
La domenica mattina prima dell'inizio della gara, la pianura attorno a Molinella era avvolta nella foschia, che diventava vera nebbia al di sopra di una trentina di metri, nascondendo la punta dei tralicci degli elettrodotti maggiori. Allo scattare del tempo operativo, però, Max Verardi non perde tempo e lancia: porta il modello fino al limite dello strato di nebbia più densa, e inizia a spiralare. E il modello sale, o alla peggio mantiene l'altezza permettendogli di completare a dispetto del mio stupore il primo lancio. Credo che per Max guardare l'incredulità delle nostre facce in quel momento sia stato un piacere unico. Comunque l'incredulità non ha impedito a Thomas e a me di lanciare subito dietro, e cominciare a staccare i cartellini dei voli completati sempre rimanendo sul limite della non-visibilità, facendo a volte mezzo giro in totale invisibilità sperando di non incontrare un altro aliante, o azionando il butterfly per riportare il modello sotto lo strato peggiore. Di queste condizioni ha fatto purtroppo le spese Paolo Dapporto, che ha perso di vista il suo modello per poi ritrovarlo, gravemente danneggiato, nel campo a fianco.
Le condizioni "grasse" non sono durate molto: dopo la prima mezz'ora la diffusa che Max aveva correttamente identificato è sparita, lasciando il posto ad aria abbastanza immobile, con qualche buca e qualche termica. Sono così giunto alla pausa pranzo voluta dal padrone di casa Dapporto con 17 voli nel carniere, sempre uno in meno di Max.
La ripresa dopo la pausa è stata difficile. Senza nessuno a leggere l'aria, e con meno di quattro minuti di energia rimasti nelle batterie, lanciare era un azzardo considerevole. Ho fatto il pollo e ho aspettato Max, seguendolo poi per quattro voli fino a quando prima Thomas e poi lui non hanno esaurito la carica della batteria. A quel punto,
