giovedì, giugno 16, 2011

Ritorno al Settimo Cielo

Al Radio Model Show di Ozzano era in distribuzione il quarto numero di Settimo Cielo. Ho chiesto a Thomas di prendermene una copia, in modo che potessi vedere in anteprima l'articolo che ho scritto, e lì pubblicato, che racconta tre anni di percorso di apprendimento e studio del traino in F3J, con il mio solito approccio quantitativo combinato alla sana esperienza di Max Verardi. Trovano finalmente sistemazione organica tutti gli esperimenti fatti e le cose scoperte, gli strumenti e le misure, che avevo raccontato "a rate" anche sul Gabbiano, tra passi falsi e piccoli avanzamenti. Sono grato a De Robertis per avermi nuovamente ospitato sulla sua bellissima rivista a tre anni di distanza dal primo numero, e orgoglioso per le parole che ha speso per me nell'editoriale.

domenica, giugno 12, 2011

Allenamento di gruppo

Nel weekend del ponte del 2 giugno ha avuto luogo un interessante esperimento di allenamento di gruppo. L'esigenza di trovarsi per confrontarsi e aiutarsi l'un l'altro al di fuori delle competizioni era stata espressa a Gene da diversi piloti, tra cui i novaresi, alcuni del gruppo aretino e alcuni del grande "impero romano". Gene, pur non potendo partecipare, ha organizzato l'incontro presso l'aviosuperficie dell'Olmo a Medicina, e ha coinvolto nell'iniziativa Marco Salvigni, Max Verardi, Thomas Truffo e me.
Non essendo esattamente dietro l'angolo, Thomas ed io abbiamo deciso di fermarci per un weekend lungo, dal venerdì alla domenica, mentre la maggior parte degli altri ha optato per un solo giorno (tranne naturalmente Max Verardi, che da padrone di casa è stato presente per tutti i tre giorni, e tranne i novaresi che per un impegno in extremis hanno dovuto rinunciare a partecipare).
Il primo giorno, con Max e Marco, ha ruotato soprattutto attorno al familiarizzare col campo dell'Olmo, che come abbiamo appreso non è certo scontato e che richiede di coprire distanza, senza lesinare né il picchia né il reflex, per trovare "la" termica e completare il task. Io ho messo a posto (spero, naturalmente) l'atterraggio del modello "rosso" che non mi aveva convinto a Monaco, e soprattutto ci siamo divertiti come dei pazzi a salire con la fionda controvento, aquilonando il modello fino a tirare la fionda all'inverosimile e a poter fare dei cerchi di 360 gradi al traino senza problemi. Questo esercizio, oltre che divertente, testimonia anche il livello di setup soddisfacente che ormai abbiamo raggiunto: le grandi variazioni di velocità che ci sono alla fionda richiedono infatti che non solo trim e gancio siano ben abbinati, ma che il gancio sia sufficientemente indietro da ridurre al minimo la tendenza del modello alla stabilità longitudinale (che potrebbe altrimenti condurre allo sgancio indesiderato). Max ha anche provato ad abbinare l'ala del suo vecchio Supra con una fusoliera "formichiere" di nuovo tipo, e a suo dire la nuova fusoliera fa la differenza: grazie alla diminuzione del momento di inerzia, forse più ancora che del peso, l'handling del modello è trasformato.
Al sabato sono arrivati Marco Mauti con i suoi figli, Maurizio Comanducci, Massimo Aramini e Antonio Del Lungo. Inizialmente il loro programma di allenamento prevedeva di lavorare soprattutto sull'atterraggio, ma dopo essere stati sfidati a salire aquilonando con la fionda (sfida raccolta sin da subito molto bene in particolare da Comanducci), il programma è un po' cambiato. Marco Mauti, in particolare, si è prestato a usare il suo modello come cavia per una serie di traini al verricello completamente instrumentati, usando il mio modello ugualmente instrumentato come termine di paragone. Grazie ai dati raccolti, nel corso del debriefing all'agriturismo ho potuto dimostrare sia gli effetti deleteri della posizione troppo avanzata del gancio di traino sulla continuità della trazione e della velocità, sia che un traino con meno camber non produce assolutamente una maggiore velocità del modello, bensì l'esatto contrario a causa della diminuita capacità del modello di mantenere la trazione.
In tarda serata, quando ormai gli ospiti si erano rimessi per strada per tornare a casa, Thomas e Max mi hanno anche stupito con oltre venti minuti ciascuno di vero volo in pendio sull'argine occidentale del campo, alto solo cinque metri ma sufficiente a generare un sollevamento "lavorabile" per un Supra.
Domenica, dopo un breve intermezzo di pioggia (non bisogna però dimenticare che tutto il ponte festivo è stato funestato dal maltempo in tutto il nord Italia, per cui siamo stati più che fortunati), abbiamo continuato a giocare con la fionda, praticamente consumandola fino a quando Max non è dovuto andare via e Thomas ed io non abbiamo ceduto al richiamo delle tagliatelle. Prima di concludere però abbiamo realizzato un video montando la microcamera sull'estremità alare destra del Supra: quando lo abbiamo guardato per la prima volta ci siamo stupiti moltissimo vedendo quanto "lavora" l'ala, che si piega all'inverosimile con preoccupanti scricchiolii. Ma, mi dice Thomas, non è stato nulla in confronto alle sollecitazioni del traino a mano che Comanducci ed io gli abbiamo fatto sabato: notevoli queste ali!

Eurotour F3J Monaco

Nell'ultimo week-end di maggio sono tornato dopo tre anni sul campo di Salmdorf nei pressi di Monaco per una gara di Eurotour F3J. Ho viaggiato con Thomas, sotto una pioggia battente che ci ha accompagnati sin dall'Alto Adige. Un breve intervallo tra gli scrosci ha permesso di fare 2 lanci di prova il venerdì pomeriggio (in totale, non a testa), per il resto niente voli naturalmente se escludiamo quelli con gli elicotterini nel camper dei Salvigni :)
Il sabato abbiamo avuto tempo piuttosto variabile, da coperto a qualche minuto di pioggia al sole; vento occidentale piuttosto debole, forse 2 metri al secondo. Il primo lancio della mattina, alle 9, è per Thomas che sceglie il suo Supra di medio peso. Io guardo il lancio dal fianco per vedere come sale: è il più veloce di tutti lungo la traiettoria, arriva al bunt con forse mezzo secondo di anticipo sugli altri (arriva proprio prima, non per uno sgancio anticipato) e alla fine dello zoom è il più alto. E non è che gli altri fossero scarsi: c'erano anche Tobias Laemmlein, Max Fincke, Thomas Roessner, Vlastimil Vostrel... sembra proprio che Thomas abbia fatto giustizia dei tanti anni in cui restavamo sempre "indietro" rispetto ai concorrenti stranieri. Il volo per il resto scorre liscio, come molti altri del primo giorno. Fanno molto bene tutti, solo Marco Salvigni in atterraggio rischia troppo e incappa in un overfly, trovandosi così a cominciare in salita con 815 millesimi. Questo non gli fa perdere la concentrazione e negi altri voli colleziona tre 1000, un 997 e un 992.
Bravissimi sin da subito i Gallizia, con Giuseppe che segna un 998, Marco che riporta un 1000 già al primo volo e Beniamino che porta comunque in carniere un punteggio superiore a 950. Buon inizio anche per Roberto Simonini, per Max e per me: tre tranquilli pieni. E' stato forse tradito dall'emozione del suo primo lancio in una internazionale Oliver, ma è meglio che ci racconti direttamente lui le sue impressioni.
Il primo giorno ha avuto qualche scossone solo nel terzo lancio, che è stato effettuato in un meteo un po' mutato, dopo uno scroscio di pioggia. Tra i nostri, per fortuna, ne ho patito solo io che pur atterrando per penultimo (tutti tranne uno avevano rilanciato) ho preso solo 874 punti. Alla sera del sabato avevamo Thomas e Giuseppe in zona fly-off, Max attorno alla ventesima posizione e quindi ancora papabile per le finali, Marco Gallizia attorno alle trentesima, seguito da me, da Marco Salvigni, da Roberto, da Beniamino e da Oliver.
Domenica il meteo si presentava diverso, con vento leggermente rinforzato e che stimo tra 3 e 4 m/s, e cielo sereno con solo qualche velatura di cirri. La situazione delle termiche risulta però meno decifrabile del giorno prima, o almeno l'impressione è che si fossero "diradate" con spazi più ampi tra l'una e l'altra. Giuseppe, Roberto, Marco Salvigni e Thomas avevano già effettuato il quinto lancio la sera del sabato, noialtri (Oliver, Marco Gallizia, Beniaimino, Max ed io) completiamo il gruppo alla mattina della domenica senza grossi problemi. Le condizioni però sono mutate e la classifica comincia a rimescolarsi. Al sesto lancio la situazione è ancora più critica: ci sono diversi fuori campo, tra cui Oliver, Beniamino e Max che vede così sfumare i fly-off. Si delinea così la classifica che avete visto sul sito del MCM Muenchen.
La direzione di gara a cura di Alex Wunscheim ha deciso di far disputare tre lanci di fly-off generali (tutti i primi 12 piloti) e due lanci di fly-off junior (i primi 6). Tra gli junior Marcolino vola molto bene e, pur entrando da sesto, esce sul podio con la terza posizione. Tra i senior si registra uno scontro al lancio tra Thomas e Giuseppe, da cui purtroppo l'Xplorer di Giuseppe esce non più volabile e deve essere sostituito; danni trascurabili per Thomas. Il lancio viene subito "neutralizzato", per usare la dizione ufficiale, e ripetuto. I punteggi dei primi due lanci vedono Thomas che se la gioca per il podio (dopo anche un recupero dal basso strepitoso) e Giuseppe subito dietro. Al terzo lancio però Thomas "buca" atterrando circa a metà del tempo operativo, finirà decimo lui e quinto Giuseppe che è stato molto regolare.
Nel complesso una buona gara, con alcuni momenti di "landing contest" ma altri più tecnici.
Come annotazione tecnica-regolamentare osservo che l'eliminazione dello scarto al sesto lancio ha avuto l'effetto voluto in FAI di sgranare la classifica, direi che anche ha consigliato ai piloti una maggiore prudenza. Si è usata come local rule di permettere la "neutralizzazione" per collisione nei primi 30 secondi non solo nei fly-off, non tutti (noi compresi) avevano colto che questo non significa perdere la possibilità di richiedere un refly per collisione dopo i primi 30 secondi, tant'è che ho visto diversi scontri per i quali i piloti non hanno chiesto il refly, forse perché pensavano non si potesse.
Aggiungerei che l'uso di centri di atterraggio "fisici", nella fattispecie di Monaco erano dischi di plastica di circa 10 cm di diametro, è da evitare. Se il modello ci finisce sopra scivola via, ne hanno fatto le spese credo Marco S., Giuseppe e Max. Meglio un cerchio di vernice, piuttosto.
Due parole bisogna anche spenderle sulla correttezza dei controlli. Vigeva l'autocronometraggio, con controlli a campione con una tolleranza di 2 secondi: enorme, soprattutto perché rimaneva così anche nei fly-off, e c'è stato qualcuno che ne ha approfittato. Lo stesso dicasi della no-fly zone: praticamente era vietato volare a sud del margine del campo, e c'erano due addetti che controllavano gli sconfinamenti con dei traguardi ottici; nei round eliminatori ci sono stati alcuni richiami a cui i concorrenti hanno obbedito, nei fly-off i piloti richiamati hanno ignorato la segnalazione, e la direzione di gara non ha avuto il coraggio di squalificare. Se non si hanno gli attributi per imporre il rispetto di una regola, forse è meglio non metterla.

Ritardo

Nelle ultime settimane sono accadute parecchie cose, che però ho mancato di raccontare proprio per l'affollamento di eventi e la conseguente mancanza di tempo libero. Cercherò ora di rimediare in ritardo...
In sostanza, dalla fine del mese di aprile ci sono state una gara internazionale da disputare, due articoli da scrivere, una importante sessione di allenamento e diverse cose da costruire o riparare. La gara e l'allenamento meriteranno la loro cronaca dedicata; anche degli articoli ci sarà modo di riparlare presto. Per la serie "costruzione e riparazione" ho preparato altre 2 telemetrie complete, una per Thomas e una per Max, ma i risultati sono stati deludenti perché il raggio di funzionamento era molto più corto rispetto alle prime prove. Dopo diversi tentativi infruttuosi, spesi pensando a un problema software, Denis ha scoperto che il problema era in una serie di falsi contatti nei connettori... che in un tentativo di miglioramento rispetto al primo prototipo avevo sostituito con altri che avevo reso polarizzati otturando un foro in posizione asimmetrica... con la ciano, che era colata negli altri alveoli formando una bellissima pellicola isolante sui contatti! Sostituendo i connettori, il problema si è risolto.