giovedì, maggio 12, 2005

Leggendo...

Dall'incontro dell'amore per la montagna e dell'amore per il volo è nato l'amore per il volo alpino.
Questo infatti nasce da una associazione di elementi obiettivi e soggettivi propri dell'alpinismo (sia pure inteso in senso lato come pratica della montagna) ed il volo. Praticandolo si provano sensazioni proprie dell'alpinista e dell'aviatore o risultanti dalle une e dalle altre, ma anche sensazioni del tutto nuove che non possono rinchiudersi in una meccanica composizione di quelle.
Il volo alpino costituisce quindi una nuova e ben definita fonte di godimento fisico e spirituale. E' sublime l'incanto di un volo intorno al Cervino o alle Jorasse di primo mattino e al tramonto, o l'andare per l'aere vagando tra le valli, lungo i pendii, nell'atmosfera rarefatta di certe giornate serene, e dopo una tempesta; più pesanti dell'aria e pur così leggeri. Si ha un senso profondo del distacco da terra pur senza perderla di vista, anzi, forse per questo, del superamento di un limite connesso alla nostra natura umana.
Con comprensione nuova si penetrano il sogno di Leonardo da Vinci, gli sforzi ed i tentativi dei primi aviatori, l'inebriamento di Icaro...
Ed anche qui, si prova quel senso di solitudine e di lontananza dagli affanni e dalle miserie terrene che tanti alpinisti conoscono. E' ancora emozione profonda veleggiare lungo le scoscese pareti della montagna. Emozione che si rafforza quando si sale verso la vetta ed oltre, per l'effetto di correnti ascendenti o si precipita in una discendenza; quando spiralando come falchi si passa attraverso uno squarcio tra le nuvole dal mondo delle malghe e dei boschi, dei vapori e della luce diffusa a quello superiore, sopra il mare di nubi sfolgorante di luce dove le uniche terre visibili sono le vette oltre i quattromila.
E si aggiunga ancora a questi esempi l'attrazione che sente il pilota alpino di posarsi su un ghiacciaio, su una lingua di neve luccicante. Quando dopo essersi fermato con un gigantesco e polveroso Christiania al bordo di un crepaccio, ritrova il silenzio sublime e la pace di quel mondo che appare sempre nuovo, gli sembra di essere il Petit Prince di Saint-Exupéry venuto da un altro pianeta.
(Da una relazione: Corrado Gex)

Nessun commento: