lunedì, aprile 18, 2011

Prima prova C.I. F3J 2011

Nel weekend di domenica 10 sono ritornato in Toscana per l'apertura del campionato italiano F3J 2011. Il sito di volo scelto è stato il medesimo usato l'anno scorso per la tappa toscana, vale a dire la zona bonificata tra Altopascio e Bientina usata per i lanci dai paracadutisti della brigata "Folgore": una estensione molto ampia di terreno incolto, in grado di ospitare anche le gare più esigenti in termini di spazi, a parte il fondo in alcuni punti un po'accidentato e in generale molto duro.
Quella di domenica 10 è stata anche la prima gara "ufficiale" che ha visto l'applicazione del nuovo regolamento FAI per il 2011, che oltre ad alcune modifiche riguardanti gli aspetti di sicurezza ha sancito la possibilità di scartare il punteggio peggiore solo a partire dall'ottavo round disputato, anziché dal sesto come accadeva fino all'anno passato.
La gara si è svolta in modo molto regolare, anche se sono stati effettuati solo cinque round per non posticipare troppo l'orario di chiusura della competizione. Il meteo, dopo un'apertura di giornata incerta sotto le nubi, è migliorato e non ha sviluppato la decisa ventilazione orientale che il mio sito meteo di riferimento prevedeva. Ci siamo così trovati a sostituire i cavi grossi che avevo portato con una coppia di cavi molto sottili, due 0,90 che facevano anche parte di un esperimento sui materiali condiviso con Max Verardi. La minore resistenza aerodinamica dei cavi sembra averci permesso salite più veloci con altezza finale migliore delle basi adiancenti, anche con traini brevi.
Per il resto, le condizioni erano di termica abbastanza abbondante e sempre ben localizzata da Max, che ha fatto da tattico per tutta la base. Diverso il discorso per gli atterraggi: siccome mancava una vera brezza sinottica e dominava l'effetto del richiamo delle termiche, capitava che lungo la linea di partenza basi diverse sentissero vento diverso (proprio come i sei piloti de "Il fiume d'aria" di Thornburg); come risultato ciascuno decideva una diversa direzione per l'avvicinamento finale e capitava così di incrociarsi o tagliarsi la strada negli ultimi metri. Però non cerco scuse: la mia performance di atterraggio non è stata soddisfacente, devo rivedere il programma e i tempi del circuito.
Alla fine, diversi piloti hanno fatto le spese della mancanza di scarto combinata con qualche scelta azzardata o con un comportamento troppo aggressivo, per cui la classifica ha riservato qualche sorpresa e è stata abbastanza sgranata. I primi 10 sono compresi in 48 millesimi di punteggio finale: ha vinto Marco Salvigni, seguIto da Marco Gallizia (anche primo junior), Marco Generali, Max Verardi, Massimo Aramini, da me, e da Thomas Truffo.
Non ho purtroppo nessuna foto perché avevo dimenticato a casa la macchina fotografica.

lunedì, aprile 04, 2011

Telemetria con UniLog

Una caratteristica molto interessante di UniLog sta nella possibilità di usare i canali telemetrici dei sistemi a 2,4 GHz di Jeti e Multiplex per trasmettere a terra i dati raccolti in tempo reale. Tuttavia io, come utilizzatore dei sistemi radio Futaba, non posso al momento sfruttare questa possibilità che sarebbe per molti versi utile (e come è noto non ci sono dichiarazioni ufficiali di Futaba in questo senso, e meno che mai si sa se Stefan Merz potrà supportare anche questo sistema telemetrico quando anche uscisse).
Se si cerca su Internet si trovano comunque alcuni ingegnosi progetti per aggiungere la telemetria in tempo reale all'UniLog senza ricorrere a Jeti o MPX, ed è stata questa la strada che ho intrapreso alcune settimane or sono.
Un sistema telemetrico deve prevedere due sotto-sistemi elementari: un sotto-sistema di comunicazione dati da bordo a terra, che nel nostro caso deve necessariamente essere in radiofrequenza, e un sotto-sistema di "interfaccia utente" necessario per rendere accessibili le informazioni ricevute dalla stazione di terra del sistema di comunicazione. I sistemi Jeti e MPX usano per la comunicazione il canale di ritorno dei loro sistemi 2,4 GHz full-duplex, e come interfaccia utente impiegano nel caso di MPX il display del radiocomando, e un display esterno collegato al modulo TX 2,4 GHz per Jeti (la "Jeti Box"). Siccome nel mio caso non potevo usare le caratteristiche del sistema radio usato per il radiocomando, avevo bisogno di realizzare sia il sistema di comunicazione radio sia un dispositivo di interfaccia utente.
La chiave per affrontare i due problemi sta nel sapere che UniLog invia in continuazione un flusso seriale di dati sulla porta COM. Questa è una caratteristica di UniLog che viene sfruttata dall'UniDisplay per visualizzare in tempo reale i dati raccolti. Se sostituiamo il cavo usato per la porta COM (formato da 4 fili: terra, alimentazione, tx e rx) con una trasmissione radio, abbiamo ottenuto la telemetria completa di canale di comunicazione e interfaccia utente di visualizzazione!
Naturalmente le cose nono sono esattamente così semplici: bisogna che la trasmissione sia bidirezionale e mantenga la velocità e il protocollo di comunicazione seriale usato tra UniLog e UniDisplay, bisogna che i livelli di tensione corrispondenti ai livelli logici siano compatibili, e bisogna anche fornire una fonte di alimentazione autonoma all'unità di terra (perché non siamo Nikola Tesla e non sappiamo come trasmettere a distanza la corrente elettrica necessaria a far funzionare UniDisplay, che normalmente viaggia sul cavo COM). Per fortuna però ho scoperto che un modellista svizzero che opera presso il Politecnico Federale di Zurigo, Wolfgang Korosec, si era già preso la briga di fare alcuni test, trovando che esiste un modo semplice per realizzare il sistema di comunicazione. Wolfgang ha realizzato un collegamento radio a 2,4 GHz con la tecnologia Bluetooth, che è soprattutto nota per collegamenti a breve distanza sui telefoni cellulari, ma che in realtà è disponibile anche in classe di potenza 1, con una potenza irraggiata di circa 70 mW e una portata dell'ordine di grandezza di 1 km più che sufficiente per i nostri scopi. Wolfgang ha usato due moduli della svedese Free2Move, che realizzano il link radio simulando una porta seriale secondo il profilo SPP dello standard Bluetooth. I moduli Free2Move sono compatibili con le necessità di UniLog sia come velocità sia come livelli di tensione, e devono semplicemente essere programmati (con una apposita utility e un convertitore USB-seriale) per iniziare a "parlarsi" trasmettendo in modo trasparente e modalità full-duplex tutti i dati che si presentano sulle loro porte seriali.
Per imitare Wolfgang ho ordinato immediatamente due moduli (è poi stato necessario ordinarne un terzo perché il primo non ha gradito l'incontro con il saldatore), li ho adattati saldando due connettori pin-header alle porte seriali, e li ho collegati uno alla porta COM dell'UniLog, l'altro a un convertitore USB-seriale collegato al PC che forniva anche l'alimentazione (rigorosamente solo 3,3 V). Quando ho acceso l'UniLog e avviato LogView dicendogli che avevo un UniLog collegato alla porta del convertitore USB-Seriale, e l'UniLog ha iniziato a rispondere anche se non c'era più alcun cavo di collegamento, beh... è stata davvero una grande soddisfazione.
Nei giorni successivi ho fatto molte prove in aria, dotando la "tartaruga" di una lunga antenna necessaria a portare la parte attiva dell'antenna a 2,4 GHz il più possibile lontano dallo schermo dicarbonio dell'ala, e con mia sorpresa ho scoperto che ottenevo le migliori prestazioni (link stabile fino ad almeno 600 metri!) se usavo come ricevitore attaccato al PC una semplice (e vissuta) chiavetta Bluetooth in classe 1. Ho così destinato il modulo Free2Move "di terra" ad un'altra applicazione, collegandovi l'UniDisplay e due semplici batterie AA da 1,5 V, ottenendo così un display "palmare" per tutti i dati telemetrici raccolti dall'UniLog.
Rispetto ai sistemi MPX e Jeti questa soluzione mi offre l'importante possibilità di ricevere i dati direttamente su PC nell'applicazione LogView, in modo che un aiutante può analizzare in tempo reale i dati trasmessi e dare indicazioni utili al setup con grande risparmio di tempo rispetto alla normale routine lancia-registra-scendi-scarica-analizza. La trasmissione riguarda tutte le informazioni raccolte, quindi sia quella barometriche da aliante puro sia le misure elettriche utili per la messa a punto Autonomy/F5J, il che rende potenzialmente molto utile questo marchingegno.


venerdì, aprile 01, 2011

Gara Autonomy F5J Alessandria

Tre mesi che non scrivo nulla! E dire che ne sono successe di cose: i cambiamenti nella gestione dell'aeromodellismo, i trial per la squadra F3J, la telemetria... ho troppe cose per le mani, purtroppo.
E' però doveroso scrivere qualcosa sulla gara di Autonomy che abbiamo fatto domenica 27 marzo ad Alessandria. Non solo perché è stata fatta in condizioni difficili e con tanti piloti, non solo perché la parte elettrica mi ha dato prestazioni che mi hanno sorpreso, e nemmeno per la coppetta (terzo posto) riportata a casa. Thomas, alla sua prima uscito con il Supra elettrico, ha subito vinto la gara, ma tutto sommato se considero le capacità che ha dimostrato e sta dimostrando non dovrei essere sorpreso nemmeno di questo. Certo mi dispiace per Max e l'incidente con gli stinchi che ha avuto, ma davvero sono contento e mi congratulo con Umberto Milanesi che ha fatto con il "Castorino" 20 voli come Thomas e me, piazzandosi al secondo posto solo per il volo "non pieno" più corto di quello di Thomas. La soddisfazione è grande perché Umberto ha fatto il "mythbuster", distruggendo il mito delle gare che sono vinte dai modelli e non dai piloti: fregandosene di dove volavano i Pike, e perciò senza chiedere al suo modello di volare in una parte del suo inviluppo di volo che lo avrebbe visto soccombere, Umberto ha trovato le "sue" termiche, ancora e ancora, rifilando anche una bella lezione ai "supermodelli". Bravissimo!