lunedì, luglio 11, 2005

Il Gabbiano alpino

Sabato per me sono cominciate le (purtroppo brevi) ferie di luglio; i preparativi per la partenza spiegano, ovviamente, la mancanza di post in questo week-end. Tuttavia, visto che ho deciso di passare le vacanze in Val di Fassa, luogo volovelisticamente valido e giustamente rinomato, ho il piacere di scrivere qualche riga sui voli di oggi dalla tastiera del laptop che mi sono portato dietro.
Il teatro delle prodezze di oggi è stato il pendio di Le Cune - Alpe di Lusia, un sito a circa 2200 metri sul livello del mare che si raggiunge comodamente da Moena con un tratto di cabinovia e uno di funivia. Conosco il posto perché me ne aveva parlato Roberto e avevo avuto modo di volarci l'anno passato: è un luogo molto bello, con una straordinaria vista sul Catinaccio da un lato e sulle Pale di San Martino dall'altro. L'anno scorso avevo volato esattamente dalla sommità dello spartiacque che separa la valle di San Pellegrino dalla Val Travignolo: posto ottimo ma da raggiungersi superando una marcata pendenza. Cercando di risparmiarmela, oggi ho dapprima provato a lanciare il Micro Spark dalla sommità di un costone che chiude un canalone che giunge direttamente al fondovalle. Il vento sembrava buono, ma il modello non ha voglia di prendere quota e al termine di un traversone lo devo appoggiare contro la collina. Sostituisco la vite di nylon saltata per l'urto e rilancio facendo più attenzione a rimanere dove il vento porta: va un po' meglio, ma comunque l'aria è molto turbolenta e il modello è difficile da controllare.
Decido di scendere, smonto tutto e mi rimetto in spalla lo zaino e la sacca con i modelli. La meta è ovviamente la sommmità del crinale già sperimentato. Ci arrivo un po' trafelato dopo venti minuti circa, e subito mi accorgo che il vento è molto diverso: la direzione è diversa, ma soprattutto il flusso è costante e più laminare. L'anemometro segna 38 km/h orizzontali e 21 km/h verticali. Rimonto e lancio il Micro Spark: ora si ragiona!
L'aliante sale molto bene: nonostante non vi sia soleggiamento e quindi ci sia poca energia per le termiche, la dinamica è addirittura sovrabbondante. Dopo qualche giro provo qualche acrobazia, ma i looping vengono fuori molto distorti per via del trascinamento dell'aria. Provo a mettermi con il vento in coda e faccio un'affondata nella parte "sbagliata" del pendio, abbozzando un loop in dynamic soaring (questo posto è stato il primo in cui io abbia avuto sentore dalla "fattibilità" del dynamic soaring). Il modello buca lo strato di separazione, ma quando risale nell'aria in movimento il vento lo respinge indietro. Troppo vento per fare DS con questo modello, pare. Il tentativo si trasforma in un avvicinamento un po' troppo alto, apro i freni per farlo scendere meglio ma improvvisamente l'aliante si ritrova in aria calma e viene giù da due metri come una pietra, di muso. Secondo crash della giornata, naturalmente senza conseguenze perché il Micro Spark ha visto nasate peggiori. Intanto inizia a piovere e il vento rinforza, poi la pioggia cessa ma il vento soffia addirittura a oltre 55 km/h (58 km/h la punta massima). La temperatura è di 12 gradi, ma secondo lo strumento per effetto del wind chill la temperatura percepita è di soli 3 gradi! Cercando di resistere rilancio, riprovo il dynamic soaring che continua a non riuscire, cado nuovamente, rilancio, atterro, rilancio, riprovo, ancora crash. Alla fine credo di avere totalizzato 32 minuti di volo e almeno 4 cadute. Ci sarebbe da provare (in front-side, però!) con il Blade, ma manca mezz'ora all'ultima corsa a valle della funivia. Recupero perciò il Micro Spark che è piantato nel terreno come la Spada nella Roccia, e ritorno in valle.

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