggiungere e sfruttare le termiche che si trovano già una ventina di metri avanti al pendio. Naturalmente bisogna aspettare l'orario giusto (dopo pranzo), ma benché mi fossi portato la fusoliera elettrica del Pike non ho mai avuto la minima tentazione di accendere il motore.
Già, i modelli: oltre al Pike elettrico ho portato anche la fusoliera glider del Pike, il Blade 1.9 e il Superblade. Le condizioni sono state talmente buone che il Pike è risultato troppo galleggione, anche con il ballast pesante: un bellissimo volo, ma il divertimento vero è venuto naturalmente dai due Blade. In particolare il Blade 1.9 mi è piaciuto e mi ha emozionato come al primo volo, veloce, preciso, rapido nei comandi. E' stata l'occasione per programmare e rifinire i programmi dei due modelli sulla T12: ora corse, differenziale e combimix sono bene a punto, e entrambi i modelli volano stabili e veloci senza effetti secondari, con un bel rollio assiale.
Naturalmente allo Spitzbühl lo spazio aereo è stato condiviso con rapaci, con numerosi parapendio e con alcuni modellisti, anche se meno numerosi di quello che mi aspettavo. Uno di loro, un modellista altoatesino di cui purtroppo non ricordo il nome, ha scattato la bellissima foto che ritrae il Pike in volo contro la parete rocciosa dello Sciliar.
Ho trovato il massimo rispetto di tutti, e la gentilezza dei gestori del rifugio che mettono a disposizione dei modellisti la skiraum, in modo che si possano lasciare i modelli in loco e andare e venire come si vuole, in seggiovia o a piedi, senza l'impaccio dei modelli al seguito. Aggiungendo la bellezza dello scenario e le condizioni fantastiche ho capito perché questo è uno dei pendii più rinomati d'Europa.

venerdì, giugno 18, 2010

Non ci siamo...

Su suggerimento di Roman Vojtech che su lomcovak.cz ha cominciato a discutere dell'effettiva deflessione dei flap durante il lancio, ho attaccato una telecamerina alla coda del Pike Perfect per vedere quanto i flap "tengono" al lancio. Il risultato è abbastanza deludente.

martedì, giugno 15, 2010

Seconda prova C.I. F3J 2010

Domenica avrebbe dovuto svolgersi a Morimondo la seconda prova del campionato italiano F3J. A causa di un disguido con il padrone del campo, seguito da escandescenze e divieto d'uso del campo medesimo, la gara si è però disputata nel "solito", ottimo, campo di Sant'Angelo Lodigiano.
28 piloti iscritti, di cui 8 in categoria "esperienza", per una giornata iniziata con sole e temperature elevate. I primi tre round sono stati tutto sommato semplici, anche se sono quasi riuscito a bucarne uno, salvandomi con un recupero da una trentina di metri per il quale devo dire grazie all'esperienza maturata con la Autonomy. Verso le 14, tuttavia, il meteo è cambiato e nel giro di un'ora circa ci siamo ritrovati in una gara diversa, quasi senza termiche, con cielo coperto e vento anche teso. Si sono cominciati a vedere dei grossi buchi, anche di concorrenti di spicco, in un quinto round in cui nessuno è riuscito a volare il tempo pieno. Per mia fortuna avevo un modello settato alla perfezione, che mi ha permesso di ottenere il massimo tempo di volo del gruppo sia nel quinto round sia nel sesto (anche se nel quinto ho mancato il "1000" per un cattivo atterraggio).
La gara è stata vinta meritatamente da Federico Montanini, che ha preceduto Marco Salvigni e Filippo Gallizia. Anche se ho terminato in decima posizione, sono molto contento della mia prestazione, perché sono stato continuo e non ho mai "bucato" un volo: in una ipotetica classifica calcolata senza scarti (come sarà l'anno prossimo con le nuove regole FAI), sarei arrivato terzo!

martedì, maggio 25, 2010

Eurotour F3J Lodi

Nel weekend del 15 maggio ha avuto luogo tappa italiana del circuito Eurotour F3J. Dico subito che, nonostante una serie considerevole di guai e contrattempi, il caposquadra Gene è riuscito a portare a casa una gara regolare, priva di incidenti di nota e anche davvero bella.
Il primo contrattempo è stata, naturalmente, la pioggia che è caduta quasi senza interruzione per tutta la settimana che ha preceduto la gara. Questo ha reso impraticabile il campo designato, ma Gene è riuscito a sostituirlo con un campo agricolo, per quest'anno lasciato incolto, situato in posizione molto comoda a lato della pista dell'aeroclub di Lodi. A prezzo di una piccola riduzione degli spazi, la logistica ne ha di certo guadagnato.
Venerdì pomeriggio sul terreno di gara c'è già una piccola folla di tedeschi (oltre 60 dei 136 concorrenti arrivavano dalla Germania) e un cantiere aperto per la sistemazione delle grandi tende per giuria e mensa. Dopo avere aiutato a rizzare i due tendoni, ho tirato fuori modelli e verricello e mi sono fatto qualche lancio per saggiare l'aria. Il cielo era diviso tra nuvole e sereno, e l'aria decisamente movimentata da correnti convettive, tant'è che verso le 18 si cominciavano a sentire tuoni piuttosto minacciosi. Atterro e, guardando l'orizzonte di sud-est, mi accorgo che sta per arrivare la pioggia. In quel momento Giuseppe Gallizia lancia un grido: "la GRANDINE!". Riesco a mettere un modello nelle fodere che comincia a grandinare, con chicchi grossi come noci. Un'anima buona riesce a raccogliere anche il mio secondo modello, e tutti ci ripariamo sotto la veranda del camper di Simonini. Qualche grosso chicco sulla schiena fa lanciare qualche imprecazione, ma incredibilmente nessun modello rimane danneggiato (e io già temevo di trovare le ali sforacchiate da parte a parte). In capo a venti minuti la grandinata lascia il posto alla pioggia, che però non accenna a smettere e non resta altro da fare che asciugare i modelli, sgottare le cassette da campo, ritirare il verricello e cercare di asciugarsi un po' in albergo.
Con una notte sul ventilconvettore le attrezzature e i vestiti ritrovano un minimo di funzionalità, e il giorno dopo la pioggia ha smesso di cadere. Il terreno, però, è pesantemente segnato: pozzanghere e fango ovunque. Si riesce comunque a fare il briefing e dare inizio alla gara, che non si presenta certo come un landing contest. Il cielo è coperto, l'attività convettiva non esuberante, bisogna cercare l'aiuto di un modesto pendio sopra vento e sperare. Nonostante i cattivi auspici completiamo tre lanci, e metà del quarto, nella giornata di sabato sotto cielo coperto, e domenica riusciamo a giungere fino al sesto lancio sotto un bel sole. Il campo resta pesante, e i traini non sono ottimali per via della mancanza di grip col terreno: anche io scivolo e cado rovinosamente nel fango durante un traino del modello di Thomas fatto con Vlastimil Vostrel, per fortuna il ceco è ben piantato e Thomas quasi non si accorge della differenza. All'ultimo mio volo decido di montare il logger completo, e rimango deluso dal constatare una altezza terminale di 145 metri con una trazione durante la salita inferiore a 20 kg! Sarà stato per il vento non favorevole o per il brutto terreno, ma è veramente scarso.
Alla fine della gara, dovendo "tenere" un mezzo buco, chiudo in 57esima posizione. Thomas, autore di una gara perfetta, entra meritatamente nei fly-off, che disputa in compagnia di 11 tedeschi e di Jurai Adamek, unico altro non-tedesco. Thomas fa un primo fly-off esemplare, con traino cortissimo e atterraggio tirato all'ultimo; nel secondo volo le condizioni sono cambiate, e solo due piloti riescono a completare il tempo operativo. Purtroppo Thomas deve rilanciare, e termina la gara quinto. Vincitore di questa bellissima edizione 2010 della Eurotour F3J Italia, come già l'anno scorso, è Tobias Lämmlein.

sabato, maggio 01, 2010

Sensore di trazione

Da diverso tempo mi sono accorto che per migliorare la mia comprensione della meccanica del traino F3J mi mancava la misura di almeno un parametro: la tensione del cavo di traino. Dal momento che in F3J usiamo un monofilo di nylon, piuttosto elastico, una parte dell'energia coinvolta finisce sicuramente immagazzinata sotto forma di energia potenziale elastica nei 150 (o 300) metri di cavo; questa supposizione è confermata dal fatto che quando vado a cercare l'energia totale del gruppo modello + cavo durante il traino, si vede "comparire" una gran quantità di energia al rilascio del modello e allo zoom, energia che potrà arrivare dal verricello o dai trainatori, ma non così tanta e non così rapidamente (troppa potenza!). Anche dal punto di vista dinamico, il rapporto tra la trazione del cavo e la reazione aerodinamica del sistema deve avere un significato importante per capire il transitorio iniziale di accelerazione e decelerazione che sin dall'inizio osservo in tutte le registrazioni dei miei lanci.
Da alcuni mesi mi sono perciò messo a immaginare come costruire un sensore di trazione, arrivando alla conclusione che è necessaria una cella di carico a trazione, abbinata ad un amplificatore e a un data logger; poi è necessario calibrare la cella e la catena di trattamento e acquisizione del segnale, trovare un posto per installare la cella e infine mettere in correlazione la registrazione della trazione con la registrazione del logger di bordo. Insomma, un po' troppo per togliermi una curiosità.
All'inizio di quest'anno ho però trovato una ditta francese, la Xerivision, che produce una sua piattaforma di acquisizione dati per modelli, dotata di diversi sensori tra cui un sensore di trazione, denominato "MAX 1025" che il modellista francese Patrick Médard già aveva usato per studiare il lancio del suo Radical F3B. Il signor Xerivision, Jean-Louis Eyraud, ha avuto l'idea di inserire la cella tra il paracadute e il cavo, in maniera da non doversi preoccupare dell'orientamento del vettore forza rispetto alla cella, e ha previsto una uscita analogica raziometrica che viene portata verso il logger imbarcato sul modello da un cavo, dotato di un connettore che si separa al momento dello sgancio del cavo di traino. L'intero sensore deve quindi scendere a terra col paracadute, e comunque è inglobato in un guscio in silicone antiurto.
Appena scovato il sensore ho cominciato uno scambio di mail con la Xerivision per conoscere caratteristiche elettriche, disponibilità e prezzi. Intanto mi sono messo a pensare a come registrare il segnale analogico del MAX 1025 con il mio logger Eagle Tree, giungendo alla conclusione di cambiare sistema di logging in favore dell'UniLog di Stefan Merz. Ho quindi ordinato alla Xerivision il MAX 1025, ricevendolo alla fine di febbraio e cominciando quindi una campagna di misure della trazione abbinata a velocità all'aria e altezza.
La comprensione di quello che accade è ancora agli inizi, ma sicuramente qualcosa si è già capito. Ad esempio, credo di poter dire che il transitorio iniziale è interamente dovuto alla trazione del cavo, che arriva a 400 N prima che il lanciatore (un buon lanciatore) lanci il modello, e scende a meno di 100 N in pochi decimi di secondo, gli stessi in cui il modello accelera a oltre 10 G. La trazione quindi si ricostituisce più lentamente, man mano che il modello riesce ad opporsi alla trazione, e si scarica trasformandosi in energia cinetica durante lo zoom. Credo inoltre di avere capito in che modo la trazione e la reazione aerodinamica interagiscono per causare la rotazione del modello verso la traiettoria di salita stazionaria, ma sono ancora idee preliminari. Ho aperto un thread su RCGroups per discutere con altri di questi dati, riscontrando la partecipazione di alcuni dei grossi nomi della F3J e F3B internazionale.
Dopo circa due mesi di uso del MAX 1025, l'unica pecca che mi sento di riconoscergli è la robustezza, elettrica e meccanica. Il primo esemplare che ho ricevuto si è guastato perché un condensatore dell'amplificatore è andato in corto, e Xerivision me lo ha sostituito gratuitamente nel giro di pochi giorni. Inoltre i cavi e le spinette fornite sono sottili, leggere ma fragili, e mi si sono strappate due volte. Ora ho protetto i cavi con una guaina di nylon, e ho stampato delle spine più adeguate, spero così di avere risolto i problemi.

giovedì, aprile 29, 2010

SM UniLog

Un paio di mesi fa, insoddisfatto delle prestazioni del mio data logger Eagle Tree (risoluzione scarsa, software inguardabile, "expander" costosi), ho deciso di guardarmi attorno per trovare una alternativa. Grazie alla disponibilità di Eugenio Pagliano ho potuto provare l'UniLog prodotto da Stefan Merz, trovandolo un prodotto di ottime caratteristiche tecniche ma anche in questo caso funestato da un software inadeguato (un foglio Excel con macro). Nel caso di UniLog, però, esistono software di terze parti, tra cui l'ottimo LogView che già uso da tempo per la gestione del caricabatterie. Nel complesso ho giudicato positivo il bilancio e ho ordinato a Schaller un UniLog completo di anemometro, sensori di corrente, tensione e giri per motore elettrico.
UniLog è risultato essere una piattaforma di registrazione dati molto flessibile. Registra altitudine, tensione di alimentazione, impulsi ricevuti dalla radio, temperatura, numero di giri e fino a tre canali analogici (i tre convertitori A/D sono a bordo, con una risoluzione non dichiarata ma che stimo in 14 bit). La frequenza di campionamento va da 16 campioni al secondo fino a 1 campione ogni 5 minuti, la capacità di memoria va da 27 minuti a oltre 90 giorni. Abbinato al software LogView sono disponibili vari metodi di analisi dei dati e post-elaborazioni molto interessanti, come ad esempio il calcolo dell'energia consumata dal motore elettrico o il calcolo del rendimento del gruppo motore-regolatore in base alla stima della potenza elettrica impiegata e della potenza meccanica resa (calcolata sulla base dell'elica e del numero di giri).
Le dimensioni dell'insieme sono molto compatte, decisamente più piccole del logger Eagle Tree, anche se i sensori esterni (come l'anemometro) richiedono comunque un po' di spazio e riducono il vantaggio di occupazione degli spazi in fusoliera. Alla fine, come già si è visto, ho preferito usare un pod esterno, anche se più per la flessibilità di poterlo muovere tra diversi modelli che per l'effettiva necessità di maggiore spazio.
Nel complesso sono molto soddisfatto, l'unico appunto che mi sento di fare è la capacità di memoria: per me sarebbe ideale poter registrare una intera gara F3J (diciamo 2 ore) ad almeno 8 Hz di campionamento, o una Autonomy (3 ore e mezza) a 4 Hz, e al momento non ci si arriva.

Seconda prova autonomy 2010

25 aprile: altra domenica di gara. Questa volta Autonomy a Cremona, presso il campo CR-RC di Beppe Ghisleri e soci. Meteo buona nel senso che è stato soleggiato e con vento debole, ma condizioni piuttosto difficili sia per il gradiente verticale sia per la disposizione del campo e del terreno circostante. Tutte ottime premesse per una gara interessante, e così è stato.
Piazzatomi sul medesimo centro di atterraggio di Massimo Verardi, sono riuscito a mantenere il suo passo fin verso il diciassettesimo lancio, poi Max mi ha staccato con una progressione prodigiosa che lo ha portato a vincere con 28 voli completati, e battendo un nuovo record di punteggio a 11000 punti. Sono arrivato secondo (terzo Dapporto), ma non è motivo di soddisfazione in quanto sono stato staccato di 5 voli corrispondenti a oltre 150 millesimi. Per capire cosa sia successo sono andato a rivedermi il log della gara: ci sono stati cinque lanci in cui ho usato una quantità di energia tre volte superiore alla media, e questo per avere volato in zone di discendenza forte, con velocità di caduta di quasi 1 m/s. Si è trattato quindi di errori tattici, sia per avere scelto male il momento di lanciare e la zona di volo, e soprattutto per non avere abortito il volo quando era evidente che continuare a volare avrebbe drenato eccessive risorse. Una lezione da mettere in pratica domenica prossima, alla Autonomy di Alessandria.

domenica, aprile 25, 2010

Prima prova C.I. F3J 2010

Domenica 19 aprile abbiamo disputato vicino a Lucca la prima prova di campionato italiano F3J di quest'anno. Il campo è stata una novità: una ampia zona a prato su cui la brigata "Folgore" effettua solitamente i suoi lanci, per l'occasione destinata a noi grazie all'interessamento di Benito Bertolani.
Il campo si è rivelato difficile e ci ha garantito una gara interessante, a dispetto del meteo molto buono che avrebbe potuto, in altre condizioni, trasformare la gara in un landing contest.
La grande estensione di prato verde attorno al terreno di gara rendeva non immediatamente ovvio dove andare a cercare le termiche. Molti lanci sono stati faticosi, e non sono mancati lanci in cui il "1000" è stato assegnato anche se nessuno aveva completato il tempo operativo.
A causa del vento che, pur debole, ha ruotato di 180 gradi attorno alle due del pomeriggio, ci sono state occasioni in cui si è presentata la necessità di atterrare sorvolando la linea dei verricelli. Uno dei miei atterraggi è stato contestato come troppo basso da alcuni concorrenti attestati nelle ultime basi, tuttavia i miei aiutanti che erano più vicini hanno registrato che la quota era regolare, e siccome la giuria non aveva altri elementi per decidere la situazione si è risolta con la ripetizione del lancio dell'intero gruppo di volo.
Nel complesso sono soddisfatto di come ho volato, anche se un mancato atterraggio nei 15 metri all'ultimo volo mi ha costretto a "tenere" un punteggio di 870 millesimi. Ho terminato in nona posizione, mentre la gara è stata vinta da Marco Generali, seguito da Marco Gallizia e Fulvio Salvigni. Discreta la mia regolarità: senza scarti (cioè con le regole che ci saranno l'anno prossimo) avrei terminato in settima posizione. Ottime le salite, il lavoro teorico e pratico fatto nell'inverno ha pagato.

giovedì, aprile 15, 2010

Frattaglie

Ecco in foto le "frattaglie" all'interno del ProfiPod. Grazie alla velocità della spedizione di Schaller e all'aiuto di Max Verardi sono riuscito ad ultimarlo venerdì sera, in tempo per un intenso weekend di misure, nel quale il ProfiPod si è spostato tra quattro Pike Perfect e un Supra. Oltre agli apparati di misura il pod contiene anche una piccola batteria LiPo a 2 celle (il logger dovrebbe funzionare anche con una sola, devo ancora testare a dovere il limite inferiore), per cui è autonomo e non ha bisogno di nessun collegamento con l'impianto elettrico di bordo. Nei due giorni di prove tutto ha funzionato benissimo.

martedì, aprile 06, 2010

ProfiPod

Nell'ultimo anno ho mancato di aggiornare il blog con alcune "invenzioni" che ho introdotto nella mia pratica della F3J. Per rimediare, comincio a raccontare dall'ultima, che già avevo anticipato con una prima foto nei giorni scorsi.
L'invenzione in questione è un "pod", un bulbo, destinato a ospitare un data logger. Sono infatti da diversi anni utilizzatore di questi apparati di misura e ne apprezzo la capacità di fornire riscontri oggettivi alle impressioni del pilota, ma finora ho sempre convissuto con due problemi: la mancanza di spazio nelle fusoliere dei miei modelli, che rende necessari contorsionismi per installare il logger, e la difficoltà di spostare il logger da un modello a un altro sia per i contorsionismi di cui sopra, sia per i cambiamenti nel bilanciamento che l'installazione comporta.
Per risolvere entrambi i problemi ho pensato più volte di costruire un pod esterno, da montare sull'ala, che fornisse spazio a sufficienza e una maggiore possibilità di "movimento" tra diversi modelli, ma non avevo mai concretizzato. A risolvere l'indecisione è arrivato Denis, che ha proposto di realizzare un master con la fresa CNC, per poi ricavare i pod in compositi o plastica termoformata senza grosse difficoltà.
Nel giro di un mese siamo così passati da un progetto iniziale ricavato al CAD, intersecando un solido a forma di goccia, ottenuto ruotando un profilo NACA 0030 attorno alla propria corda, con un simulacro della parte centrale dell'ala del Pike Perfect, al percorso utensile calcolato dal CAM, all'effettiva fresatura del master in MDF, allo stampo in vetroresina (grazie Marco!) e infine al pod finale ottenuto laminando in stampo tessuto di vetro impregnato con resina epossidica.
In questi giorni sto ultimando l'installazione nel pod delle "frattaglie": logger, tubo Prandtl, sensore di pressione differenziale, impianto elettrico e presa dati, batteria di alimentazione (voglio infatti che il pod sia autoalimentato per non richiedere collegamenti elettrici con il modello). Se tutto va bene, nel week-end si collauda.

venerdì, febbraio 26, 2010

Prima prova autonomy 2010

Grazie a un colpo di fortuna considerevole, che ha fatto arrivare una giornata di sole in mezzo a due perturbazioni gonfie di pioggia, domenica scorsa si è disputata a Molinella la prima prova del campionato Autonomy 2010. Venti concorrenti divisi quasi a metà tra le categorie S e L, prima uscita del nuovo regolamento e... meteo ventoso con circa 5-6 m/s di brezza! Il vento ha ovviamente determinato la tattica e la difficoltà della gara: lasciarsi portare sottovento dalle termiche e giudicare bene il momento di tornare a casa sono stati due fattori fondamentali per fare il tempo ed evitare di sprecare energia.
Pur con una partenza lenta, sono riuscito da subito a prendere delle belle termiche che mi hanno reso fiducioso per il prosieguo della gara. Alcuni lanci sono stati, naturamente, in "buca" e per tre volte ho deciso di abortire il volo piuttosto che dare altro motore e proseguire, gettando lo scompiglio tra i cronometristi che non erano preparati a questa tattica forse poco usuale. Altri lanci sono stati premiati da termiche spettacolari, anche oltre i 2 m/s verticali, tuttavia era necessario essere disposti a seguirle al limite della vista per sfruttarle al meglio. Gli alberi e la presenza di no fly zone, non da tutti rispettate, hanno reso più movimentato il tutto pur senza causare reali difficoltà.
Alla fine ho completato 18 lanci con 17 atterraggi, qualificandomi al secondo posto dietro a Paolo Dapporto che ha fatto 18 pieni e 18 atterraggi; terzo Massimo Verardi quindi ancora 3 Pike Perfect nelle prime tre posizioni.
Guardando in retrospettiva il log della giornata, mi accorgo che con le basse temperature (circa 9-10 gradi) le batterie hanno reso significativamente meno dell'atteso (2280 mAh anziché i 2420 mAh rilevati a temperatura ambiente), dandomi un guadagno di quota totale di 1690 metri. Il numero di accensioni del motore è stato molto rilevante: 34 accensioni su 18 voli, quasi 2 per ogni volo; questo è anche dovuto alla necessità, presentatasi in alcune occasioni, di ricorrere al motore per poter rientrare in campo da sottovento: con il vento, un modello più pesante e con maggiore energia imbarcata avrebbe sicuramente pagato.

sabato, gennaio 02, 2010

Termiche 2010

Stamattina mi sono svegliato con un cielo terso e visibilità fino alle Alpi, e una mongolfiera che galleggiava sopra la città. Da tempo aspettavo l'occasione giusta per riportare in volo il Ka6, per cui ho contattato subito Denis per sentire se aveva voglia di fare qualche traino. Siccome il suo campo era battuto da forti raffiche di foehn, Denis ha gentilmente caricato il suo trainatore ed è sceso fino ad Asti per la prima sessione d'aerotraino dell'anno 2010.
Il primo volo è stato deludente, in parte per il vento che intanto aveva raggiunto anche il campo di Asti, ma soprattutto perché il Ka6 era completamente fuori trim e cabratissimo. Probabilmente non lo avevo più portato in volo dopo la cura di frenafiletti del leveraggio dell'elevatore, e il trim si era spostato. Poco male: dopo una prima planata per ri-centrare tutto, e dopo avere atteso per una mezz'oretta che il vento si calmasse, Denis mi ha riportato in quota e per due voli ho potuto gustarmi le prime termiche dell'anno.