lunedì, dicembre 25, 2006

lunedì, dicembre 18, 2006

Termiche e nebbia

Giorno di allenamenti F3J, ieri. Al campo di Crivelle, quando arrivo ci sono già Carlo, Franco e Vittorio che chiacchierano, con i verricelli già sistemati, in attesa che la nebbia si diradi abbastanza da permettere di volare. Giusto il tempo di montare lo Stork e Carlo prova a lanciare, spedendo il modello dietro un bello strato di nebbia proprio in cima allo zoom. Niente di grave, ma per sicurezza aspetto un altro quarto d'ora per tentare il lancio.
Ho in programma di fare un po' di prove al fine ottimizzare la fase di traino, usando il LoLo per confrontare la resa di diversi setup. Già domenica scorsa ho individuato la regolazione di flap al lancio che sembra dare la massima altezza di sgancio (100 metri circa), questa volta l'obiettivo è trovare il trim di lancio migliore. Tuttavia appare subito chiaro che il meteo non è favorevole: c'è un leggero vento di coda ma la disposizione del campo non permette di spostare i verricelli. Così la sessione di ottimizzazione salta, ma almeno riesco a divertirmi insieme agli altri amici andando a stanare e cavalcare qualche piccola termica difficile.

sabato, novembre 25, 2006

Volo in termica scc...ientifico

(da leggersi con la voce di Gassman ne "I soliti ignoti")
Il LoLo installato sullo StorkOggi ho provato un interessante dispositivo che mi è stato prestato da un amico. Si tratta di un registratore di altitudine, per la precisione del cosiddetto "LoLo" prima versione dei ragazzi cechi del sito www.lomcovak.cz; è un oggettino di circa 2x2 cm, spesso meno di un centimetro, da installare a bordo del modello, in grado di rilevare la pressione assoluta diverse volte al secondo, registrare il tutto in una memoria elettronica e scaricare i dati su un PC una volta tornato a terra; l'ho installato senza problemi nello Stork, e oggi l'ho portato al campo di Asti ansioso di provarlo. Nonostante la brutta giornata non ho avuto troppe difficoltà a raggiungere i 10 minuti di volo con 150 metri di cavo al verricello AVOT, e appena atterrato sono corso al laptop per scaricare i dati. Il profilo altimetrico, analizzato con l'ottimo software di Lomcovak mostra uno "zoom" al termine della Grafico altimetrico del volo del 25 novembre 2006salita, a poco meno di 100 metri dal suolo, comprendente un'affondata di 0,4 secondi in cui ho perso 22 metri seguita da una cabrata di 54 metri durata 1,9 secondi. La vera sorpresa, però, è stato osservare come tutto il volo si sia svolto con pendenza negativa, vale a dire che anche quando credevo (e ci avrei giurato) che il modello stava salendo nelle tre deboli termiche che ho trovato, in realtà si limitava a non perdere quota. Il che comunque è stato sufficiente per volare il tempo richiesto, e questo è quel che conta.

venerdì, novembre 24, 2006

Se il servo che ti serve non ti serve come serve...

...a che serve servirsi d'un servo che non serve? Servo sporcoMa se il servo non serve più come serve, forse è solo un po' affaticato. A me è capitato con uno dei Multiplex Micro MCV2 che "servivano" ai flap dello Stork: durante la gara di Lodi aveva avuto un brutto momento quando il modello ha fatto un quarto di giro sul terreno con i flap aperti, e così l'ho sostituito, insieme al gemello, con due Futaba S3150. Mi sono però voluto togliere la curiosità di aprire il servo MPX per capire cosa avesse. L'ingranaggeria era notevolmente ingrommata di grasso sporco e rappreso, che ho provveduto a rimuovere con pennellino e benzina avio, e a sostituire con un po' di grasso nuovo. Ma il vero problema del servo era la boccolina in plastica che regge Boccolina ovalizzatauno degli alberi del riduttore: per lo sforzo a cui era stata sottoposta si era dapprima ovalizzata e poi aperta, lasciando fuoriuscire l'albero. Ho dapprima riportato in forma l'orlo della boccola, puntandolo con una goccia di ciano, e subito dopo le ho costruito attorno un robusto collare con colla epossidica da 5 minuti e fiocco di cotone, dopo aver verificato che il nuovo collare non interferisse con il movimento degli altri ingranaggi del riduttore. Una volta polimerizzata la resina e richiuso il servo, al banco di prova tutto è risultato normale: il gioco è meno di quello che avevo prima (la boccola guida l'albero meglio di prima), il movimento è regolare e il motore non sforza e non scalda. Un servo salvato.

lunedì, novembre 13, 2006

Finalmente!

Dopo tanto tempo finalmente sono tornato con i pollici sugli stick; è stato uno stop in parte voluto e in parte no, ma da ora, se il tempo lo permette si tornerà a volare! Ormai la stagione potrebbe considerarsi conclusa, ma se il meteo aiuta, vorrei cercare di recuperare un po’ di tempo perso.
Vista la bella giornata, ieri era il momento giusto per interrompere il letargo che mi aveva colpito... arrivato sul pendio però sono rimasto un po’ perplesso perché ho trovato 30-35Km/h ed avendo portato con me solo l’Apache ero indeciso se lanciare o meno.
Visto pero’ che l’aria non era per nulla turbolenta, mi sono deciso e sono uscito; non potevo fare una scelta migliore!
Il modello, tolta solo una leggera indecisione a penetrare lo strato d’aria sopra la sommita’ del pendio, andava alla grande e mi ha dato molte soddisfazioni facendomi riprovare tutte quelle emozioni che purtroppo avevo per un po’ messo da parte.
L’atterraggio non ha dato nessun problema e dopo tre voli e un piccolo traverso con un falco mi sono goduto il bel panorama autunnale sdraiato al sole!
Si dice che ogni tanto una pausa nelle attività serva a migliorare le proprie capacità... forse è vero!
Buon volo a tutti.

domenica, novembre 05, 2006

Prima AVOT della stagione 2006/2007

Atterraggio con pubblico di GalliziaOggi sono andato a Lodi per partecipare alla prima gara AVOT della stagione invernale. Sulla pista dell'aeroclub di Vigarolo ci siamo dati convegno in 13, e abbiamo dato vita a una gara divertente e correttissima, che si è svolta attraverso ben 9 lanci nel clima rilassato che già avevo sperimentato la scorsa primavera e con una organizzazione curata che ha funzionato senza nessun intoppo. Le condizioni meteorologiche ci sono state favorevoli, regalandoci termiche che in diverse occasioni hanno reso facili i 7 minuti del "pieno" previsti dal regolamento AVOT. Sono contento di come ho volato, al di là del mio posto in classifica (ottavo), lo Stork (centrato molto indietro dopo qualche raffronto con le regolazioni dei Truffo) ha fatto esattamente quello che volevo e ha saputo sfruttare ogni occasione. La gara sarebbe andata però diversamente se non avessi trovato l'aiuto immediato di Giuseppe Gallizia, che mi ha ceduto un suo servo di scorta per sostituire, al volo, uno dei servi dei flap che ha cominciato a non funzionare più bene (il flap rimaneva dispiegato senza comando, o non si dispiegava quando doveva). Grazie Giuseppe!

martedì, ottobre 24, 2006

Resoconto gare

Domenica, sotto un cielo coperto e pur senza vedere il sole per tutta la giornata, si sono svolte a Tetti Neirotti le gare di F5J Auhtonomy e Easy Glider Cup.
Lancio!Ho partecipato alla Authonomy con il mio Falcon elettrico, che purtroppo è uscito malconcio dalla gara. In parte per colpa della ricevente sicuramente di non alta qualità e in parte per la disposizione del campo di gara rispetto al vento che costringeva a completare l'avvicinamento passando a fianco degli altri piloti, ad ogni atterraggio ho avuto problemi radio che mi hanno sistematicamente impedito di raggiungere il centro. Passando nei pressi di un'altra trasmittente, la mia ricevente "saturava" causando rimesse di motore senza comando e spostamenti improvvisi dei servi che ovviamente si risolvevano in impatti precoci con il suolo. Dopo il quarto pessimo atterraggio ho deciso che non c'erano più le condizioni per volare in sicurezza (sicurezza per gli altri piloti, intendo) e mi sono ritirato. Il Falcon è tornato a casa con una delle due semiali delaminata alla radice alare e un piano di coda con il portabaionette rovinato. Non penso, per ora, di ripararlo: recupererò l'equipaggiamento e già prevedo che le due celle LiPo termineranno la loro carriera alimentando la Royal Evo.
Miki, terzo classificato EG Cup EsperienzaNel primo pomeriggio, chiuso il tempo operativo della Authonomy, ha avuto il via la "Easy Glider Cup". Costruita sulla falsariga delle gare AVOT, questa competizione ha visto alternarsi batterie di concorrenti "Esperienza" a turni di concorrenti "Pro", auto-definitisi tali, sportivamente, in base al fatto di avere già pratica di gare. L'organizzazione è stata ottima, grazie soprattutto a Denis e all'aiuto spontaneo di Sergio Pers; il clima della competizione è stato sempre scherzoso e ci siamo tutti divertiti moltissimo. Alla fine tutti si sono dichiarati entusiasti, in particolare il "bocia" della compagnia che alla sua prima gara è ritornato a casa con una bella coppa. Il I tempi di volo, brevi a causa delle condizioni meteo, hanno contribuito a rendere serrato il ritmo: nessuno si è annoiato, e ci sono stati persino alcuni spettatori a dimostrare che queste gare amichevoli possono contribuire a sollevare interesse per il volo in termica.
La galleria fotografica della giornata è disponibile a questo indirizzo.

sabato, ottobre 21, 2006

Domani gare

Domani sarò impegnato, insieme a un nutrito gruppo di amici, in due gare che si svolgeranno a cura del Gruppo Aeromodellistico "Volare su Tetti" sul terreno di Tetti Neirotti. Si tratterà della seconda prova (prima, per me) della specialità "F5J Authonomy" per modelli elettrici, e della prima "Easy Glider Cup" monomarca per i celebri alianti in polipropilene espanso della Multiplex. Prenderò parte alla Auhtonomy con il mio carissimo Falcon, e alla EG Cup con un modello fornito dall'organizzazione.
Oggi mi sono recato a Tetti per verificare le condizioni del terreno: tutto è a posto, la pista è perfettamente asciutta e c'è solo un po' di fango lungo lo sterrato di accesso. Le termiche oggi non sono mancate: con lo Stork ho fatto voli bellissimi e lunghissimi, e dal vicino campo Aeritalia per tutto il giorno si sono succeduti traini di alianti veri, desiderosi di sfruttare la buona giornata. Speriamo che domani il tempo ci conceda il bis, sarà per tutti assai più divertente!

venerdì, ottobre 20, 2006

Due righe di riflessione...

"...l'aeromodellismo è un gioco rispetto alla scienza aeronautica, ma è scienza, altissima scienza aeronautica rispetto ad un gioco qualsiasi..."
- Bruno Ghibaudi, "Il manuale dell'aeromodellista"

domenica, ottobre 15, 2006

Prime prove DLG

Franz al lancio dell'Ice-FireIeri ho fatto i primi lanci con il nuovo Ice-Fire 2 con l'assistenza dell'amico Stefano (Stewe su questo blog). Per l'occasione non abbiamo usato uno dei campi di volo "ufficiali", ma approfittando delle ridottissime esigenze di spazio dei DLG abbiamo usato un campo incolto che Stefano già conosceva vicino ad Asti.
Dopo un paio di lanci "a spinta" in orizzontale per verificare il baricentro (il modello ha richiesto 10 grammi di piombo per essere centrato come da istruzioni del fabbricante, e pesa in totale 308 grammi), ho proceduto al primo lancio con la tecnica "discus" che avevo sperimentato in precedenza solo con gli Apache degli amici. Stefano mi ha subito dato un paio di consigli sulla corretta tecnica, e poi mi ha mostrato un lancio con il suo Prandung. Incredibile: il modello mi è parso salire almeno il doppio! tecnica molto più sicura, e grande energia dalla rotazione!
Ho subito cercato di fare tesoro dei consigli, ricordando anche le parole di Zavagno ("concentrati sulla tecnica, la potenza viene dopo"), cercando di controllare meglio la rotazione e il rilascio. Il modello è effettivamente salito un po' di più, e sono riuscito ad agganciare una bella termica, grossa e potente: come sale l'Ice Fire! in quattro giri è diventato piccolissimo, e non voleva smettere.
L'exploit, che ovviamente mi ha galvanizzato molto, non si è però ripetuto a causa dell'insolazione ormai declinante. Franz e Stewe con gli F3KDopo un'ora e quindici minuti di volo la batteria del ricevitore mi ha però abbandonato, e l'elastico di richiamo della coda ha causato una picchiata verticale fino a terra, per fortuna senza danni.
Durante la ricarica Stefano mi ha illustrato il regolamento F3K, spiegandomi le molte prove differenti. Subito dopo, per rosicchiare anche le ultime bollicine siamo saliti sulla collina a fianco, superando i 20-25 metri più bassi. E di nuovo ho agganciato con sufficiente facilità, termica diffusa ma meno potente, che sono riuscito a seguire per un paio di minuti prima di ridiscendere e atterrare afferrando il modello al volo.
Non vedo l'ora di riprovarci!

domenica, ottobre 08, 2006

Di nuovo in volo

Dopo una pausa, in questo week-end sono tornato a passare del tempo coi modelli e sui campi di volo.
Dopo avere sostituito un servo del flap bruciato, sabato sono andato sul campo di Asti con lo Stork e ho trovato condizioni ottime, con termiche diffuse e molto ampie; tuttavia, per la mia stupidità, ho rischiato di distruggere il modello. E' andata così: siccome avevo esaurito la batteria della radio, l'ho sostituita con la batteria di riserva che pensavo fosse carica. Il voltmetro della radio segnava 7,2 V, ma pensavo di saperla più lunga io e così ho lanciato ugualmente. Per fortuna non ho trovato molto, e dopo cinque minuti stavo cercando di salvare la situazione girando una termichetta sottovento di circa 250 metri, a una quarantina di metri da terra; la radio ha emesso una serie di beep e si è spenta! Niente più controllo, con il modello che per fortuna continuava a spiralare senza problemi. Mi sono affrettato a spegnere la radio con l'interruttore, poi mi sono avvicinato di corsa fino alla testata pista e ho riacceso la radio. Di nuovo controllo! In pochi istanti ho spianato la spirale e aperto completamente i freni, prima di perdere nuovamente il controllo senza più riprenderlo. Per fortuna lo Stork ha avuto molto più buon senso di me, ed è sceso letamente e dolcemente fino a sentire l'effetto suolo e posarsi quasi piatto in un campo. Nessun danno, ripeto nessuno!
A casa, dopo aver esaminato la batteria, non ho trovato nessun difetto che spieghi Ice Fire IIuna caduta di tensione così repentina. Pensavo di trovare una cella a zero volt, invece niente! Evidentemente sono stato così stupido da portarmi dietro una batteria di riserva completamente scarica, incredibile!
Oggi, invece, niente F3J. Avevo in programma una gita a Modena, ma ho fatto una deviazione per Correggio dove si è tenuta la finale di campionato italiano F3K. Dopo essermi goduto qualche lancio degli amici Bettin, Casagrande, Givone, Villa e Zavagno, ho ritirato il mio ultimo acquisto: un DLG "Ice Fire II" tutto in compositi con cui ho in programma di muovere i miei primi passi nella specialità del lancio a mano.

domenica, settembre 24, 2006

Cura dimagrante al litio

Durante il mio viaggio negli Stati Uniti ho visitato diversi "hobby shop", trovando tutto sommato la stessa merce reperibile anche da noi e a prezzi confrontabili con i nostri. Tra i pochi acquisti che ho fatto c'è un pacco di due celle ai polimeri di litio, della Thunder Power, da 2100 mAh con capacità di scarica di 31 A continui e 50 A di picco. Destinatario di questo pacco è il mio aliante elettrico da 2 metri, il Falcon, con il quale mi piacerebbe partecipare alla gara di Autonomy per modelli elettrici che si svolgerà il 22 ottobre al campo di Tetti Neirotti.
Questa nuova batteria mi ha permesso di risparmiare oltre 200 grammi rispetto al vecchio pacco di 8 celle NiCd; alla prova sul campo, oggi pomeriggio, la salita è risultata meno ripida e l'accelerazione più lenta (sono 7,4V anziché 9,6V) ma il consumo è molto ragionevole (circa 20A) e soprattutto ora il Falcon scova molto bene le termiche e le tiene con facilità, anche se deboli. Con una sola salita ho volato oltre 25 minuti e sono sceso perché mi ero stufato, e oggi è stata una giornata grigia e uggiosa con pochissimo movimento termico!
Oggi ho anche perfezionato la messa a punto dello Stork da F3J. Dopo avere arretrato il baricentro a circa 118 mm dal b.d.e. (come rilevato sui modelli dei Truffo) ho guadagnato circa 50 grammi di peso, ma soprattutto le reazioni del modello ora sono molto più confacenti al mio modo di pilotare. Ho anche sostituito il pacco di 4 celle NiCd da 1600 mAh con un pacco di 5 celle NiMH da 2500 mAh per guadagnare in velocità dei servi e autonomia. La messa a punto mi sembra molto migliorata, peccato solo che forse dovrò rinunciare alla gara di Rieti di domenica prossima per problemi di famiglia.

domenica, settembre 10, 2006

Lungo volo per il Gabbiano

O almeno per un "pezzo". Sono infatti appena arrivato a Santa Clara in California, dopo un voletto di circa 10000 km. Sono qui per lavoro, ma agli impegni di lavoro aggiungerò qualche giorno di vacanza con amici. Per un paio di week-end, quindi, niente stick sotto i pollici per Franz.

lunedì, settembre 04, 2006

L’Aliante

E'vero, da un po' di tempo a questa parte per quel poco tempo libero che ho, (paradossalmente) gli "stick" che manovro sono quelli di aerei o meglio Alianti reali. Sono venuto a conoscenza di un brano che ritengo "affascinante" e per certi versi condivide le sensazioni di noi aeromodellisti di Alianti; magari alcuni di voi lo conosceranno per chi invece è alla sua prima lettura mi faccia sapere. Il brano è di Evandro A. Detti. Buona lettura.

L'aliante è una macchina davvero molto strana. Tutti credono di conoscerla, ma in realtà sono pochi quelli che la conoscono davvero. E sono pochissimi a sapere come vola. Il problema sta nel fatto che l'umanità tende sempre a generalizzare, a racchiudere dentro schemi. Provate a chiedere cos'è un aliante e ne scoprirete delle belle. Molti vi descriveranno un deltaplano, altri vi parleranno di quegli aeroplanini di carta che facevamo da bambini. E che molti di noi, me compreso, fanno ancora da adulti. Oggi, grazie alla pubblicità, tanta gente risponderebbe in modo corretto, per aver visto lo spot di un noto amaro. L'aliante in questione è proprio quello che ho utilizzato per anni per fare scuola di volo a Lucca, Tassignano. Ma anche così, in realtà, sono pochi ad aver visto da vicino un club di volo a vela, ad aver toccato quelle macchine meravigliose dalle lunghe ali.Inoltre, esistono tanti tipi di alianti e non sono certo tutti uguali. Nei paesi scandinavi c'è la neve. Tanta. Per tanti mesi dell'anno. Gli abitanti non dicono semplicemente "neve" come facciamo noi. Hanno una dozzina di termini diversi per designare altrettanti tipi di neve. Allo stesso modo, non si può dire semplicemente "uccelli" per designare un animale che vola o che ha le ali. Ciò che la gente non sa, neanche coloro che si dedicano con passione all'osservazione degli uccelli, è che esistono due grandi categorie di uccelli: quelli veleggiatori e quelli non veleggiatori. Che significa?
Per semplificare il concetto al massimo, diciamo che gli uccelli non veleggiatori volano battendo sempre le ali, tranne quando planano per atterrare. Gli altri battono le ali occasionalmente, ma di solito volano ad ali spiegate, ferme, sfruttando le correnti ascendenti dell'atmosfera. Si fa presto a dire aria. Si fa presto a dire vento. Noi diciamo "neve" e non sappiamo riconoscerne la dozzina di tipi diversi. Così diciamo "aria" e non ne riconosciamo le decine di caratteristiche diverse. Del vento sappiamo che è aria in movimento orizzontale. Tutto qui. Ma dovremmo avere una trentina di termini diversi per l'aria. E il vento non è sempre orizzontale, anzi. Spesso è obliquo e impatta la superficie delle acque, del mare o dei laghi, generando le onde. Se il vento scorresse parallelo alla superficie del mare, le onde non ci sarebbero.A volte il vento è verticale. Spesso scende dritto dall'alto verso la terra, ma altre volte sale dalla terra surriscaldata dal sole e si spinge a quote alte, dove l'umidità contenuta al suo interno si condensa e diventa una nube. Allora gli uccelli veleggiatori volano al suo interno ad ali ferme e si fanno portare in alto senza sforzo.La papera non veleggia. Tranne che per brevissimi tratti, quasi per caso. Il gabbiano veleggia quasi sempre e così il condor, la poiana, il falco, il rondone, l'aquila... il passero, il piccione, il merlo non veleggiano. Pur essendo formidabili volatori. Non conoscono le decine di termini diversi per designare i diversi tipi di aria e di vento. Il pilota di aereo o di elicottero, neppure loro conoscono quei tipi e quei termini. Difatti non veleggiano. Il pilota di aliante è un veleggiatore puro. Se il pilota di aereo guarda verso l'alto, verso le cime dei monti, verso le nubi, vede aria. L'aliantista vede un gran numero di cose diverse. Vede la dinamica tutta dell'atmosfera, vede i raggi del sole impattare la superficie secondo angoli diversi a seconda dell'orografia del terreno, vede le rocce scaldarsi di più dei boschi, vede l'aria a contatto delle rocce riscaldarsi e dilatarsi per poi iniziare a salire. Vede l'aria calda andare su, quella fresca scorrere a prendere il posto di quella che se ne è andata e scaldarsi a sua volta e poi salire. Vede gli sbuffetti di condensazione apparire e sparire qua e là nel cielo, ad indicare il punto dove il vento ascendente ha portato la propria umidità. Vede i costoni sopravento e sottovento, vede i punti dove poter salire ad ali tese e la strada nel cielo, da un cumulo all'altro, da seguire. Vede anche le aree da evitare, dove sa che il vento verticale, in quei luoghi, sarebbe discendente. Il pilota di aliante, chiamato anche volovelista, conosce l'aria come lo scandinavo conosce la neve. Tanti tipi diversi. Tanti termini. Ho osservato le persone in visita nei vari club di volo a vela. Nel guardare da vicino un aliante rimangono stupiti. Molti lo trovano una macchina fragile, per via delle lunghe ali, goffa e poco maneggevole, perché ci vedono spostarlo a terra con una certa difficoltà. Alcuni lo trovano anche scomodo e stretto, da claustrofobia e si chiedono come si fa a volare dentro quel "coso".Il paragone con l'aereo è inevitabile. L'aereo è lì, magari il nostro Robin da traino, tozzo e robusto, con le ali corte e forti, ampio, comodo e soprattutto, dotato di motore, simbolo di affidabilità e sicurezza. La gente vede la neve, ma non ne riconosce la dozzina di tipi diversi. Il traino si allinea, viene agganciato il cavo, tutto motore e si va, le due macchine in fila verso il cielo. Subito dopo la partenza, l'aliante si stacca leggero e si mette a pochi metri da terra, in attesa che anche l'aereo venga su. Poi lo segue con assoluta precisione, rivelando una maneggevolezza estrema. Dei due, il più penalizzato è l'aereo. Ad appena cinquanta metri da terra, se il motore del traino si fermasse, in nessun modo potrebbe riatterrare in pista. L'aliante sì, senza problemi. Potrebbe fare una virata perfetta di centottanta gradi e tornare al suolo in contropista, mentre l'aereo va a cercare fortuna nei campi vicini. Il traino ha circa quattro ore di autonomia, con la benzina contenuta nei suoi serbatoi. L'aliante non ha limiti di autonomia. La sua benzina sono le correnti ascensionali. Il traino può salire poco oltre i quattromila metri. L'aliante potrebbe anche superare i diciassettemila. E la robustezza? Un aliante di categoria normale è robusto quanto un aereo di categoria acrobatica. Il nostro aliante acrobatico ha una robustezza più che doppia rispetto al Robin da traino. A dispetto delle sue lunghe ali, dieci metri l'una, le cui punte potrebbero quasi toccarsi prima di rompersi.
Il pilota di aereo teme la piantata di motore. L'aliantista no, lui vola sempre senza motore. Il pilota di aereo teme l'incendio. L'aliantista non porta in giro nessun serbatoio di benzina. Nella sua macchina fortissima, che non cade e non si rompe, il volovelista sale con le correnti, osservando il cielo più che la terra, senza rumore, senza paura. Ha tutto, anche il paracadute come estrema risorsa. Guadagna quota, preziosa energia da spendere per fare strada, verso altre ascendenze, altra quota e altra strada. Il suo pilotaggio è praticamente perfetto. Visto di fronte è un punto con due linee, le ali. La pulizia delle sue manovre non è valutata attraverso il rozzo viro-sbandometro dell'aereo, ma attraverso un filo di lana attaccato sopra la capottina trasparente. Un filo che deve rimanere sempre allineato all'asse longitudinale della macchina, a pena di un terribile scadimento delle prestazioni aerodinamiche della macchina. L'aliantista non vola mai basso. Motivo per cui l'aliante è meno visibile dell'aereo. A mille piedi, quota che gli aerei mantengono ordinariamente per lunghi tragitti, l'aliante è prossimo all'atterraggio. E alle alte quote, sopra le montagne, sopra le pianure, sotto i cumuli, vola in silenzio, in compagnia, a volte, di altri esseri che, come lui, vedono ben di più che della semplice "aria" intorno a loro: gli uccelli veleggiatori. I quali non si spaventano nel vedere l'aliante. Girano insieme nella termica, senza timore alcuno, anche per parecchio tempo, almeno quanto basta all'uccello veleggiatore, vero padrone degli spazi aerei, per guadagnare quota più in fretta, diventare un puntino, confondersi con il cielo e scomparire. Un aliante ha di solito un'efficienza di circa trentotto. Vale a dire che da mille metri potrebbe percorrere trentotto chilometri, in aria calma, prima di toccare terra. La tecnologia odierna è in grado di fornire macchine con efficienza sessanta, ma presto si raggiungerà quella di cento. Ho detto in aria calma, ma l'aria, abbiamo visto, non è mai calma e contiene sempre, qua e là, le ascendenze che ci permettono di riguadagnare la quota persa in un trasferimento.
Per cui, quando infine decide di scendere, il volovelista deve azionare dei dispositivi chiamati "diruttori di portanza". Sono due "palette" che escono dalle ali per un certo tratto e oppongono al vento relativo la loro superficie. Non sono aerofreni, non servono a frenare, ma propriamente a rompere la forza di portanza di quel tratto di ali, come se le tagliassero letteralmente, accorciandole, riducendone drasticamente l'enorme efficienza, facendo sì che il peso riesca infine a riportare giù una macchina che per sua natura, altrimenti, non scenderebbe più a terra.

domenica, settembre 03, 2006

Tuttala al Faiallo

Sabato l'amico Roberto Boffelli di www.tuttala.it ha visitato il pendio del Faiallo che da tempo gli decantavo. Le condizioni meteo, come è abitudine da qualche tempo, hanno smentito le previsioni regalandoci un mattino con cielo sereno e grande trasparenza dell'aria, che ci ha resi euforici e fiduciosi circa la buona riuscita della "spedizione" sin dal nostro incontro sull'autostrada A26.
Roberto e suo figlio Miky hanno portato con sé il Blade 1.9, il Blade 1.5 elettrico oltre a due tuttala, uno di tipo "Zagi" e uno di tipo "plank" con ala in EPP e bulbo in vetroresina. Io avevo Fredy, Blade 1.9, Blade 3.2. Saliti sul punto di lancio ho portato in volo il Roby e Miky al FaialloFredy per far vedere a Roberto il circuito-tipo, il circuito di atterraggio e un assaggio di DS per fargli venire l'acquolina in bocca. Roberto ha dapprima assaggiato l'aria con il plank, che si è dimostrato ben centrato e reattivo, poi mi ha passato la radio per farmi sperientare il dynamic soaring. I primi circuiti non sono "entrati" perché il modello non manteneva abbastanza l'energia, ma una volta capiti i limiti dell'inviluppo sono riuscito a fare i soliti loop in DS mantenendomi molto rasente al pendio: il tuttala accelera, certo non come un modello tuttofibra, e soprattutto mi è sembrato molto stabile e controllabile durante il volo, dandomi abbastanza sicurezza da passare a una manciata di centimetri dai cespugli. Anziché il solito fischio acuto il modello emette, durante l'accelerazione, un fruscio cupo assolutamente inconsueto e che ci ha molto colpito.
Roberto è poi passato a lanciare il Blade, di cui aveva da poco spessorato l'ala per ridurre il diedro longitudinale secondo le indicazioni di un amico. Purtroppo Roberto ha lanciato "in buca", ed è stato costretto a volare combattendo contro la discendenza e senza realmente riuscire a valutare l'esito della modifica. La presenza della "buca" è stata confermata anche da me: uscendo con il mio Blade ho trovato le stesse condizioni deludenti. Per fortuna Roberto è riuscito a trovare aria buona nel prosieguo della giornata e ha così potuto collaudare a dovere la modifica.
Il tuttala plank è comunque stata la vedette della giornata. In particolare in DS, in cui invece i miei Fredy e Blade hanno un po' deluso per via della forte turbolenza e dei rotori che mi hanno addirittura messo in volo rovescio il Blade durante un passaggio troppo alto. Il plank sembra risentirne molto meno, merito anche della traiettoria di volo che deve essere più bassa per rendere bene. Anche Roberto ha provato ed è riuscito a concatenare tre bei loop: il Dark Side ha trovato un nuovo adepto, spero...
I voli sono proseguiti fino verso le 16, prima che la quota di condensazione scendesse al punto da lasciarci in nuvola. Non ci è rimasto da fare altro che verificare direttamente con i nostri occhi l'ampiezza della zona di separazione e soprattutto la turbolenza dello strato limite e la violenza dei rotori, ma tanto per Roberto e Miky era già ora di cominciare il viaggio di ritorno a casa, quindi non è stata una delusione troppo grande. Alla prossima!

martedì, agosto 29, 2006

Raduno molto spontaneo

Sabato scorso ho tentato di organizzare con alcuni amici un raduno spontaneo al pendio del Faiallo. Purtroppo il meteo ci ha messo lo zampino: alle 8 del mattino il METAR riportava copertura di 3/8 con base nubi a 4000 piedi, alle 9 era già scesa a 3000 piedi e alle 10 stazionava a soli 2500 piedi. Gruppo del raduno spontaneoHo così mandato un messaggio ai componenti della spedizione dicendo che non era il caso di rischiare a muoversi, perché la probabilità di ritrovarsi in nuvola era troppo alta.
Il gruppo dei torinesi, che era già in marcia benché ancora vicino a casa, mi ha risposto dopo qualche minuto dicendo che avrebbero corso ugualmente il rischio andando al pendio. Sentendomi in colpa per quello che vedevo come un disastro annunciato ho deciso di raggiungerli, ma non me la sono sentita di ri-mandare un messaggio a Stefano e Tullio per invitarli a condividere con me il disastro. E, infatti, al mio arrivo sul sito di volo ho notato con disappunto che il meteo locale confermava le mie previsioni: base nubi a circa 50 metri sopra il punto di lancio, con copertura abbastanza fitta da costringere l'elicottero del 118, che stava -presumo- recandosi a prestare soccorso a qualcuno più avanti lungo la strada, a un lungo giro vizioso per rimanere in VMC.
Sul sito mi aspettavano già in volo Davide, Eugenio e Rosario, con diversi modelli. Mi sono subito unito a loro con il Fredy, "assaggiando" il backside con un po' di DS, poi provando il Blade mi sono ritrovato con il cielo che si chiudeva in nube nel giro di pochissimi secondi, costringendomi a un atterraggio in emergenza sul retro del pendio. Che brutto avere ragione!
Il pomeriggio è andato avanti tra schiarite e improvvisi addensamenti fino verso le 17 quando, a dispetto di quello che credevo di conoscere come il "carattere" del Faiallo, il cielo si è ripulito lasciando il posto a cirri alti sullo sfondo azzurro. E tutti abbiamo lanciato per approfittare di quelle condizioni inaspettate e tranquille, con vento sostenuto ma non troppo turbolento, capace di regalare ottimo DS (filmato molto bene e molto gentilmente da Eugenio) oltre a buone quote sul frontside. Ci siamo tutti divertiti molto, e con mia grande soddisfazione anche Davide ha deciso di seguire le orme del Fredy con il suo Bluto, riuscendo a tracciare qualche giro di DS (il suo primo DS!) anche se, alla fine, riportando qualche danno al tuttala.
Chiedo ancora scusa a Stefano e Tullio per non averli avvertiti: Eugenio dirà che sono un pusillanime, ma in buona fede ero convinto di risparmiare loro un viaggio a vuoto e un pomeriggio buttato.

giovedì, agosto 24, 2006

Lustrati gli occhi Roberto...

...che a lustrare la fusoliera ci ho già pensato io, con carta abrasiva del 600, 800, 1200 rigorosamente ad acqua, e per finire pasta abrasiva da carrozzeria. Sono piuttosto orgoglioso del risultato, in particolare dal lato estetico che di solito tendo a trascurare. La robustezza è fuori di dubbio, la continuità con il resto mi pare buona e credo che se mai dovesse rompersi di nuovo, difficilmente si romperà sopra o accanto alla mia riparazione. Naturalmente con la speranza che questa affermazione non debba mai essere messa alla prova...

mercoledì, agosto 23, 2006

Lavori in corso (III)

Oggi pomeriggio ho dato inizio ai lavori di finitura esterna sull'Apache. Per prima cosa ho scartavetrato l'esterno per rimuovere le scheggiature e i margini rialzati della frattura. Subito dopo ho stuccato i "vuoti" con stucco poliestere da carrozziere, facile da utilizzare e molto ben carteggiabile una volta indurito (circa 20 minuti). Dopo avere carteggiato nuovamente ho applicato una mano di stucco/primer acrilico spray della Talken, che oltre a stuccare piccole imperfezioni è un prezioso aiuto durante la successiva carteggiatura (che eseguo con comode spugne abrasive a diverse grane, utilizzabili a secco e ad acqua) perchè rende ben visibili le parti più "alte" che si scoprono per prime e su cui bisogna insistere. Ho ripetuto l'operazione per quattro volte, fino a ottenere una superficie che mi soddisfacesse. A quel punto ho mascherato il trave di coda e la parte anteriore della fusoliera e ho spruzzato diverse mani di vernice acrilica giallo cadmio. Il colore è lo stesso dell'originale, ma il risultato non mi ha soddisfatto perché il sottostante strato di primer si vede sia come colore sia come rilievo dei bordi: è evidente per quale motivo non mi piaccia la fase di verniciatura... non sono capace, non conosco bene la tecnica!
Per rimediare al pasticcio ho tolto smalto e primer con un po' di diluente nitro e ho nuovamente applicato il colore giallo senza il primer sotto, mantenendo le mascherature sufficientemente lontane dalla zona che necessita di colore. Come risultato direi che ora ci siamo, domani carteggerò con la carta seppia ad acqua e darò il responso finale.

martedì, agosto 22, 2006

Fin qui molto bene

Nuovo stratificato dopo la polimerizzazioneStamattina la resina era già indurita bene, ho quindi rimosso la spugna e il foglio di polietilene per esaminare il lavoro fatto. Il nuovo stratificato è stato ben compresso e il legame tra gli strati sembra molto buono (niente bolle d'aria interne), anche l'omogeneità sembra buona perché il pezzo, pur potendo ancora indurire un po', appare resistente come il resto della fusoliera.

Lavori in corso (II)

Materiale pronto a cominciareProseguono i lavori sull'Apache di Roberto. Oggi, dopo aver sostituito la lampadina che illumina il banco da lavoro e che avevo rotto ieri, ho preso un ritaglio di tessuto di vetro da 105 g/m² e da questo ho tagliato un pezzo romboidale destinato a diventare il "fondo" della riparazione più alcuni quadrati 2x2 cm (i famosi Blätzli). Da un rotolo di roving di carbonio ho inoltre preparato tre spezzoni di circa 5 cm per l'armatura della riparazione. Ho quindi mescolato una piccola quantità di resina da laminazione, molto fluida, con cui ho prima dato una mano all'interno dell'Apache per riempire bene tutte le zone secche e sfilacciate del tessuto lavorato ieri. Nuovo stratificatoHo quindi posato i pezzi di tessuto di vetro, i tre roving e i Blätzli di ricopertura, dopo avere scostato i bowden in modo che non dessero fastidio.
Per finire ho mescolato un po' di fiocco di cotone a una goccia di resina, in modo da preparare un po' di "mastice" per ri-incollare i bowden alla fusoliera. Subito dopo ho tamponato l'eccesso di resina con un po' di carta da cucina, ho steso un foglio di polietilene (sacchetto per la spesa) sulla riparazione e ho infilato una spugna nel cavo della fusoliera in modo che, espandendosi, schiacciasse bene il nuovo stratificato per migliorare l'adesione.
Per ora è quanto potevo fare; domani, a polimerizzazione avvenuta, inizierò a lavorare sull'esterno.

lunedì, agosto 21, 2006

Lavori in corso (I)

Come risultato della disavventura "radiotecnica" di cui ci ha parlato, Roberto ha portato a casa l'Apache con una brutta rottura nella fusoliera.
Roberto mi ha chiesto di tentare una riparazione con la Apache con rotturatecnica del "Blätzli" e io ho subito accettato, felice di potermi di nuovo sporcare le mani con resina e tessuti.
Il danno causato dal "simpatico" aeromodellista del Fasce consiste in una rottura che quasi divide in due la fusoliera, partendo dalla sella alare e scendendo oltre la linea di giunzione dello stampo, con anche una bella delaminazione lungo la giunzione come in foto. Per prima cosa ho esaminato i bordi della rottura: lo stratificato è composto da una pelle di gelcoat, piuttosto spessa, seguita da due strati di tessuto di vetro da (ad occhio) 100 g/m², che lungo le fiancate racchiudono a sandwich un nastro di tessuto di kevlar.
Dopo il primo esame ho deciso come procedere. Il piano di azione prevede:
  • rimettere insieme la fusoliera con un po' di ciano;
  • scavare con il Dremel, dall'interno, la zona danneggiata in modo da assottigliare lo stratificato interno così da esporre il tessuto di kevlar;
  • applicare un primo Blätzli da 100 g/m² nella parte più scavata;
  • siccome non dispongo di kevlar, resinare un paio di roving di carbonio in senso longitudinale, in modo da costituire un "ponte" tra le due parti separate dalla rottura (il carbonio, a differenza del kevlar, non lavora bene in compressione ma direi che quella parte è sottoposta soprattutto a sforzo in trazione, quindi dovebe andare bene lo stesso);
  • applicare altri Blätzli da 100 g/m² fino a ridare continuità allo stratificato e costruire un nuovo sandwich vetro-carbonio-vetro;
  • stuccare l'esterno, carteggiare, applicare primer e carteggiare ad acqua fino a ripristinare l'aspetto esterno;
  • dare una mano di spray acrilico giallo cadmio, che fortunatamente ho già in casa nel colore giusto.
Per oggi, come documentano le fotografie, ho affrontato i primi due punti del piano. La rimozione del tessuto danneggiato non ha evidenziato danni nascosti, quindi confido che la riparazione potrà continuare senza intoppi nei prossimi giorni.
Delaminazione internaDremel al lavoro

Tranquillo!

Ho voluto inserire (grazie Franz) un piccolo tributo alla manovrabilità del Silent
Il filmato realizzato da Stefano (DoctorWind) fa vedere il mio Silent in volo sul Bec Geremia con vento da sud. Il volo esula dal normale "tranquillo veleggiare" che il Silent sa dare, ma fa vedere anche il "dark side" di questo eccellente modello, ovvero una elevata manovrabilità anche in situazioni (se vogliamo) più acrobatiche del solito. In effetti il Silent è nato per veleggiare tranquillo ma ogni tanto... eheh... buona visione!
PdG

domenica, agosto 20, 2006

LIMJ 201420Z 19017KT MCCJ...

Il METAR è inventato, ma rende l'idea del tempo di oggi.
Stamattina le due Righicam mostravano una copertura nuvolosa "maccajosa" su Genova, accompagnata da vento forte da Sud. Però, siccome alle 14 avevamo osservato una rapida schiarita, Roberto ed io abbiamo deciso di recarci comunque al pendio del Faiallo.
Quando sono arrivato sul sito la base delle nuvole superava il crinale di almeno un centinaio di metri. Monto molto velocemente il Fredy e lo lancio. Il meteo è ideale per il dynamic soaring, e così Roberto prende la pistola radar e cominciamo qualche giro di assaggio. La resa è ottima, anche se la separazione è un po' turbolenta: in breve il Fredy fischia da pazzi, e Roberto mi dice di non averlo mai visto andare così veloce. La pistola radar, prestatami per l'occasione dell'amico Matteo, però non collabora: anche avvicinandosi Roberto non riesce ottenere misure significative. Atterro e provo con il Blade, ma il modello non "entra" e Roberto, vedendo la base delle nuvole che si abbassa, mi suggerisce di rientrare subito; nel giro di un minuto ci ritroviamo con le nuvole che lambiscono il pendio rendendo impossibile il volo.
Poco più tardi, approfittando di una schiarita, esco nuovamente con il Fredy: questa volta Roberto si apposta con cura ma riesce solo a misurare un misero 66 miglia orarie, assolutamente non rappresentativo della velocità reale. Di nuovo la base delle nuvole si abbassa e devo atterrare; purtroppo non si rialzerà più obbligandoci a chiudere per oggi le operazioni di volo.
Ancora una volta, in questo strano agosto, la maccaja ci ha rovinato la festa. Rimane la soddisfazione di avere fatto un po' di buon DS, anche se la pistola radar non ci ha assistito. E anche di avere, in chiusura, scambiato due parole con una coppia di gitanti (lui pilota d'aliante full-size) che si sono mostrati incuriositi dai nostri modelli e dalle tecniche di volo in dynamic soaring che, purtroppo, hanno solo potuto intuire per via del meteo non più favorevole.

sabato, agosto 19, 2006

Mi chiedo...

Tratto dalla serie si faccia una domanda e si dia una risposta. Oggi, vista la giornata, mi sono deciso a risalire sul pendio dopo lunga assenza. Visto il tempo decido di salire sul monte Fasce. Innanzitutto una piccola nota meteo: il vento fino a 400 m circa era di tramontana, da lì in su arrivava da ESE. Condizione deboluccia ma molto interessante. La velocità del vento era variabile: da assenza totale si raggiungevano 8-12 km/h; nonostante tutto le quote che si potevano fare erano ragguardevoli. Quindi oggi il mio Silent Dream mi ha dato grandi soddisfazioni, di conseguenza la giornata ha dato ottimi risultati ...senonché... mentro sto volando con l'Apache vedo che vado in fail-safe e il modello rovina contro una fascia (da cui il nome del monte). Lì per lì non capisco ma poi realizzo: un altro modellista ha acceso la sua radio ovviamente sulla mia stessa frequenza. Quando atterra chiedo spiegazioni; da qui in poi il dialogo diventa surreale:
Io- scusa che frequenza hai?
Lui- 40 etetc
Io- oh guarda! uguale alla mia che caso... non so se te ne sei accorto ma C'ERA un modello in volo... grrr
Lui- ah! no non lo avevo visto (effettivamente porta un paio di occhiali spessi) quando io NON VEDO MODELLI NON DICO LA FREQUENZA
Io- dimmi dov'è la telecamera della candid camera
Lui- non capisco vuoi aver ragione?
Io LASCIO PERDERE se no lo meno.
Riscontro poi da altri modellisti presenti che FA SEMPRE COSÌ
Commenti?

giovedì, agosto 10, 2006

Bilancio

Trascorsi ormai cinque giorni dai voli di fly-off, e tornato alla tranquillità di casa, ripenso alle due settimane appena trascorse e provo a stilare un bilancio non solo dei due tornei che ho visto da vicino ma un po' dell'ultimo anno.
Poco meno di un anno fa, sul pendio del Faiallo incontro un collega modellista di passaggio, che mi dice qualcosa come "devi provare l'F3J, è una bella categoria e c'è tutta gente simpatica". Il modellista in questione era Alex Galtarossa, che si era appena laureato campione italiano F3K. Di lì a pochi giorni mi capita l'occasione di acquistare il Superblade di Rover Mersecchi, e così conosco lui e Vittorio Givone che si presta a farmi da corriere, e di nuovo sento parlare di F3J. Passa un mese e metto alla prova il Superblade con un verricello. Poi, un inverno di allenamenti e arriva la prima gara AVOT, all'indomani della quale Giuseppe Generali mi propone di unirmi alla squadra che ha bisogno di un trainatore per i mondiali. Così, con in mezzo la mia prima gara di campionato italiano F3J e la mia prima gara Eurotour F3J con il traino a mano, mi ritrovo a Martin in Slovacchia.
L'evento è andato oltre le mie migliori previsioni. Non solo ho potuto prendere parte ad una nuova gara internazionale, Foto di gruppo squadra italiana WC2006volando con i migliori piloti del mondo e imparando (credo e spero) tantissimo, ma ho fatto parte di una squadra e ho potuto dare il mio contributo, anche se piccolo, a un grande risultato comune. E tutto questo beneficiando di una organizzazione perfetta, di gara come di squadra, e in mezzo a persone eccezionali. Eccezionali ai comandi, eccezionali nella competenza, eccezionali nell'abilità artigiana, eccezionali nella disponibilità ad aiutare, eccezionali nella supervisione del lavoro e nella organizzazione dei compiti, eccezionali nella potenza al traino, eccezionali nell'accoglienza, eccezionali nella simpatia. Non conoscevo quasi nessuno della squadra, alla partenza, ora penso di poterli chiamare tutti amici. Difficilmente sarebbe potuta andare meglio!

lunedì, agosto 07, 2006

Cerimonia di chiusura

Medaglia alla nazionale F3J juniorAlle 18 di sabato 5 agosto si è svolta nella piazza centrale di Martin la cerimonia di premiazione e chiusura del campionato del mondo. Cerimonia emozionante, soprattutto quando i nostri ragazzi con il team manager Giorgio Dittadi e i due generosissimi helper Pietro Casagrande e Marco Salvigni hanno ricevuto la medaglia d'argento. Cerimonia anche un po' tragicomica quando il podio si è rotto sotto il peso del "grande" David Hobby che è così caduto a terra rialzandosi però con il sorriso!

Aggiornamento finale

Siamo tornati in Italia, e finalmente posso postare gli ultimi aggiornamenti visto che a Martin abbiamo perso la connessione a internet appena conclusi i fly-off.
Dico subito che i fly-off si sono svolti in condizioni climatiche avverse, per fortuna senza pioggia ma con copertura nuvolosa totale e vento di circa 3 m/s. I nostri piloti si sono comportati benissimo, ma hanno certamente pagato le condizioni meteo per noi non usuali. Al primo lancio degli junior Thomas Truffo è al suolo dopo otto minuti e mezzo, Filippo Gallizia riesce a fare il pieno ma paga le turbolenze al suolo con 90 punti di atterraggio. Lancio di un round fly-offAl secondo lancio entrambi vanno al pieno, e in seguito a una catastrofica collisione in volo c'è anche un refly e con quello la possibilità di ritoccare il punteggio: 998.70 per Truffo e 995.10 per Gallizia.
Seguono quindi due round senior: Verardi fa il pieno nel primo ma non aggancia nel secondo e colleziona "solo" 500 punti. Ritornano in campo gli junior: nel terzo lancio Gallizia prende 925.90 punti e Truffo 590.00, e nel quarto Gallizia 979.20 e Truffo 625.70. La classifica finale junior è così completa: primo Cody Remington, secondo Benedikt Feigl, terzo Casey Adamczyk, quarto Josip Hucalijuk, quinto Filippo Gallizia, Thomas Truffo è undicesimo. Bravissimi!
Gli ultimi due round senior vedono Verardi scendere dopo 8 minuti e 42 secondi nel terzo lancio, e raggiungere il pieno nel quarto. Ma nel quarto round il numero da campione lo fa David Hobby: a circa un minuto dalla fine del tempo operativo il suo modello ha una collisione in volo e scende a terra con apparente sicurezza ma con un terminale alare che pare tenuto insieme all'ala solo dal cavo del servocomando. Se lo perdesse sarebbe "perdita di parti in volo" e dovrebbe rilanciare; invece Hobby riesce a portare il modello al suolo a meno di 30 secondi dalla fine del tempo operativo, e non chiede il refly perché si laurea comunque campione del mondo F3J 2006! Per la seconda volta consecutiva l'australiano David Hobby conquista il titolo Seguono Sebastian Feigl e Ralf Oetter, Verardi conquista un nono posto individuale senior mai visto dai nostri colori!

venerdì, agosto 04, 2006

Risultato storico per l'Italia!!!

Dopo un ultimo round junior davvero emozionante (volo perfetto di Truffo che guadagana 1000 punti, volo aggressivo di Filippo Gallizia per 840.60 punti, volo col brivido di Generali che rimane impigliato nel cavo, rilancia e prende 936.20 punti) l'Italia junior sale al secondo posto nella classifica a squadre e conquista una storica medaglia d'argento! Inoltre Gallizia e Truffo sono nei fly-off e domani se la giocheranno per il titolo individuale!

Conclusione dei round eliminatori senior

Il giro finale dei round eliminatori è stato al cardiopalma e ci ha portato anche alcune delusioni. Verardi apre le danze con il secondo gruppo e porta a casa 997.30 punti, Zavagno lo segue 993.50 ma purtroppo al settimo gruppo Salvigni non azzecca e finisce con 740.20 punti. La classifica ne risulta sconvolta: Verardi sale al 10 posto e entra nei fly-off, ma Salvigni scende alla 14esima posizione e esce clamorosamente dai fly-off.

Decimo round senior

Un altro round trionfale: Salvigni 1000, Verardi 1000, Zavagno 855 perché purtroppo ha sbagliato base. Salvigni sale in terza posizione, Verardi in quattordicesima a soli sei punti dai fly-off, Zavagno mantiene la 72esima posizione.

Galleria fotografica

giovedì, agosto 03, 2006

Nono round senior

Salvigni 996.70 e sale in quarta posizione, Verardi 993.20 e sale in 17esima, Zavagno 996.00 e sale in 72esima.

Ottavo round senior

Salvigni 923.10, Verardi 993.10, Zavagno 970.70; Salvigni è sempre quinto, Verardi sale in diciannovesima posizione, Zavagno è settantatreesimo.

Settimo round senior

Salvigni 999.00, Verardi 999.60, Zavagno 1000!

Settimo e ottavo round junior

Un altro ottimo round per Filippo Gallizia che porta a casa un altro 1000 e mantiene saldamente la prima posizione in classifica. 994.60 per Thomas Truffo e 990.30 per Marco Generali.
All'inizio dell'ottavo round junior Thomas viene costretto dal cronometrista a scendere un minuto dopo il lancio per un sospetto lancio anticipato. Thomas si gioca così la possibilità di Partenza ottavo round juniorfare un altro 1000, e la cosa guasta la festa alla squadra. Per fortuna i tedeschi pasticciano e scendono dalla prima alla terza posizione in classifica a squadre, a soli 18 punti davanti a noi.
Stamattina, riguardando la foto che ho scattato al lancio, si vede che lo Shadow di Thomas è sicuramente davanti ad altri due modelli, ma si vede anche il lanciatore dei tedeschi che ha lasciato il modello che non è già più nel campo inquadrato... segno che con ogni probabilità non è stato il lanciatore di Thomas, Pietro Casagrande, il primo a mollare il modello. Meglio però non mettersi a fare contestazioni e guastare il clima, tanto gli altri lanci di Thomas sono superlativi e si può tranquillamente permettere di scartare questo punteggio.

mercoledì, agosto 02, 2006

Sesto round senior

999.40 per Salvigni, 995.40 Verardi, 684.20 Zavagno. In classifica Salvigni è quinto, Verardi 24esimo, Zavagno 78esimo.

Quinto round senior

Un altro ottimo round: Salvigni 1000 punti, Verardi 998.60 e Zavagno 992.40. Tre voli stupendi, Zavagno è stato addirittura "aiutato" da una cicogna che è passata per indicare la termica ai concorrenti rimasti intrappolati in quota non proprio tranquillizzante.

Continuiamo a crescere

Risultati favolosi per i nostri colori! l'atmosfera in Casa Italia migliora di lancio in lancio. Ieri sera all'ultimo round Marco Salvigni ha conquistato il 1000 dando ben 97 punti al secondo; stamattina tanto Filippo Gallizia quanto Thomas Truffo hanno fatto due 1000. Un po' più sfortunato Marco Generali, ma la gara è tutt'altro che finita.
Gallizia è sempre primo tra gli junior, Truffo sale al terzo posto, Generali è trentacinquesimo. Tra i senior Salvigni è sesto, Verardi ventinovesimo, Zavagno settantatreesimo.
Come squadra l'Italia è al quarto posto nella classifica junior e al tredicesimo nella classifica senior.

martedì, agosto 01, 2006

Ragazzi!

Dopo i primi quattro lanci degli junior, Filippo Gallizia è primo in classifica generale junior, Thomas Truffo è quarto e Marco Generali trentesimo!

Secondo giorno ai campionati del mondo

La seconda giornata di gare valevoli per il mondiale sta trascorrendo con il maltempo ormai consueto. I nostri concorrenti sembrano però aver superato l'attacco di sfortuna di ieri: tutti sono andati a punteggi molto elevati, probabilmente anche alcuni 1000!
Durante il terzo round junior c'è anche stato un momento emozionante: durante il pretensionamento del cavo per lanciare Filippo Gallizia, Alex Galtarossa ed io ci siamo accorti che il picchetto si sfilava con grande facilità dal terreno, e abbiamo rinunciato al traino. Siamo corsi verso il corridoio tra gli insulti dei nostri compagni di squadra che non avevano capito la situazione, ma gli insulti si sono trasformati in complimenti quando si è capito che la segnalazione dell'inconveniente, dovuto all'attrezzatura messa a disposizione dall'organizzazione e non dalla squadra, avrebbe consentito di ripetere il lancio.

lunedì, luglio 31, 2006

Scuola di volo

Allievi e MaestroQuesta è per Roberto, che so che la apprezzerà. Capita a volte che gli "allievi" possano beneficiare di una lezione di volo con un vero Maestro...

Conclusione della prima giornata

Dopo il temporale la gara è ripresa con gli ultimi due gruppi del secondo round junior. Tocca a Thomas Truffo che, in un'aria non certo delle migliori, riesce a fare il volo più lungo di tutti ma atterra a 1 metro e 5 centimetri dal centro, riportando a casa "solo" 95 punti. Viene però sorteggiato per un gruppo di refly, ma purtroppo il cavo si spezza sotto la tensione iniziale (purtroppo per lui ma anche per il sottoscritto trainatore, che è capitombolato a terra) e così svanisce la possibilità di migliorare la prestazione.
Nel primo gruppo del secondo round senior Joe Wurts si rende protagonista di una collisione in volo. Il modello di Wurts perde un terminale alare, inizialmente Joe sembra in grado di riportarlo sotto controllo ma non riesce a riguadagnare il campo e lo lascia da qualche parte nella campagna tra Martin e Tomcany. Stessa sorte tocca all'altro protagonista dello scontro.

Piove di nuovo

Scrivo rintanato sulla Skoda perché fuori si è scatenato il solito maltempo. Purtroppo non sembra essere il solito temporale di pochi minuti come ieri e ieri l'altro: ha cominciato prima di mezzogiorno, proprio mentre stava per lanciare Thomas Truffo, e non ha più smesso. Meteoblue purtroppo prevede che non si tratti di un episodio isolato, ma di un'area di instabilità che scaricherà pioggia sulla Slovacchia occidentale fino a mercoledì sera. Spero proprio che stavolta gli Svizzeri si sbaglino!
Per la cronaca, prima del temporale avevano lanciato Marco Generali, che ha fatto un ottimo volo ma purtroppo è stato indirizzato sulla base di atterraggio sbagliata, e Filippo Gallizia che ha probabilmente riportato un 1000.

Primi round senior & junior

Si sono conclusi i primi due round per i senior e gli junior, con un po' di sfortuna di troppo. Post-Mortem dello Sharon di GeneraliClaudio Zavagno non è riuscito a rientrare nei 75 metri con il suo Xynt, e non ha potuto rilanciare per portare almeno a casa i punti della bandiera. Ancora più sfortunato Marco Generali, che ha subito una collisione in volo ma è riuscito a proseguire fino al nono minuto, salvo ritrovarsi poi con l'impianto elettrico impazzito al momento di impostare l'atterraggio: il suo Sharon è caduto in vite nel parcheggio, fortunatamente senza causare danni alle persone ma distruggendosi. In più gli è stata negata la possibilità di refly perché, non pensando di avere subito danni gravi, non ha richiesto subito il refly al commissario; con il senno di poi è invece probabile che si fosse danneggiato un servo che poi ha sovraccaricato l'impianto.

Si aprono i campionati del mondo F3J 2006!

Cerimonia di apertura a MartinConclusa la Martin Cup, ieri sera in centro città si è svolta la cerimonia di apertura dei campionati del mondo. L'organizzazione è stata molto curata, con la sfilata delle rappresentanze nazionali nella piazza, l'esibizione delle majorettes, i discorsi delle autorità. Ci è venuto a trovare l'ambasciatore italiano a Bratislava!
Oggi i primi lanci hanno avuto il via sotto un cielo che va coprendosi, ma calma di vento quasi totale. Le previsioni per oggi sono buone (meno domani), staremo a vedere.

domenica, luglio 30, 2006

Il vincitore della Martin Cup...

...è Joe Wurts, che ha preceduto il suo connazionale Remington e lo slovacco Ivancik.

Fine dei round eliminatori

Si sono conclusi i round eliminatori della Martin Cup. L'ultimo round è stato interrotto dalla pioggia, e si è in generale svolto in condizioni deboli. Al mio turno sono riuscito a fare solo 5 minuti e mezzo di volo, ma almeno ho fatto i 100 punti di atterraggio.
Nessun italiano, purtroppo, è entrato nei fly-off, ma il nostro miglior pilota, Marco Generali, ne è escluso per solo 1 punto e 1 decimo su quasi 5000, e precede il campione del mondo uscente David Hobby! Complimenti Marco!
Seguono Max Verardi in 25esima posizione, Thomas Truffo è 32esimo, Marco Salvigni 36esimo, Filippo Gallizia 53esimo, Alex Galtarossa 105esimo, Francesco Meschia 120esimo, Carlo Gallizia 134esimo, Giorgio Dittadi 136esimo, Giovanni Gallizia 139esimo, Giuseppe Gallizia 154esimo e Alberto Gallizia 167esimo.
Nei fly-off entrano Borst, Benedikt Feigl, Kolb, Wurts, Kiesling, Newcomb, Oetter, Strautins, Tobias Lämmlein, Hinsch, Remington, Ivancik e Manheim.

Un milione di Euro di modelli

Così si presentava ieri, durante il temporale, l'hangar messo a disposizione dall'organizzazione per i modelli.
Un milione di Euro di modelli

sabato, luglio 29, 2006

Terzo giorno

La giornata si è aperta sotto un cielo gonfio di nuvole e con vento da Nord. Si è ripreso dal quarto gruppo del sesto e ultimo round, con qualche episodio di grossolana disorganizzazione da parte nostra, ma ci stiamo rimettendo in carreggiata.
Riguadaganata la connessione wireless, posso postare i risultati al termine del quinto round. Il primo degli italiani è Marco Generali, ventunesimo, poi Marco Salvigni trentatreesimo, Max Verardi al 38esimo posto e Thomas Truffo al 44esimo posto, quindi Filippo Gallizia 72esimo, Alex Galtarossa 81esimo, il sottoscritto 96esimo, Giorgio Dittadi 114esimo, Carlo Gallizia 134esimo, Giovanni Gallizia 147esimo, Giuseppe Gallizia 156esimo e Alberto Gallizia 165esimo.
Al termine di questo round ci saranno i fly-off e quindi avrà luogo la premiazione della Martin Cup.

Seconda giornata di gare

Giornata decisamente interessante sull'aeroporto di Martin, oggi. Al mattino la giornata si presentava decisamente afosa, e i primi traini sono stati subito defatiganti. Non sono mancate le rotture: ben due modelli si sono visti cadere senza più gli impennaggi di coda, e uno scontro in volo si è risolto con la completa esplosione dei due modelli protagonisti.
Il mio primo lancio della giornata è stato molto buono: grazie a Denis che mi ha fatto da helper ho agganciato due bellissime termiche, avvicinandomi molto al pieno (mancato per meno di dieci secondi) e riportando 90 punti in atterraggio. Subito dopo è capitato l'imprevisto: Alex Galtarossa è stato chiamato a fare da sparring partner in un refly, e astutamente ha scelto il traino "in diretta" per sfruttare il vento che aveva rinforzato. La scelta tattica è stata vincente: Alex ha fatto il pieno e riportato 1000 punti, sfruttando ottimamente l'occasione insperata.
Subito dopo si è scatenato il temporale, e dall'una fino alle quattro siamo rimasti sotto le verande dei camper. Passato il temporale la gara è ripresa dal terzo gruppo del quinto round, e quando è venuto il mio turno sono nuovamente riuscito a fare il pieno e 95 punti grazie al solito supporto tattico di Denis.
Alla fine del quarto round il primo degli italiani è Filippo Gallizia, al quarto posto, poi Marco Generali al ventesimo, Marco Salvigni è 26esimo e Thomas Truffo 33esimo.

venerdì, luglio 28, 2006

Aggiornamento serale

725.90 punti nel secondo round, speravo meglio ma non mi lamento. A sorpresa c'è stato il tempo per fare anche il mio lancio del terzo round: ho commesso una grossa ingenuità e ho fatto tutto il volo (6'59") convinto di avere il profilo da termica mentre l'interruttore era impostato sulla fase di volo "normal". Da non ripetere!

Secondo round

Questa gara è decisamente caratterizzata dalla telematica, e ci sto prendendo gusto. L'organizzazione pubblica in tempo reale i risultati sul web, e sotto i gazebo italiani ci sono tre laptop pronti a scaricarli. In più mi piace moltissimo questa cosa di poter scrivere direttamente sul blog i risultati, in modo da poter tenere aggiornati gli amici che seguono il web.
I risultati del primo round mi vedono in centodecima posizione, con 962.30 punti. Il livello è altissimo: pur nella bassa classifica in cui mi trovo sono comunuque sopra il 96esimo percentile della classifica.
Nel secondo round ho subito uno sgancio prematuro al primo traino, sono sceso subito e nel secondo volo ho trovato condizioni non eccezionali ma sufficienti per volare più della grande maggioranza dei piloti. Sono sceso a 6 minuti e 53 secondi, con 95 punti di atterraggio... ora ci sarà un refly di uno slot del secondo round, poi sono ansioso di vedere la classifica.

Primo round per me

Sono appena ritornato a terra dal mio primo round. Il lancio, ritardato come da programma, è risultato un po' anemico, il modello non caricava molto i trainatori, subito dopo mi sono diretto verso Ovest da solo e ho trovato aria buona. La termica era larga, piuttosto diffusa, e mi ha perdonato una serie di errori veramente da vergognarsi: stalli, una vite, rallentamenti e angoli di bank eccessivi. Alla fine comunque sono riuscito a atterrare a soli 10 secondi dal termine del tempo operativo: 9 minuti e 34 di volo, 90 punti di atterraggio.

Partenza!

Parenza primo roundAlle 12.30 è partito il primo lancio della Martin Cup. I quindici concorrenti hanno inaugurato gli affollatissimi lanci senza incidenti in lancio, e hanno trovato buone condizioni segnalate anche da una coppia di cicogne in spirale sopra il campo. Il modello di un concorrente è purtroppo caduto nel campo di grano accanto alla pista, per cause non precisate. Per gli altri atterraggio senza problemi, allo scadere del tempo operativo.

Martin Cup 2006

Oggi ha inizio la Martin Cup, la gara "open" che precede i campionati del mondo. Si preannuncia un evento colossale, con ben 174 concorrenti, round di 12 lanci di 15 concorrenti ciascuno con le basi spaziate di soli 12 metri. La gara richiederà senz'altro un buon grado di attenzione, con così tanti modelli in aria e tanto vicini al lancio. Ieri lo Stork mostrava di avere una testa tutta sua, e usciva dalla mano del lanciatore puntando deciso verso sinistra, "tagliando" almeno tre basi; se dovesse succedere in gara sarebbe un disastro... penso che al primo lancio chiederò al lanciatore di attendere due o tre secondi dopo l'involo degli altri concorrenti per non rischiare.

Qualche foto

giovedì, luglio 27, 2006

Sotto il cielo di Croda...

...puoi volar senza posa! Sono arrivato ieri sera nella repubblica Slovacca, al seguito della squadra italiana che parteciperà campionati del mondo F3J: Salvigni, Verardi, Zavagno (i tre senior), Gallizia, Generali e Truffo (i tre junior). L'atmosfera all'aeroporto di Bratislava e la Skoda a noleggio mi hanno subito fatto ricordare il lieto paese dei gemelli Ruggeri, Croda, ma in realtà la Slovacchia è ormai un paese dell'Unione Europea a tutti gli effetti, con servizi di standard europeo.
La città che ospita le gare, Martin, è una località turistica piuttosto rinomata, sita ai piedi dei Bassi Tatra. Il sito di volo è l'aeroclub volovelistico locale. I primi voli, da me fatti stamattina con lo Stork, sono stati benedetti da termiche molto diffuse e molto potenti: per almeno tre volte ho recuperato a pochi metri da terra chiudendo i primi due voli a 13 e 25 minuti rispettivamente. Al momento c'è una lieve brezza da Nord, la temperatura si aggira sui 30 gradi ma il clima è nel complesso piacevole, senza afa.
Il clima della gara, comunque, non è certo quello meteorologico. Si respira un'aria molto rilassata, in attesa che domani cominci la gara open, la Martin Cup, ma non riesco a rimanere indifferente al fatto di essere in mezzo ai migliori piloti F3J del mondo, come il campione uscente David Hobby, australiano, o lo statunitense Joe Wurts che non ha certo bisogno di presentazioni.
Cerherò di far seguire a breve un reportage fotografico.

martedì, luglio 25, 2006

Dobry' vìtr

Ovvero: Buon Vento, all'Amico Francesco che parte per la Cecoslovacchia alla volta delle Gare Mondiali di F3J
"Ci facci sapere, ci facci"
PdG

domenica, luglio 23, 2006

Week-end di relax

In previsione del mio impegno, ormai davvero prossimo, alla Martin Cup e ai campionati del mondo di F3J Cumuli sul Faiallocome trainatore, ho deciso di passare un week-end rilassante in pendio con l'obiettivo di ricaricarmi le pile. Sono state, come su quasi tutto il nord Italia, due giornate calde e afose; per fortuna sul solito pendio ligure del Faiallo c'è stata un po' di ventilazione, dovuta in gran parte al richiamo di qualche cumulonembo sull'appennino, che ci ha permesso di sopportare meglio la calura.
Sabato sul pendio c'erano, oltre a me, Roberto e Stefano con i due Apache, il Silent Dream e il Blade. Io avevo portato il Fredy, il Blade e lo Stork (con un pizzico di incoscienza visto che quest'ultimo sarà il mio modello alla Martin Cup giovedì prossimo). Il vento era dapprima deciso, da 25 a 35 km/h, ma orientato in modo da non permettere un buon dynamic soaring; perciò ci siamo "accontentati" di un bel po' di front-side, con tutti i modelli. E' stato con grande piacere che ho potuto vedere in volo il bellissimo Carbon Blade di Stefano, ormai a punto, veloce ed efficiente. Verso il tramonto, poi, l'intensità del vento si è attenuata e abbiamo tirato fuori i galleggioni: il Silent Dream e Carbon Blade in volo lo Stork hanno allora cominciato a danzare da una termica all'altra regalandoci un volo di grande suggestione e bellezza.
Oggi, invece, sul pendio ero l'unico modellista. Dapprima il vento era debole, al punto da costringermi a due atterraggi in emergenza con il Fredy sulle felci molto in basso, giù lungo il pendio (sgranando anche un servo, purtroppo). Poi ha rinforzato disponendosi anche qualche grado verso Sud-Ovest, permettendomi un po' di discreto DS con il Blade. Una nuovo calo del vento mi ha infine consigliato di uscire con il Superblade, con cui ho volato per una buona mezz'ora apprezzando le qualità di volo "tranquillo" del modello, più vivace dello Stork ma comunque molto adatto alle condizioni.