lunedì, luglio 09, 2012

Designed by Franz in California, assembled in Torino

In previsione dell'arrivo del Maxa, avevo cominciato a ragionare su come realizzare dei regoli per misurare l'escursione delle parti mobili, sul modello di quelli che avevo fatto per il Pike Perfect. In un modello come il Maxa, in cui nessuna parte del bordo d'uscita dell'ala è fissa, misurare l'effettivo movimento delle superfici di comando diventa decisamente complesso se non si usa il giusto attrezzo.
Grazie ad una intuizione di Max Verardi ho progettato un regolo che si appoggia semplicemente sull'ala, alla giunzione tra centrale e tip, e offre una scala per la misura della escursione di flap e alettoni.   Non c'è bisogno di smontare o incastrare nulla, molto più pratico rispetto ai regoli del Perfect! Lo spessore del regolo lo tiene "in piedi" sul dorso dell'ala, un settore circolare porta la scala di misura appena al di fuori dell'arco spazzato dalle parti mobili, e un piccolo dente aggancia il regolo al bordo d'entrata per dargli stabilità.
Nella migliore tradizione degli innovatori (a cui il titolo di questo post è un omaggio), dopo avere progettato e disegnato il modello, ho spedito il file a Denis, che ha usato la sua fresa CNC per tagliare la sagoma nel compensato, aggiungendo poi le scale graduate semplicemente stampandole su carta ed incollandole sul legno (ma già penso che sarebbe assolutamente perfetto se facessi due fianchi di Lexan trasparente e in mezzo la scala stampata su lucido). Per finire, un amico di passaggio per la Bay Area mi ha portato il tutto, dandomi così la possibilità di usare i nuovi regoli già per la regolazione iniziale e la messa a punto del nuovo Maxa.

domenica, luglio 08, 2012

Maxa build log

Ho ricevuto da poco una voluminosa cassa proveniente dall'Ucraina. All'interno c'era il Maxa, il nuovo modello di Vladimir Gavrilko progettato da Joe Wurts. Vladimir mi ha fatto omaggio di un Maxa perché potessi usare i miei strumenti per la messa a punto e verificare così se una serie di previsioni numeriche, che su sua richiesta avevo nei mesi scorsi elaborato con XFLR5, avessero un buon riscontro con la realtà.
Il modello mi è arrivato completo di due set di tip, per raggiungere un'apertura alare di 3.5 e 4 metri, e del nuovo elevatore che risulta avere un 20% di superficie in più rispetto a quello usato nella produzione iniziale. Come già era per il Supra, il modello comprende una fusoliera composta da un bulbo frontale in kevlar e un tubo di coda in carbonio biassiale, che devono essere uniti in fase di montaggio. A differenza del Supra, il Maxa ha però la deriva già installata in modo permanente, perché l'elevatore non è in "tandem" ma incastrato nella deriva, che quindi deve ospitare i leveraggi di comando.
L'ala è ripartita nei tre tradizionali segmenti, il centrale e le due tip. Questo è il Maxa in versione "hard", con centrale full-carbon e tip carbon-kevlar/glass. Il carbonio usato è il famoso spread-tow non-tessuto di Gavrilko, un materiale biassiale senza scavalcamenti, tenuto insieme (credo) solo da un tipo particolare di appretto; permette un laminato molto leggero a parità di resistenza, e viene usato con "bias" differenziati (+30 / -30 gradi opppure +45 / -45 gradi) a seconda delle caratteristiche di direzionalità desiderate.
Come per il Supra, la costruzione inizia incollando insieme pod e boom. Per trovare l'allineamento ci sono diversi modi, io ho usato uno scaletto che Denis ha progettato e realizzato con la sua fresa CNC. La precisione è sufficiente, e per l'incollaggio basta dell'adesivo epossidico 30 minuti appena addensato.
Il vero problema della fusoliera è però l'allestimento interno. Vladimir suggerisce di usare una batteria LiFePO4 e due servi JR DS378, ma nessuna delle due soluzioni mi ha convinto. Per cominciare, conosco troppo poco la chimica LiFe rispetto a quella NiMH, per cui rischierei di non sapere mai quando la batteria ha ancora carica sufficiente; inoltre ci vuole un regolatore se i servi non sono del tipo HV (e io volevo montare i famosi servi MKS che non reggono più di 6 V). I servi DS378, inoltre, non mi hanno convinto sui flap del Supra e del Pike Perfect Electro: potenti e veloci, è vero, ma non sufficientemente precisi e con un doppio zero decisamente evidente.
Grazie alle prove già fatte da Max, e con qualche esperimento personale, sono riuscito ad allestire il pod con 4 celle Eneloop AA, un servo Futaba S9550 per l'elevatore e un Graupner DES488 per il direzionale, la ricevente Futaba 6208 e un tester per le batterie, lasciando comunque lo spazio per l'inserimento del ballast. Con questo "arredamento" ho raggiunto il baricentro che avevo mesi fa calcolato con soli 5 grammi di piombo aggiunto!
Nelle ali ho usato servi MKS: due 6125 ai flap, due 6125-mini agli alettoni delle tip da 4 metri, e due 6100 agli alettoni delle tip corte. Per i 6125 e i 6125-mini ho usato i telai portaservo proposti dalla MKS stessa, incollati in ala insieme al servo protetto dal domopak, in modo da garantire una "seduta" ideale. Tutti i servi sono stati comunque resi solidali anche alla pelle inferiore dell'ala, secondo la ricetta JW che già avevo usato per il Supra, usando scampoli di balsa, compensato e carbonio. In questo allestimento, non particolarmente leggero, il modello mi è venuto a pesare 1680 grammi nella versione 3.5 (lo stesso peso del mio Supra) e 1790 grammi nella versione da 4 metri.