domenica, settembre 27, 2009

She's electric

In Polonia avevo commissionato a Jaroslav Vostrel un ordine per una fusoliera elettrica, e così a Bovec ho ritirato dal celebre furgone della Samba uno splendido manufatto, con trave di coda in sandwich di nido d'ape aramidico e con i servi già installati in coda.
Dopo avere visto e provato il Pike Electro di Max, e vista la situazione non chiara degli impegni AVOT invernali, avevo infatti deciso di dotarmi di un Pike elettrico, da un lato per poter sfruttare al meglio le poche ore di luce della stagione invernale, dall'altra per imparare a "lavorare" termiche da quota più bassa, anche nell'aria calma della sera, tutte cose rese più complicate dalla necessità di usare il verricello.
Nello spirito della formula Autonomy, e nella prospettiva di farmi vivo in qualche gara, ho chiesto a Eugenio Pagliano di suggerirmi una motorizzazione adatta, non eccessivamente potente ma altamente efficeinte. Eugenio è anche andato oltre, arrivando a prestarmi un motore per rimpiazzare temporaneamente il mio, rimasto senza pignone per le ferie di Reisenauer. Completato con un regolatore di giri offertomi dal mio amico e collega Marco, naturalmente con il BEC sostituito da un pacco di 4 celle Eneloop, e con un pacco di propulsione di 3 celle LiPo in serie da 2200 mAh, il gruppo motoriduttore muove un'elica da 17x13 pollici a circa 3200 giri al minuto, facendo salire il Perfect a circa 2 m/s.
Il volo del Pike Perfect Electro è praticamente uguale a quello del Pike Perfect aliante: conclusa la salita vola e termica esattamente come il Biancone da cui ha "rubato" l'ala, e che d'altra parte supera in peso per soli 200 grammi. Il collaudo alle 18.30 di ieri mi ha dimostrato che con 45 secondi di salita si riesce a restare in aria per 10 minuti, nell'aria del pomeriggio di oggi le termiche pur non abbondanti erano facili da tenere e seguire, insomma... un Perfect a tutti gli effetti. Mi sa che questa settimana lo porterò con me per poter volare dopo il lavoro.

martedì, settembre 22, 2009

Eurotour F3J Bovec

Anche quest'anno Bovec si è confermato un appuntamento bellissimo, una delle più belle gare dell'anno. Mentre in Piemonte il weekend trascorreva sotto la pioggia, nella valle dell'Isonzo abbiamo trovato tempo variabile ma soleggiato e con temperature piacevoli, e condizioni di volo variegate e interessanti. Up the thermalNovantotto concorrenti classificati, quest'anno, in un clima di festa di fine anno dovuto al fatto che quella slovena è l'ultima tappa dell'Eurotour F3J e si tirano le somme (che quest'anno erano bell'e fatte già da mesi, ovviamente a vantaggio di Philip Kolb che ha vinto per la nona volta il circuito di gare). Eravamo 17 italiani, divisi in due squadre con l'inserimento anche dello "straniero", il finlandese Tuomo Kokkonen che avevamo conosciuto il mese scorso in Polonia.
Le condizioni di volo sono state abbastanza variabili: ho avuto un primo lancio semplice e un secondo che si è trasformato in un "buco". Sono riuscito a non perdere la calma e con l'aiuto di Max, Marco e Thomas ho concluso la prima giornata con altri due pieni corredati da un 97 e un 100 come atterraggi. Memorabile l'ultimo volo della sera, in cui Marco mi ha guidato da una termica in una meravigliosa onda che occupava tutta la luce della valle, in cui il modello saliva volando liscio e tranquillo contro uno sfondo di foschia dorata dal sole che scendeva dietro la montagna.
La mattina dopo, in una giornata con un meteo decisamente migliorato, mi aspettava una brutta sorpresa al quinto lancio: entrambi i cavi si sono rotti durante il tensionamento iniziale, ma per fortuna al secondo lancio il modello non aveva lasciato la mano del lanciatore e così abbiamo potuto rilanciare con un terzo cavo prestato da Carlo Ferrari, nostro vicino di base. Tempo perso circa due minuti, e condizioni facili che mi hanno permesso di completare il tempo e presentarmi all'atterraggio insieme agli altri piloti. Anche troppo insieme: al momento di iniziare il circuito finale il mio Pike si è scontrato col modello di un pilota turco: atterraggio di emergenza, Giallone non più utilizzabile e richiesta di refly. Nel refly il lancio è andato liscio, e Max mi ha aiutato in un recupero da bassa quota da ricordare, numero ripetuto anche nel sesto lancio. Potendo scartare l'unico lancio andato male, mi sono trovato così al 27esimo posto con 992,9 millesimi. Classifica corta come al solito nelle gare con meteo tranquillo, l'unico italiano nei fly-off è stato Marco Salvigni che dopo due lanci regolari e un refly ha terminato al quarto posto. Ha vinto meritatamente Hucalijuk, protagonista insieme a Larry Jolly di un bellissimo recupero da bassa quota durato circa 6 minuti.
Sono gare come queste che fanno andare avanti in F3J.